mercoledì 20 luglio 2016

DEPOSITI COSTIERI TRIESTE - PROBLEMA RISOLTO ? SIAMO APPENA ALL'INIZIO ?

Come rivelato nei giorni scorsi dal quotidiano Staffettaonline, il provvedimento delle Dogane scaturiva da un’indagine della Guardia di Finanza sui presunti inadempimenti fiscali (mancato versamento di accise e Iva) di uno dei clienti di DCT, la svizzero-maltese Maloa Ltd. Da questa inadempienza l'Agenzia delle Dogane aveva emesso il alla erogazione dei carburanti, divieto che per altro sarebbe stato esteso ad altri depositi costieri a Ravenna (quelli del Gruppo PIR).

 Oggi lo stesso quotidiano raccoglie interesse e soddisfazione degli operatori del settore petrolifero per la sentenza del TAR del Friuli Venezia Giulia che riapre i rubinetti dei prodotti petroliferi di Trieste.






Ma l'articolo sicuramente più interessante è quello che Ship2shore dedica alla vicenda. 


Nella prima parte Andrea Moizo ricostruisce la cronaca dei fatti e delle dichiarazioni, mentre nella seconda parte dedica l'attenzione alla società inadempiente, la Maloa Ltd che non avrebbe versato Accise e IVA per i prodotti sbarcati nei Depositi Costieri Trieste.


L’ombra dei faccendieri di Labirinto (e non solo) sul trading di carburanti



Un piccolo approfondimento sul trader Maloa è utile per inquadrare il tipo di cliente i cui presunti (dalla Guardia di Finanza) inadempimenti fiscali (per oltre 2,5 milioni di euro solo a Trieste) hanno bloccato le attività di DCT e coinvolto quelle del Gruppo PIR a Ravenna (nonché, forse, di altri operatori a Marghera).......

Maloa Italia ha sede a Roma in via della Cellulosa 25, lo stesso indirizzo presso cui operava, come titolare di diverse società di consulenza, il sedicente commercialista Alberto Orsini, arrestato un paio di settimane fa nell’ambito della cosiddetta Operazione Labirinto coordinata dalla Procura di Roma, con l’accusa, fra le altre, di aver “costituito e gestito – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – anche mediante prestanome, quindi occultamente, numerose società commerciali utilizzate per emettere fatture per operazioni inesistenti”. Non a caso Orsini è il segretario che ha verbalizzato l’assemblea di approvazione del bilancio 2015 di Maloa Italia, alla presenza del presidente (e azionista al 5%) Hamitaj Sokol........

Il resto dell'articolo oltremodo interessante lo trovate sul sito Ship2Shore , di cui noi citiamo ancora la domanda finale di chiusura :

Tutto ignoto a chi di Maloa ha accettato le commesse o si è trattato di un rischio (non perfettamente) calcolato?   

Per finire e per i nostri lettori non triestini ecco l'articolo di oggi del quotidiano IL PICCOLO   

Via libera alla Depositi costieri dopo lo stop alle erogazioni dovuto alle inadempienze del fornitore

Il Tar riapre i rubinetti del gasolio per le navi

Il Tar ha sbloccato i serbatoi della Depositi costieri Trieste e - da ieri mattina - ha di fatto liberato centinaia di migliaia di litri di gasolio. Si tratta del carburante destinato non solo ad alimentare una parte della rete dei distributori sul territorio, ma anche e soprattutto al rifornimento - tramite la Giuliana Bunkeraggi - delle navi. 

Lo stop - revocato «per ragioni di eccezionale urgenza e grave danno subito dalla società» - era stato dovuto a un’inadempienza dell’impresa di distribuzione, la maltese Maloa Ltd, che non aveva pagato entro la scadenza le accise per oltre due milioni e mezzo di euro. «Sono felice - ha detto Franco Napp, amministratore delegato di Depositi costieri - che la situazione si sia sbloccata e che l’attività sia ripresa regolarmente». 

A rivolgersi al Tar, per conto di Franco Napp, erano stati gli avvocati Giovanni Borgna, Guido Barzazi e Massimo Campailla, che hanno contestualmente attivato un procedimento per i danni - circa 100mila euro - subiti a causa del mancato pagamento delle accise.  L’allarme era scattato lunedì 11, quando gli uffici amministrativi della Depositi costieri si erano accorti che era scaduto il termine ultimo per adempiere agli obblighi fiscali da parte della società maltese. Per questo, e cioè per non incorrere in pesantissime sanzioni, era stato deciso il black out. 

Fino a mercoledì erano state consentite solo alcune piccole operazioni. Poi da giovedì erano stati chiusi i rubinetti. Era scattato, insomma, lo stop assoluto. Uno stop che, in linea teorica, avrebbe potuto avere conseguenze anche e soprattutto sul rifornimento delle navi. Infatti la Depositi costieri Trieste fornisce il “prodotto” alla Giuliana Bunkeraggi che, appunto, si occupa del trasporto del gasolio destinato ai serbatoi delle navi. Era stata anche convocata in Prefettura una riunione d'urgenza, presieduta dal prefetto Annapaola Porzio, alla quale avevano partecipato il segretario generale dell'Autorità portuale Antonio Sommariva, lo stesso amministratore di Depositi costieri Franco Napp e un funzionario dell’Agenzia delle dogane. 

Lo scopo: quello di trovare una soluzione per sbrogliare la matassa, per aprire cioè i rubinetti del gasolio della Depositi costieri destinato - indirettamente - sia alle navi che ai distributori, prima che potessero verificarsi gravi problemi con conseguenze anche sul piano occupazionale. Ma il Tar ha bruciato le tappe. E i rubinetti sono stati aperti.(c.b.)

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