mercoledì 6 luglio 2016

LUKA KOPER - IL GIORNO DOPO - 6 LUGLIO 2016 - RIFLESSIONI




Mladen Jovicic
“Adesso torneremo al lavoro”, ha affermato dopo la manifestazione di ieri in sostegno a Luka Koper uno degli animatori della protesta, Mladen Jovičič, che è anche rappresentante del sindacato dei gruisti e dei lavoratori all’interno del cda. Ha anche anticipato che per giovedì prossimo è previsto, alle 18.00, un altro presidio di protesta davanti alla sede del Governo a Lubiana. 

Mirko Slosar
Il presidente del consiglio dei lavoratori, Mirko Slosar, ritiene che la protesta spontanea iniziata venerdì scorso abbia già  portato ad una prima vittoria: le dimissioni del presidente dell’SDH (*)  Marko Jazbec ed il ritiro dei punti all’ordine del giorno riguardanti le sostituzioni dei revisori. Anche all’assemblea di ieri erano presenti, secondo alcune stime, almeno duemila persone, tra queste molte personalità della politica, della cultura e dello spettacolo, che hanno voluto dimostrare il proprio sostegno alla protesta con la propria presenza. 

“Sono convinto sia giusto che i lavoratori abbiano una maggiore influenza nella gestione delle aziende statali” ha potuto affermare Franco Juri, già sottosegretario, ambasciatore, parlamentare ed
attualmente direttore del museo nautico di Pirano. Tutti d’accordo nell’affermare che lo Stato non è il proprietario, ma solo il gestore del patrimonio pubblico comune e che Luka Koper è stata costruita dai lavoratori ed appartiene, casomai, a loro e non ad un Governo che non sa andare al di là di proposte piuttosto oscure su piani futuri di gestione corporativa e di “aperture ad investitori privati”, come si dice con belle parole sottendendo di voler parcellizzare e privatizzare.

Guardando alla vicenda dall’esterno si potrebbe dire che da ora, per i lavoratori e l’amministrazione di Luka Koper, inizierà la fase più difficile. Ottenute le prime vittorie parziali, delle quali abbiamo già riferito (a proposito: succede a Jazbec come presidente pro tempore dell’SDH (*) Lidia Glavina, manager slovena triestina con trascorsi all’Electrolux ed in altre multinazionali), adesso si tratterà di ottenere precise garanzie sul futuro dello scalo capodistriano, sapendo che il premier ed il Governo, al momento, non intendono concedere nulla. 

Per ora i lavoratori e Luka hanno dalla loro l’appoggio dell’opinione pubblica, anche se i media in questi ultimi giorni stanno insistendo molto sul fatto che sarà necessario conoscere quanto prima l’entità dei “danni provocati” in termini finanziari. Per ora le Ferrovie slovene, niente affatto solidali con la protesta di Luka Koper, hanno quantificato un importo di 700.000 euro perduti per ogni giornata di blocco da venerdì a lunedì, adesso molti si aspettano che anche altre categorie (armatori, spedizionieri, autotrasportatori) presenteranno il conto.

Miro Cerar
I lavoratori hanno compiuto indubbiamente un’azione intelligente e responsabile ritornando al lavoro ed accettando di riprendere con turni rinforzati, ma anche ieri le parole pronunciate a Lubiana dal premier Miro Cerar sembravano non lasciare spazio alla distensione e, soprattutto, ha nuovamente declinato l’invito ad essere presente in prima persona perché “non ci si può certo aspettare che il presidente del consiglio visiti tutte le aziende che si trovano in stato di crisi” – come se Luka Koper fosse una qualsiasi piccola azienda statale e non l’unico porto della Slovenia…

Peter Gaspersic
Metod Dragonja
A posteriori possiamo affermare con certezza che non è stata la volontà di procedere alla sostituzione dei componenti il collegio dei revisori (con l’indicazione tra i nuovi di una “quinta colonna”, il manager  tedesco Jurgen Sorgenfrei) a provocare la rivolta, ma proprio il ruolo ambiguo giocato in questa vicenda dal Governo, che pubblicamente afferma di voler fare una cosa, mentre i carteggi e lo scambio di documenti tra il ministro ai trasporti ed all’infrastruttura, Peter Gašperšič, ed il sottosegretario del MEF sloveno Metod Dragonja dimostrano chiaramente che il Governo intende dare un assetto completamente nuovo a Luka Koper, istituendo un’Autorità Portuale ed un nuovo regime di rilascio delle concessioni che consentirebbe a privati ed investitori stranieri di concorrere per la gestione di pezzi del porto.

L’anomalia di Luka Koper, rispetto ad altre vicende analoghe, risiede nel fatto che a Capodistria stanno remando nella stessa direzione lavoratori ed amministrazione. Quando si sono levate le prime proteste per l’indicazione di Sorgenfrei, l’SDH (*)  ed il Governo non hanno proposto altri nomi, hanno ribattuto dicendo che Luka Koper deve spiegare come mai il costo del lavoro è tanto alto, perché gli operai guadagnano in media più dei loro omologhi di altri settori e perché gli emolumenti dei membri del cda sono tanto elevati. 

Dragotin Matic
Su questo ha risposto direttamente Dragotin Matič, attuale presidente di Luka Koper ed a sua volta ex lavoratore portuale che ha affermato: »E' vero, i nostri emolumenti sono elevati, ma commisurati agli utili che l'azienda produce. E' vero, i nostri lavoratori guadagnano meglio e si sono conquistati, negli anni, a prezzo di lotte, anche la 13a mensilità e le ferie pagate. Hanno lottato per ottenere anche la parità di trattamento tra dipendenti diretti ed esterni. Chiedo però, a chi si scandalizza per il buon trattamento economico dei nostri dipendenti, di sapere dove trascorra abitualmente il 25 dicembre, il 1° gennaio ed il 1° maggio: i nostri lavoratori fanno funzionare bene il porto anche in quelle giornate.«




(*) SDH   Slovenski Državni Holding/ Holding Statale Slovena), che é la "Bad Bank" incaricata di occuparsi della vendita, della liquidazione e della privatizzazione di enti, istituzioni, imprese e banche con prevalenza di capitale pubblico (e non) in sofferenza o in palese dissesto con lo scopo preciso di recuperare un po' di liquidità smantellando e vendendo (prevalentemente ad imprese straniere) alcuni gioielli di famiglia "in sofferenza".

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