martedì 6 giugno 2017

IL CASO NOGARIN A LIVORNO - I SINDACI NEI COMITATI DI GESTIONE DELLE ADSP








Come abbiamo già anticipato ieri c'è stato un tentativo di paragonare le nomine dei sindaci nei comitati di gestione delle ADSP nei porti di Genova e Trieste con quelle del sindaco Nogarin di Livorno ( Movimento 5 stelle ).

A riprova che le nomine di Trieste sono state fatte nel pieno rispetto delle regole e delle norme vigenti basti pensare che per ostacolare la nomina del sindaco di Livorno sarà necessario un passaggio parlamentare che dovrebbe appunto cambiare le prescrizioni di legge.

Si tratta di un passaggio delicato e di un tentativo di coinvolgimento delle dirigenze di Trieste e Genova dovuto piuttosto a valutazioni "partitiche" che a giudizi di altro tipo. Per una ricostruzione della vicenda nei suoi aspetti limpidi e meno chiari vi proponiamo due articoli del direttore della Gazzetta Marittima di Livorno compresa l'intervista al segretario generale dell'ADSP triestina Mario Sommariva.

Debora Serracchiani
ROMA – Non c’è che dire: il diavolo fa le pentole, ma in quanto ai coperchi è più difficile. 
Vecchio proverbio, che ben si adatta al pasticciaccio brutto creato dalla Debora Serracchiani con l’auto-designarsi al comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale di Trieste. 
E’ una storia che vi abbiamo già raccontato: e che ha aperto la strada ai “5 Stelle” a Livorno e Civitavecchia, legittimando le designazioni dei sindaci nelle rispettive AdsP.



Vi avevamo anche raccontato che il governo aveva deciso – con un Delrio furibondo contro la bella presidente del Friuli – di varare un decreto che impedisse a chi ha cariche politiche di entrare nei comitati dei porti. Doveva essere un colpo a sorpresa, ma si sa che a Roma un segreto della politica è invitare a nozze le “Pasquinate” e la guerriglia. Sarà per questo, sarà perchè pare che il decreto anti-Debora fosse troppo pasticciato e comunque fuori tema rispetto allo zibaldone dei decreti sul lavoro approvati la settimana scorsa, comunque dall’ufficio legislativo della presidenza del consiglio è arrivato un “niet”. Quindi, ferma tutto, bisogna riprovarci.

Ci riproveranno di sicuro: anzi, forse nel tempo che esce questo nostro piccolo commento, ci avranno già provato. Sbarrare la strada all’avvocato Debora Serracchiani, potente vice di Renzi nel Pd, è indispensabile se il governo vuol tenere fuori i sindaci (e in primis quelli dei “5 stelle”) dagli organi di governo dei porti. E’ giusto, è sbagliato? Ai posteri l’ardua sentenza. Ma su una cosa Delrio è deciso: questo prolungarsi all’infinito dell’agonia delle vecchie Autorità portuali e il quasi  infinito litigio con le Regioni per completare la “governance” delle AdsP, devono finire.
Mesi fa, sbottando quando si era ancora all’inizio dell’iter della sua riforma, Delrio se ne uscì con un ormai celebre: “Su questa riforma dei porti mi hanno rotto i c…i!”. Possiamo dirlo? Così come stanno andando le cose, ce li hanno rotti anche a noi.

Antonio Fulvi

27 maggio 2017



Mario Sommariva
TRIESTE – Per qualcuno, è stata la…pietra dello scandalo: ovvero l’Autorità di sistema di Trieste, accettando nel comitato di gestione il presidente della Regione Debora Serracchiani e il sindaco della città Roberto Dipiazza, ha aperto la strada allo tsunami dei politici nella gestione delle AdsP. 

E che i due personaggi siano politici, non lo dicono solo le cariche: la Serracchiani come noto è la vice nazionale del Pd, Dipiazza si presenta con il curriculum su Wikipedia come “politico e imprenditore”. Parole di miele per Filippo Nogarin, il sindaco di Livorno che il presidente dell’AdsP Corsini ha respinto dal comitato di gestione: e che è deciso a tutto – cominciando con il Tar – per rimanerci, facendo leva proprio anche sulle scelte di Trieste e sulla deliberazione dell’Anac. La disfida è in corso: e se Corsini aspetterà che la castagna dal fuoco sia tolta da un decreto correttivo del governo – no ai politici nei comitati di gestione – la faccenda rischia di andare alle lunghe, perchè con l’accelerazione sulla consultazione elettorale a settembre ministri e apparati sembrano poco interessati ai porti.

Ma a Trieste, porto per molti aspetti davvero di eccellenza, come la pensano sul tema?

Mario Sommariva, segretario generale del presidente Zeno D’Agostino e oggi tra i più ascoltati commentatori della Riforma, difende la scelta del suo presidente di accettare nel comitato di gestione il sindaco Dipiazza.

“Premetto che è un mio parere personale – ci dice Sommariva in una informale chiacchierata – ma sul caso Dipiazza ci siamo regolati sulla nota dell’Anac, che ha confermato la “non inconferibilità” dei sindaci, purché ne abbiano le caratteristiche professionali e la specializzazione. E Dipiazza è stato a lungo presidente dell’interporto,  e membro nel Cda dell’aeroporto del Friuli, incarichi che risponderebbero a quanto chiede la legge”. 

Ma il vero tema, come sa bene Sommariva, è un altro: ovvero se i primi cittadini dei territori in cui operano le AdsP vanno considerati o meno in conflitto d’interesse nei comitati di gestione delle stesse. 

“Io sono convinto – dice in merito Sommariva – che la collaborazione tra le Autorità di sistema portuali e il loro territorio sia fondamentale per raggiungere buoni risultati; tanto che la legge ne impone la collaborazione per i piani regolatori e gli interfaccia. La funzione delle AdsP stabilita dalla riforma, che davvero è la benvenuta dopo anni di attesa, è di costituire un ente di raccordo tra le strategie nazionali e internazionali sulla portualità e quelle del territorio. Una funzione quantomai necessaria”.

Come si risolverà allora la questione sindaci nei comitati? 

Se Sommariva è convinto che la soluzione Trieste sia corretta, è anche dell’opinione che eventuali interventi correttivi dovranno venire da Roma, con un decreto o altro. Salvando tuttavia quanto i comitati di gestione già completi e operativi come quello triestino hanno deliberato: come il consuntivo dell’Authority, approvato il 15 aprile e altri atti successivi. “La salvaguardia degli atti deliberati – sottolinea – deve far parte delle eventuali nuove disposizioni, altrimenti si rischiano pericolosi vuoti di potere”. Più che logico, ci pare.

Antonio Fulvi


3 giugno 2017

1 commento:

  1. Condivido appieno il pensiero di Mario Sommariva.
    Uno Scalo per funzionare ha assoluto bisogno che i vertici Amministrativi del Territorio siano partecipi di alcune delle scelte, non tanto in tema di pura operatività ma certamente in merito ai possibili futuri sviluppi/ampiamenti o potenziamento e cantierizzazione di nuovi collegamenti gomma/Rotaia.

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