giovedì 15 settembre 2016

CHI E' GERRY WANG IL CEO DI SEASPAN ?

Visto che avete imparato da tempo a conoscere il blog sapete bene e a vostre spese che non siamo un rigoroso sito specializzato in shipping & logistica, anche se ci valutate bene informati e competenti. Qualche volta abbiamo affrontato temi seri con toni da paparazzo e da giornale scandalistico. E’ il nostro modo di attirare la vostra attenzione senza annoiarvi con lunghe analisi e tabelle ma solleticando la vostra curiosità più ingenua e pettegola. Questa è una di quelle volte. ( resta inteso che tutto quanto scritto è documentato e serio )

CHI E’ QUEST’UOMO ? Vi presentiamo Gerry Wang il CEO di Seaspan le cui dichiarazioni vengono oggi riportate in un articolo da TrasportoEuropa  - che in questo fa un ottimo servizio. 

Cosa vuol dire essere il CEO di SEASPAN : CEO che sta per Chief Executive Officer, è la sigla usata per indicare la persona che ha la responsabilità più alta all'interno di una società – Seaspan è un'associazione di aziende canadesi principalmente coinvolte nel trasporto marino costiero, shipdocking / nave di scorta, riparazione navale e servizi di costruzione navale nella parte occidentale del Nord America.

Cosa dichiara di così importante ? Il Ceo della compagnia marittima asiatica (? ndr) Seaspan afferma che la bancarotta della società sud-



coreana conta per il trasporto marittimo di container come il fallimento della società finanziaria statunitense del 2008. Preoccupazione per fondi e banche tedeschi.

Ma non basta! Nello stesso articolo viene citato Un articolo del Wall Street Journal del 13 settembre che  spiega come la tempesta possa investire anche il settore finanziario, che negli ultimi anni ha investito notevoli risorse nello shipping, diventando anche una delle cause del crollo dei noli perché hanno finanziato la costruzione delle nuove grandi portacontainer, provocando un eccesso di stiva. 

In particolare, il quotidiano considera la finanza tedesca e i fondi Kommanditgesellschaft, molto attivi nello shipping.

Gli analisti non hanno dovuto aspettare il fallimento della Hainjin Shipping e nemmeno le intuizioni di mr. Gerry Wang. Ai lettori di questo blog abbiamo indicato già da tempo lo scritto di Sergio Bologna del dicembre 2012 dal titolo inequivocabile:

IL CRACK CHE VIENE DAL MARE


Dove la connessione, il collegamento, o ancora più semplice il legame: tra la crisi dei container in arrivo, la finanziarizzazione dello shipping e l’individuazione del rischio per i fondi tedeschi in particolare sono eventi descritti anticipatamente con una notevole e apprezzabile perfezione.

Alla tempesta perfetta di George Clooney noi preferiamo la versione di Sergio Bologna della “ tempesta perfetta “ prossimamente nei “cinema”.



Ci dispiace per il “grande pubblico” e in particolare per i triestini lettori de IL PICCOLO e telespettatori di Tele4 che non hanno ancora ricevuto la notizia. Invece di fare il conto alla rovescia dei primi 100 giorni di Dipiazza sindaco sarebbe bene “contare” quanti giorni ci metterà la notizia della crisi mondiale dei container ad arrivare alle orecchie dei cittadini di Trieste.


Aspettando la tempesta perfetta di Sergio Bologna, e invitandovi a rileggere “Il crack che viene dal mare” del dicembre 2012 vi proponiamo il comunque interessante articolo di TrasportoEuropa.


Crisi Hanjin paragonabile a fallimento Lehman?

Mercoledì 14 Settembre 2016

Il Ceo della compagnia marittima asiatica Seaspan afferma che la bancarotta della società sud-coreana conta per il trasporto marittimo di container come il fallimento della società finanziaria statunitense del 2008. Preoccupazione per fondi e banche tedeschi.

Come molti ricordano, il fallimento della Lehman Brothers Holdings è considerato l'innesco della crisi finanziaria globale del 2008, le cui conseguenze stiamo scontando ancora oggi. Per Gerry Wang - il Ceo di Seaspan di Hong Kong – la richiesta di amministrazione controllata presentata da Hanjin Shipping rappresenta un evento analogo per l'intero trasporto di container. Wang parla a Bloomberg Television come diretto interessato, perché la sua società ha tre navi noleggiate alle compagnia sud-coreana e ha respinto la richiesta di una riduzione del nolo presentata da Hanjin prima dell'amministrazione controllata.

Per Wang la "bomba atomica" esplosa dalla crisi di Hanjin non colpisce solamente le società di trasporto marittimo, ma anche l'intera filiera logistica, che è un pilastro della globalizzazione. Una conseguenza sul breve termine è l'aumento dei noli container, causato dal vuoto di stiva provocato dal fermo di decine di portacontainer Hanjin proprio nel periodo di picco delle domanda. Una notizia che ha anche un aspetto positivo per il trasporto, che ha visto un costante calo degli introiti proprio a causa del crollo dei noli. Ma per il sistema economico globale questo aumento avrà una valenza diversa.

Infatti, le conseguenze della crisi di Hanjin colpiscono anche fuori dal mondo della logistica e della produzione. Un articolo del Wall Street Journal del 13 settembre spiega come la tempesta possa investire anche il settore finanziario, che negli ultimi anni ha investito notevoli risorse nello shipping, diventando anche una delle cause del crollo dei noli perché hanno finanziato la costruzione delle nuove grandi portacontainer, provocando un eccesso di stiva. In particolare, il quotidiano considera la finanza tedesca e i fondi Kommanditgesellschaft, molto attivi nello shipping.
Secondo l'associazione tedesca BSI i fondi tedeschi avrebbero investito nel settore circa 17,5 miliardi di dollari solo nel 2015. E Deutsche Fondsresearch stima che un quinto delle 2200 navi possedute dai fondi sarebbero insolventi, con una preoccupante tendenza alla crescita. Il WSJ sostiene che una debacle dei Kommanditgesellschaft potrebbe trascinare anche alcune importanti banche tedesche che hanno puntato sul mare, come HSH Nordbank e Commerzbank. Insomma, ci sono i presupposti per l'esplosione della bolla shipping

Nessun commento:

Posta un commento