“Sono molto rammaricato che i lavoratori
di Luka Koper non abbiano ancora informazioni veritiere. C’è qualcuno che sta
palesemente manipolando con la menzogna e li incita a compiere azioni del tutto
non necessarie.” Cerar ha inoltre rassicurato i media anche circa le intenzioni
reali del Governo anche nell’impegno per il
raddoppio del tracciato ferroviario Capodistria – Divača, che testimonierebbe anche sulla reale preoccupazione
e l'operato del Governo per lo sviluppo di Luka Koper, che nessuno ha
intenzione di privatizzare, chiosa il premier.
"Se malgrado quanto ho già
affermato pubblicamente negli ultimi giorni non sono riuscito a convincere i
lavoratori sulle reali intenzioni del Governo ed essi continuano ad essere
vittima di manipolazioni e menzogne, allora é giusto che ci incontriamo, in
modo da presentare loro i fatti e la verità per come sono."
Ricordiamo che i lavoratori
avevano invitato il premier a scendere direttamente a Capodistria e continuano
a richiedere le dimissioni del ministro all'infrastruttura, Peter Gašperšič e
del sottosegretario alle finanze Metod Dragonja.
Il premier aveva già fatto
sapere di non voler prendere in alcuna considerazione tali ultimatum e sembra,
anche con quest'ultima decisione (di incontrare i lavoratori) voglia scaricare
l'intera responsabilità di tutta la vicenda all'Amministrazione di Luka Koper,
che avrebbe permesso quanto accaduto con tutti i pesanti conseguenti danni
economici, finanziari e d'immagine per i quali, secondo Cerar, qualcuno sarà
chiamato a rispondere.

Jazbec ha lanciato attacchi pesanti
all'attuale comitato di gestione di Luka Koper, tacciandolo di amministrazione
corporativa e non lesinando con critiche pesanti anche all'indirizzo della
presidente del comitato di controllo (che l'SDH intendeva sostituire).
Secondo
Jazbec il cda ed il cdc di Luka Koper gestiscono lo scalo perseguendo obiettivi
politici e di mero arricchimento personale, operando anche per abbattere Miro
Cerar e l'attuale Governo.
Secondo Jazbec »Luka Koper é in mano a clan di
corrotti, approfittatori e nepotisti che in connessione con alcuni dirigenti
sindacali e utilizzando l'asserita ribellione – di facciata - dei lavoratori e
del popolo hanno dichiarato guerra a noi, cosiddetti predatori di Lubiana«. Non
ha voluto aggiungere niente sul ruolo della politica slovena al riguardo, ha
però dichiarato che un suo parere potrebbe far fischiare le orecchie a più di
qualcuno.
" La vicenda é stata una manifestazione di protesta ed uno spin
mediatico finanziato con denaro di Luka Koper, un meeting di strada che riporta
ai tempi di Slobodan Milošević ", è convinto
Jazbec, che si chiede anche come mai il Litorale non sia insorto nei casi di
altre aziende ridimensionate, vendute o chiuse, citando espressamente Cimos, Tomos, Delamaris, Hoteli Bernardin, Primorje, MIP,
Kraški zidar ed altre realtà.
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