QUALCOSA E' CAMBIATO ?
Il sabato prima delle elezioni dovrebbe essere
tradizionalmente un giorno di riflessione e di tregua elettorale.
Non è
difficile prevedere che i “media” in genere ed i “social media” in particolare
non rispetteranno questa pausa.
Anni fa, quando le campagne elettorali erano
diverse, al venerdì sera i partiti tenevano i comizi finali e poi si entrava in
una specie di terra di nessuno fino allo spoglio delle schede.
Quando per la giornata del sabato e per tutta la domenica del
voto cessavano la propaganda e le sollecitazioni al voto automaticamente
scemava per un po’ l’importanza della scadenza elettorale. Le persone si
accorgevano che si poteva vivere bene anche senza parlare o tifare di politica.
Questo sabato prima delle elezioni comunali per noi di FAQ TRIESTE è una occasione di
riflessione anche perché tra due settimane, precisamente al 1° luglio,
completiamo il secondo anno di attività e si potrebbe anche abbozzare un
bilancio.
Quindi per oggi niente domande o risposte, ci fermiamo un
giorno a cercare di capire cosa e quanto è cambiato negli ambienti e nei
settori dei quali ci siamo occupati in città e della qualità dell’informazione
prodotta.
UNA NUOVA
NARRAZIONE
Di questi tempi va di moda proporre una “ nuova narrazione “
per sottolineare che qualcosa è cambiato e che bisogna adeguare alla realtà e
rinnovare i nostri schemi interpretativi.
Proviamo a farlo anche noi con una
narrazione provocatoria e volutamente fuori dagli schemi.
Iniziamo dalla questione della Ferriera di Servola che da più
di vent’anni è argomento centrale di campagne elettorali e argomento comune
della vita di tutti i giorni.
Gli unici rimasti fermi, arroccati in una difesa
ad oltranza di “quel posto di lavoro” e non di un diritto al lavoro che valga
anche per altri, sono i lavoratori dello stabilimento siderurgico e le loro
rappresentanze sindacali.
Arvedi non è per niente simile alla figura del
“padrone delle ferriere” che ancora serviva per rappresentare la gestione
Lucchini o il menefreghismo del russo Mordachov.
Sono cambiati anche gli “
ambientalisti “, i verdi, ed i cittadini che hanno condiviso informazioni,
ragionamenti e iniziative.
Una volta c’erano i talebani integralisti del lavoro
da una parte e i talebani integralisti dell’ambiente, oggi le differenze sono
evidenti. Salute, giustizia e lavoro diventano componenti di uno stesso
discorso.
I cittadini mobilitati sull’inquinamento siderurgico sanno
distinguere tra area a caldo e attività logistica di banchina per lo
stabilimento Arvedi di Cremona. Questa attenzione all’ambiente si allarga alle
questioni del traffico, del rigassificatore senza troppe contraddizioni o
difficoltà. Di questi cambiamenti la politica dei partiti deve tenerne conto e
mantenere gli impegni e misurare le parole.
Anche la politica dei partiti sta segnando il passo. Da molte
parti ormai si predica il superamento della contrapposizione tra destra e
sinistra scegliendo altre definizioni, sistema o antisistema, europeisti o
meno. Questo succede nella consapevolezza di tutti che sinistra e destra sono
ben definite e saranno sempre contrapposte.
Allora questo presunto superamento della contrapposizione destra e sinistra è solo un utile escamotage per chi vuole continuare ad amministrare il
potere ( disposti quindi ad ogni compromesso ) o a chi vuole coalizzare le
opposizioni.
La politica dei partiti non disegna progetti o programmi a
lunga scadenza, ma piuttosto segue e cerca di incrociare la società nei suoi
percorsi. La politica dei partiti non determina il futuro ma molto più
modestamente cerca un ruolo accanto alle forze produttive della società e le segue
assecondandole.
Questo probabilmente è successo anche con un fenomeno
particolare come quello dell’indipendentismo triestino che ha animato il
dibattito cittadino tra giuste rivendicazioni e improvvide citazioni del
segretario dell’ONU.
Oggi fa una certa impressione leggere la nota della
presidente della Regione FVG sui Punti Franchi che rivendica come un ottimo
risultato la prossima firma di un decreto che attuerà finalmente l’Allegato
VIII per quanto concerne il Porto Franco Internazionale di Trieste.
Leggere che
il presidente dell’Autorità Portuale di Trieste avrà i poteri del Direttore del
Porto , figura prevista nell’Allegato VIII, darà una certa vertigine a tutti
coloro che si erano sprecati a sostenere che immaginare un utilizzo attuale
dell’Allegato VIII era un esercizio antistorico.
Vi sembra importante stabilire se la scelta della guida
dell’APT è stata fatta per rispondere alle istanze indipendentiste ed
autonomiste o se è stata fatta perché qualcuno ha finalmente capito che questo
porto meritava di svilupparsi in questa nuova situazione geopolitica ? Sarebbe
un esercizio di pura teoria, lasciamo perdere.
Guardiamo piuttosto ai risultati conseguiti in quest’ultimo
anno dall’APT, obiettivi raggiunti che abbiamo puntualmente documentato. Il consenso
raccolto dall’attività dell’APT è trasversale ma sincero, non ha una matrice
opportunista.
Per questi motivi possiamo invertire la consueta
interpretazione per cui la politica determinerà il successo o l’immobilismo di
questa città.
Non dobbiamo chiederci se il prossimo sindaco agevolerà o metterà
i bastoni tra le ruote al rilancio del porto con tanto di Allegato VIII ?
La
domanda corretta che crediamo sia rispondente alla realtà potrebbe essere
questa: “ Riuscirà il prossimo sindaco a collaborare e a non farsi travolgere
dalle forze produttive di questa città che si sono messe in movimento e che
hanno trovato una risposta positiva e costruttiva dagli attuali vertici
dell’Autorità portuale di Trieste ?
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