Trieste - Non solo
container, ma anche e soprattutto traffico ro-ro non accompagnato. Per Zeno
D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico
Orientale e numero uno dello scalo giuliano, le Autostrade del mare
rappresentano «il futuro per i traffici marittimi che toccano Trieste, l’unico
porto in Italia con caratteristiche internazionali perché gli altri, anche con
numeri importanti, fanno sostanzialmente cabotaggio nazionale».
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«La forte
integrazione intermodale e l’efficienza del nostro sistema ferroviario - spiega
D’Agostino - garantiscono ai nostri clienti soluzioni che non si trovano in
nessun altro porto d’Italia, motivo per cui Trieste è destinata a crescere nel
tempo non solo in termini di quantità di volumi movimentati, ma anche nella
qualità offerta alle aziende che operano nel sistema logistico».
Proprio la competitività nel
trasporto intermodale, lo sviluppo delle Autostrade del mare e quali
finanziamenti europei sono a disposizione delle aziende che operano nel mondo dello
shipping e della logistica, saranno i principali argomenti che saranno
affrontati domani, alla Stazione marittima di Trieste, in occasione del primo
Forum “Motorways of the Sea - The maritime dimension of the Ten-T Network”,
organizzato dalla testata online The MediTelegraph in cooperazione con la
Regione Friuli Venezia Giulia e l’Autorità di sistema portuale del Mare
Adriatico Orientale.
Le iscrizioni all’evento hanno già raggiunto le 200 unità
con operatori provenienti anche da Turchia, Egitto, Austria e Germania. I
lavori inizieranno alle 9 e si concluderanno alle 18. Tra i relatori, oltre a
D’Agostino, Brian Simpson (coordinatore Ue per le Autostrade del mare), Debora
Serracchiani (presidente Regione), Francesco Benevolo (direttore Ram), Alessandro
Marino (segretario generale Camera di commercio Italo-Tedesca) e Giuseppe
Peleggi (Agenzia delle dogane).
Nel primo mese di
quest’anno, il porto di Trieste ha fatto registrare una netta crescita rispetto
allo stesso mese del 2016. Nello specifico i contenitori sono saliti a quota
38.292 teu (+20,99%), mentre complessivamente la movimentazione merci a gennaio
2017 è stata di 5.139.356 tonnellate (+8,66%). Bene le rinfuse liquide
(+12,23%), così come le merci varie (+11%). Aumento a due cifre anche per i treni:
629 nel gennaio scorso (+16,70).
«Nonostante una situazione geopolitica
piuttosto complicata che riguarda almeno la metà dei Paesi che si affacciano
sul Mediterraneo - prosegue il presidente del porto di Trieste - dal punto di
vista commerciale, della logistica e dei trasporti, in un momento di crisi come
questo tra la Turchia e alcuni Paesi dell’Europa, il ruolo dell’Italia e in
particolare di Trieste, potrebbe diventare strategico».
«La Turchia ha bisogno
di Europa - spiega D’Agostino - e Trieste è il porto naturale per tutti quei
traffici che arrivano da Sud e sono diretti verso i mercati del Centro Europa,
ma non solo». Lo scalo giuliano è sicuramente il porto italiano dove, anche
negli ultimi mesi, aziende turche operative nel settore logistico - come Ekol e
U.N. Ro-Ro - hanno maggiormente investito. «Si tratta di gruppi che ormai non
sono solo clienti delle nostre banchine, ma sono diventati partner a tutti gli
effetti: soggetti con i quali si può parlare di sviluppo ma che soprattutto
spingono per la crescita del sistema portuale triestino», sottolinea ancora una
volta il presidente del porto.
Non a caso, al primo forum
“Motorways of the Sea - The maritime dimension of the Ten-T Network” (le
iscrizioni gratuite si accettano ancora sul sito www.themeditelegraph.com) ,
sarà dato grande risalto agli ottimi rapporti commerciali fra Trieste e la
Turchia, relazioni che consentono allo scalo di avere una visione d’insieme di
tutte «le catene logistiche che vanno da Istanbul fino alla Scandinavia e San Pietroburgo»,
chiude D’Agostino.
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