lunedì 1 maggio 2017

FINE DELL'OFFSHORE VENEZIA ? CORRIERE VENETO

Il ministero «affossa» l’offshore

 «Gli alti fondali? Li ha Trieste»

Il consigliere di Delrio: no a inutili ampliamenti. 
Crociere, esposto dei No Navi


«Il sistema portuale italiano ha anche troppa capacità per i container e infatti nessun imprenditore di quelli che abbiamo incontrato io e il ministro ci ha mai detto che mancano banchine. Non servono inutili ampliamenti lato mare». Ivano Russo, braccio destro del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio sul tema della portualità, mette in chiaro il pensiero del governo in pochi minuti, nell’incontro organizzato dall’associazione ProDemos. E se la pietra tombale sul progetto di terminal off-shore l’aveva già messa il nuovo presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino fin dal primo giorno («quel progetto potrà essere semmai una partita del futuro», ha ribadito ieri), il tecnico sembra scettico anche nei confronti dell’ipotesi di uno scalo ad alti fondali alla bocca di Malamocco, sulla lunata del Mose.Il porto di Venezia? «Decisivo, non si può mettere contro Trieste, che ha i fondali a 18 metri - aggiunge - Bisogna ragionare insieme».


Russo conferma dunque che per quella che lui definisce «l’ascella adriatica» il perno è Trieste e così la pensa anche Delrio. Tanto che sottolinea più volte che la storia dei «campanilismi» italiani, che hanno portato a 57 porti in 8 mila
chilometri di coste, ora accorpati nelle Autorità di sistema. Nessuna parola invece sulle grandi navi, anche se mentre se ne va viene inseguito da Cesare De Piccoli, che da tempo chiede un incontro al ministero per capire come procedere ora che il suo progetto di un terminal di scalo al Lido ha avuto l’ok della Via, ma l’opposizione delle istituzioni. Musolino ha ribadito che il Porto punta sul canale Vittorio Emanuele: «Stiamo facendo lo studio di pre-fattibilità, così come per il terminal container a Malamocco - Potrebbe essere anche un porto-rifugio per la navi da crociera, che in condizioni meteo difficili non potrebbero entrare dalla conca di navigazione». Proprio sulla conca ieri il ministero aveva risposto a un’interrogazione di Mdp (primo firmatario Michele Mognato), spiegando che sono in corso gli studi per capire le dimensioni delle navi che potranno entrare. «Bisogna fare presto», commenta Mognato. Il Porto sta inoltre avviando un tavolo di concertazione sui progetti con procura e carabinieri del Noe: «Per mettere subito in chiaro eventuali criticità», dice Musolino.


Sulle crociere resta però lo scontro. Ambiente Venezia ieri ha presentato l’esposto in procura, firmato dall’avvocato Paolo Seno, che accusa la Capitaneria di Porto di non aver rispettato il decreto Clini Passera, che vietava davanti a San Marco le navi sopra le 40 mila tonnellate, ma solo quando si fosse trovata una via alternativa. «La bocciatura del Contorta, via alternativa individuata dalla Capitaneria, avrebbe dovuto portare alla cancellazione della deroga e dunque al divieto di transito delle navi – spiega Armando Danella – Il governo avrebbe dovuto individuare un’altra via alternativa con decreto, e ha la responsabilità politica di non averlo fatto». L’avvocato Seno parla di «cinque anni di inerzia». «Siamo in un momento di stallo ma per la Capitaneria ci possono essere risvolti penali in caso di incidente - conclude Danella - l’esposto è un atto di amore verso la Capitaneria». Nessuno vuole sentir parlare del Vittorio Emanuele. «E’ già stato bocciato ai tempi del parere Via del progetto D’Agostino», sottolinea Roberto Vianello.

Corriere del Veneto (Venezia e Mestre) 29 Apr 2017  E. Lor. – A. Zo.

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