sabato 17 dicembre 2016

TERZA LEZIONE DEL CORSO DI POLITICA - autodefinizione ironica

TERZA LEZIONE
CORSO DI POLITICA 

FAQ TRIESTE





A questo punto siamo arrivati alla terza lezione e ci sentiamo già degli esperti di strategia e tattica politica. Possiamo quindi affrontare il nodo della crisi di governo dopo la vittoria del NO al referendum costituzionale. Come è stata possibile l’operazione di un governo fotocopia “ governo Renzi, senza Renzi “ ?

I voti conseguiti dai Si e dai No sono, almeno in parte, trasversali a tutti i partiti. È azzardato affermare che la percentuale conseguita dal Si sia appannaggio esclusivo del Pd nonostante Renzi abbia, in un primo tempo, tentato di trasformarlo in un voto per se stesso, salvo poi smentirlo vista la mala parata che già si annusava nell'aria. Quindi, credo che il Pd quanto gli altri partiti non possano crogiolarsi per un voto che sicuramente potrebbe non rispecchiare altre competizioni elettorali.

Fatto sta che il grande sconfitto è il Pd e in particolare tutta la sua classe dirigente con Renzi in testa. D’altra parte egli stesso aveva preannunciato le sue dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri e da Segretario nazionale del Pd se avesse vinto il No. Però Renzi ha mantenuto solo in parte l’impegno a dimettersi. Lo ha fatto come presidente del consiglio ma non da segretario nazionale Pd.

E subito dopo la sconfitta referendaria Renzi si è visto costretto ad andarsene aprendo la crisi di governo con la conseguente nascita di uno nuovo. Ed è qui che immediatamente si capisce la ragione per la quale Renzi rimasto segretario del partito, gestisce la crisi di governo dietro le quinte riuscendo a condizionare la scelta dei Ministri.

Tutti hanno visto che il neo presidente del consiglio dei ministri, Gentiloni ma anche il Presidente della Repubblica, pedissequamente obbediscono alle disposizioni di Renzi. Lo testimonia il neo nato governo fotocopia del precedente e l’inclusione nella compagine governativa della Boschi e della Finocchiaro rispettivamente ministra della riforma costituzionale e, l’altra, presidente della commissione parlamentare per la stessa riforma.


Quindi, Renzi “docet”, pronto a dominare la scena politica anche successivamente, fino alle elezioni che lui vorrebbe anticipate rispetto la scadenza del 2018. Ma, è facile immaginare che il suo sarà un progetto fallimentare perché la sconfitta elettorale al referendum è stata molto pesante e la sua immagine è stata molto scalfita, le sue promesse elettorali non sono state mantenute e la sua azione di governo è stata considerata molto negativa perché non è stato capace di risolvere prima di tutto i problemi del lavoro e della occupazione.

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