L'abbiamo trovato con una ricerca in rete e ve lo proponiamo dal sito Formiche

Chi non ha tempo o voglia di guardarsi i video di PrimoCanale che vi abbiamo proposto ieri può comodamente leggersi un testo di Giancarlo Salemi che è uno dei blogger di Formiche.net , un sito che vi consigliamo di andare a vedere per come funziona e come è organizzato.
Che cosa ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, nel corso dell'audizione in Senato ?
Difende con forza la sua riforma dei porti, “attesa da
vent’anni”, il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. “In un anno
abbiamo fatto passi da gigante”, ha
detto ieri davanti ai senatori riuniti
della Commissione Lavori Pubblici del Senato e “andremo in porto entro
l’estate” per recuperare tutto il tempo perduto. E così i 54 porti gestiti in
precedenza da 23 autorità, “spesso in conflitto tra loro” si ridurranno
inevitabilmente a 15 con accorpamenti che hanno fatto storcere il naso a
qualcuno ma che il Ministro difende anche perché ci sono accordi “con le
Regioni perché tutto proceda nel migliore dei modi”.
Delrio è stato chiaro: la riforma non può essere
smantellata. Si ascolteranno le ragioni di tutti, ma la direzione intrapresa
non si può modificare. “Manterremo l’impegno assunto con le Regioni che ha
portato all’intesa” ma “faremo di tutto per evitare che qualcuno ecceda” e
“spingeremo perché si facciano le aggregazioni”. Non a caso il ministro ha
parlato del regime transitorio per la riduzione delle Autorità portuali. Per
chiedere che non avvengano gli accorpamenti dovrà essere presentata un’istanza
con motivazioni al ministero dei Trasporti che poi valuterà la richiesta.
Secondo Delrio però “bisogna impedire che questo diventi l’occasione per
svuotare di significato il tema degli accorpamenti delle Autorità portuali”.
Insomma questa volta non prevarrà la “logica dei campanili” semmai si punta a
recuperare un gap infrastrutturale che pesa sull’intero comparto.
“Abbiamo solo quattro interporti su venti che lavorano – ha
sottolineato il ministro – gli altri potrebbero fare molto meglio. Esiste il
tema dei ‘retro-porti’ e della loro logistica, per questo abbiamo stabilito un
tavolo di lavoro al ministero che studia le sinergie potenziali da mettere in
atto”. Per questo Delrio ha sottolineato come “per far ripartire gli
investimenti, migliorare il coordinamento e sburocratizzare bisognava non guardare
in faccia a nessuno”. Anche perché mentre il mondo nel frattempo ha visto
raddoppiare il canale di Suez, il porto del Pireo diventare la base logistica
della Cina nel mediterraneo e Rotterdam in Olanda essersi trasformato nel primo
hub europeo. Tutto questo mentre “i porti italiani hanno arrancato con poche e
rare eccezioni”. E in questi anni a pesare sono state di più le inefficienze
che un report di Cassa Depositi e Prestiti ha stimato “in un gap annuale di
competitività logistica di 12 miliardi di euro”, con le stesse aziende italiane che finiscono
per scegliere i porti esteri per la movimentazione dei loro carichi. Una
riforma agognata, quindi, che entrerà in vigore a settembre, dopo i pareri
delle commissioni di Camera e Senato.
“C’è quasi un miliardo di euro” stanziato, ha ricordato
Delrio, “per il potenziamento dei corridoi per il trasporto delle merci”. In
particolare per la zona “tirrenica” e quella “adriatica” che “siano in grado di
effettuare i trasporti”. Uno sforzo che serve a rilanciare le nostre
infrastrutture marittime con un occhio di riguardo anche al tema del personale
anche se il ministro ha ricordato come “non si possono applicare” ai dipendenti
delle Autorità portuali le regole del pubblico impiego. “Hanno contratti di
tipo privatistico” e questo “profilo va tutelato. Non possono essere equiparati
ai dipendenti pubblici”. Ma l’intenzione è di fare una riforma che sia a somma
positiva, cercando di non lasciare per strada, o per mare, nessuno.
Per questo il governo va avanti a tappe forzate. Entro
l’estate arriveranno le nomine dei futuri presidenti delle autorità portuali,
con Delrio che in audizione ha precisato che ci sarà una stretta in riferimento
ai presidenti in scadenza e quelli che non potranno continuare a presiedere le
Autorità viste le nuove regole dettate dalla riforma Madia sugli incarichi ai
pensionati inserite nel disegno di legge delega sulla pubblica amministrazione.
Ci saranno molte resistenze al riguardo – sono convinti dallo staff del
ministro – anche per rendite di posizione garantite da anni di “non governo”,
ma indietro non si torna. Questo Delrio l’ha fatto capire chiaramente.
Intanto è arrivato il parere del Consiglio di Stato allo
schema di regolamento del ministero delle Infrastrutture. Nel parere viene
sottolineata l’importanza di “garantire la più ampia applicazione dei principi
di trasparenza, non discriminazione e concorrenza” in un settore, quello
portuale, rimesso per decenni alle troppe scelte discrezionali delle singole
Autorità. Occorre superare una procedura che risale al 1952 e che prende le
mosse dall’istanza del soggetto interessato al rilascio (o al rinnovo) della
concessione, concedendo agli altri soggetti interessati solo la possibilità di
opporsi in un breve termine. Con un nuovo meccanismo, competitivo e aperto –
ritiene il Consiglio di Stato – si possono offrire ai porti italiani maggiori
opportunità di investimento, in una logica non di perpetuazione dell’esistente,
ma di spinta a una maggiore efficienza dei concessionari. Ciò è anche in linea
con la recente riforma della governance delle autorità portuali di cui al
parere n. 1142 del 9 maggio 2016 dello stesso Consiglio di Stato. Permangono,
inoltre, alcune altre criticità: il parere ha infatti ritenuto necessario
fissare i livelli minimi dei canoni dovuti dai concessionari, e individuare
criteri per la durata delle concessioni.
GIANCARLO SALEMI Giornalista professionista, ha lavorato
nelle redazioni del Tg4, Il Giornale, Liberal, Affari & Finanza e, come
corrispondente, per Tribuna de Actualidad. È stato tra i curatori della
comunicazione aziendale di Cirlab, Netsystem ed Enel. È autore dei libri El Paìs,
le ragioni di una svolta (Franco Angeli, 1999), Europa di carta guida alla
stampa estera (Franco Angeli, terza edizione 2009) e coautore del volume Guido
Gonella, il giornalista (Edizioni Goliardiche, 2006). Ha insegnato Storia del
giornalismo europeo all'Università Lumsa di Roma. Nel 2006 ha vinto il premio
giornalistico come addetto stampa dell'anno per l'economia. E' stato capo
ufficio stampa del Ministero del Commercio Internazionale,vice coordinatore
dell'Ufficio Stampa e Comunicazione del Miinistero dello Sviluppo Economicoe e
assistente per la stampa nazionale a Palazzo Chigi durante l'esperienza del
Governo tecnico guidato dal prof. Mario Monti.
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