giovedì 7 luglio 2016

LUKA KOPER : IL PREMIER RICEVERA' I LAVORATORI MENTRE L'EX CHAIRMAN SDH SPUTA VELENO


          Alla fine la protesta ottiene un altro parziale riconoscimento: il premier Miro Cerar, fino a ieri risolutamente contrario ad incontrare i manifestanti ha dichiarato che “inviterà ad un colloquio una rappresentanza dei lavoratori di Luka Koper”, ufficialmente per chiarire la posizione del Governo e rivelare che “c’è qualcuno che sta manipolando i lavoratori ed alimentando il seme della menzogna tra di loro”. Per questo dichiara di voler rappresentare i fatti e la politica perseguita dal Governo in relazione a Luka Koper. Rifiuta comunque di sottostare a qualsivoglia tipo di ultimatum da parte loro.
       
“Sono molto rammaricato che i lavoratori di Luka Koper non abbiano ancora informazioni veritiere. C’è qualcuno che sta palesemente manipolando con la menzogna e li incita a compiere azioni del tutto non necessarie.” Cerar ha inoltre rassicurato i media anche circa le intenzioni reali del Governo anche nell’impegno per il  raddoppio del tracciato ferroviario Capodistria – Divača, che testimonierebbe anche sulla reale preoccupazione e l'operato del Governo per lo sviluppo di Luka Koper, che nessuno ha intenzione di privatizzare, chiosa il premier.


       "Se malgrado quanto ho già affermato pubblicamente negli ultimi giorni non sono riuscito a convincere i lavoratori sulle reali intenzioni del Governo ed essi continuano ad essere vittima di manipolazioni e menzogne, allora é giusto che ci incontriamo, in modo da presentare loro i fatti e la verità per come sono."

       Ricordiamo che i lavoratori avevano invitato il premier a scendere direttamente a Capodistria e continuano a richiedere le dimissioni del ministro all'infrastruttura, Peter Gašperšič e del sottosegretario alle finanze Metod Dragonja. 

Il premier aveva già fatto sapere di non voler prendere in alcuna considerazione tali ultimatum e sembra, anche con quest'ultima decisione (di incontrare i lavoratori) voglia scaricare l'intera responsabilità di tutta la vicenda all'Amministrazione di Luka Koper, che avrebbe permesso quanto accaduto con tutti i pesanti conseguenti danni economici, finanziari e d'immagine per i quali, secondo Cerar, qualcuno sarà chiamato a rispondere.

       In altra sede, ad un'audizione richiesta dalla commissione parlamentare per il controllo della finanza pubblica, é invece comparso il dimissionario ed ormai ex numero uno dell'SDH (Slovenski Državni Holdinga/Holding Statale Slovena), Marko Jazbec, che ha definito il blocco di Luka Koper uno spin mediatico finanziato con fondi pubblici dello scalo portuale chiedendosi anche, perché il Litorale non si sia sollevato già in precedenza (uno degli slogan della protesta è appunto »Vstala Primorska« - Il Litorale si é Levato, canto partigiano che è diventato poi di fatto l'inno del litorale sloveno). 
Jazbec ha lanciato attacchi pesanti all'attuale comitato di gestione di Luka Koper, tacciandolo di amministrazione corporativa e non lesinando con critiche pesanti anche all'indirizzo della presidente del comitato di controllo (che l'SDH intendeva sostituire). 
Secondo Jazbec il cda ed il cdc di Luka Koper gestiscono lo scalo perseguendo obiettivi politici e di mero arricchimento personale, operando anche per abbattere Miro Cerar e l'attuale Governo. 
Secondo Jazbec »Luka Koper é in mano a clan di corrotti, approfittatori e nepotisti che in connessione con alcuni dirigenti sindacali e utilizzando l'asserita ribellione – di facciata - dei lavoratori e del popolo hanno dichiarato guerra a noi, cosiddetti predatori di Lubiana«. Non ha voluto aggiungere niente sul ruolo della politica slovena al riguardo, ha però dichiarato che un suo parere potrebbe far fischiare le orecchie a più di qualcuno. 
" La vicenda é stata una manifestazione di protesta ed uno spin mediatico finanziato con denaro di Luka Koper, un meeting di strada che riporta ai tempi di Slobodan Milošević ", è convinto Jazbec, che si chiede anche come mai il Litorale non sia insorto nei casi di altre aziende ridimensionate, vendute o chiuse, citando espressamente Cimos, Tomos, Delamaris, Hoteli Bernardin, Primorje, MIP, Kraški zidar ed altre realtà.




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