Nel porto di Amburgo la sfida della convivenza
uomo-robot
Un terminal innovativo dove la logistica delle merci è
affidata a gigantesche gru quasi completamente automatizzate e a camion
autoguidati che non prevedono l'impiego di autisti: è quello che succede al
porto di Amburgo che, grazie all'utilizzo massiccio di tecnologia, ha
modificato profondamente il suo funzionamento. Ma non mancano i timori da parte
dei lavoratori che temono di perdere l'impiego e di essere sostituiti da una
macchina.
L'automazione del terminal - L'obiettivo di Amburgo è di
diventare il principale porto merci d'Europa, una sfida che vede la città
tedesca competere con Rotterdam (Olanda) e Anversa (Belgio). Per arrivare a
ottenere questo risultato si è scelta la strada dell'automazione. Grazie
all'impiego di una nuova generazione di gru è possibile spostare i container 24
ore su 24 senza soste in un complesso meccanismo che non si ferma mai, anche
quando le condizioni atmosferiche si fanno difficili.
Il funzionamento delle
gru è quasi completamente automatizzato nello scaricare i container dalle navi
e i manovratori sono impiegati solo per le operazioni più complesse. I
trasporti interni al terminal automatizzato avvengono invece attraverso camion che
si muovono su binari virtuali che ne definiscono le traiettorie: questi mezzi
non sono però dotati di sensori per rilevare la presenza di uomini per cui
l'area interna del porto è off limits.
Meno lavoro umano - Si stima che la produttività nel
complesso raggiunta dal porto di Amburgo sia più alta di quella di un terminal
tradizionale. In pratica questo snodo logistico è in grado di muovere fino a
190 container all'ora rispetto ad un terminal classico che si ferma a circa
130. Sul fronte della manodopera, Amburgo impiega 720 dipendenti che
rappresentano circa il 25% in meno rispetto alle strutture classiche. Ma il
taglio dei lavoratori potrebbe crescere ulteriormente, visto che sono in corso
sperimentazioni per rendere l'automazione ancora più profonda, e il sindacato
dei portuali è al lavoro per affrontare la sfida e immaginare nuovi profili
lavorativi per il futuro.
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