CHE DISEGNO DIETRO I RELATORI ?
FOTO CON RELATORI |
DISEGNO DIETRO I RELATORI |
Trasporto pulito, l’Europa
promette nuovi finanziamenti
Trieste - Tre pilastri reggono la politica europea
delle Autostrade del mare. Quello
su cui punta maggiormente Bruxelles è l’ambiente: supportare la tecnologia che
consente di ridurre le emissioni e sviluppare la rete di terminal e strutture
che permettano l’utilizzo di combustibili alternativi come Lng.
Trasporto pulito, l’Europa promette nuovi finanziamenti Trieste
- Tre pilastri reggono la politica europea delle Autostrade del mare. Quello su
cui punta maggiormente Bruxelles è l’ambiente: supportare la tecnologia che
consente di ridurre le emissioni e sviluppare la rete di terminal e strutture
che permettano l’utilizzo di combustibili alternativi come Lng.
Trieste - Tre pilastri reggono la politica europea delle
Autostrade del mare. Quello su cui punta maggiormente Bruxelles è l’ambiente:
supportare la tecnologia che consente di ridurre le emissioni e sviluppare la
rete di terminal e strutture che permettano l’utilizzo di combustibili
alternativi come Lng. E sul pilastro ambiente sono già pronti 40 progetti in
Europa che vanno dallo sviluppo degli scrubber - le marmitte catalitiche delle
navi - a unità alimentate da energia elettrica.
«Abbiamo già impegnato la quasi totalità dei fondi
previsti» spiega Wojciech Sopinski, advisor di Brian Simpson, il coordinatore
delle Autostrade del mare. E sono stati i due rappresentanti di Bruxelles ad
aprire ieri i lavori a Trieste della conferenza, organizzata da MediTelegraph,
Autorità di Sistema portuale di Trieste e Regione Friuli Venezia Giulia, sul
tema dello sviluppo delle reti dei trasporti europei, quindi anche dello short
sea shipping. Gli altri due pilastri indicati da Bruxelles si poggiano
sull’integrazione della catena logistica - l’Europa garantisce quasi 400
milioni - e sulla safety con investimenti che si avvicinano al miliardo di
euro: «Puntiamo sulla sicurezza a bordo e nei terminal» dice ancora Sopinski.
Certo il budget per il biennio 2016/2017 è «ridotto: in totale ci sono 100
milioni, mentre nel 2015 erano 280 milioni e nel 2014 avevamo toccato i 350
milioni» spiega.
Trieste è la porta dell’Europa per il traffico che, a
bordo delle navi ro/ro, raggiunge la Germania dalla Turchia. Ma questi volumi
non sono solo importanti per Trieste e per il “ponte” che attraversa
l’Adriatico, «ma sono fondamentali per tutto il Paese: il traffico dei
semirimorchi è ancora considerato di serie B, ma è un giudizio sbagliato:
l’anno scorso i volumi dei trailer hanno superato i container per la prima
volta» attacca Zeno D’Agostino, presidente dell’Authority di Trieste.
Significa che sulle strade di mezza Europa ci sono meno
tir che hanno preferito imbarcarsi sulle navi - le ro/ro - invece che
completare il percorso su strada. E all’arrivo in porto il viaggio green
continua: «Noi facciamo 7.700 treni all’anno - spiega ancora D’Agostino -
abbiamo aumentato la quota di merce che viaggia su ferrovia del 28% solo
nell’ultimo anno. In due anni siamo cresciuti del 68%». Alcuni terminal a
Trieste hanno una quota di merce su ferrovia che supera l’80%. «Dico di più: se
contiamo su questo aspetto, la nostra quota e la sommiamo con i risultati di
Koper, arriviamo ad un risultato migliore di quello di Rotterdam».
Trieste si sente già concorrente del Northern Range, ma
serve un’alleanza con Capodistria (Koper): «Dobbiamo cercare una
collaborazione. Certo è complicato quando le regole, le unità di misura tra noi
e loro, sono diverse. Però dobbiamo trovare una sinergia, anche con Fiume. Ci
arriveremo» dice la presidente della Regione Debora Serracchiani. Trieste si
prepara così al futuro: «Lo abbiamo già impostato - dice ancora D’Agostino -
con la connessione con Servola nel 2018 arriveremo ad una capacità di quasi 800
mila teu, nel 2020 ci saranno ulteriori investimenti e la capacità arriverà a
1,2 milioni.
L’obiettivo è arrivare entro il 2025 a due milioni di teu
di capacità sulla nostra infrastruttura ferroviaria».
Nessun commento:
Posta un commento