lunedì 13 giugno 2016

I DANNI COLLATERALI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

 " Certe idee in qualche caso è meglio tenerle nel cassetto fino al giorno della conferma della rielezione per non fare regali all’avversario."



I DANNI COLLATERALI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

Nella campagna elettorale degli Stati Uniti, la più famosa e la più seguita al mondo, quella a cui sono state dedicate centinaia di serie televisive, abbiamo tutti visto candidati proiettati alla vittoria di colpo fermati da uno scandalo o da una mossa elettorale sbagliata.  

Nella campagna elettorale statunitense a malapena entrano le figure dei vicepresidenti e la sfida si consuma tra due figure. La tradizione italiana per tanti anni è stata più complessa avendo per protagonisti i partiti, le preferenze e le alleanze dopo il voto. Solo negli anni recenti con la riforma delle leggi elettorali ( elezione dei sindaci, Porcellum, Italicum, ecc. ) i partiti italiani hanno iniziato ad essere simili a quelli democratico e repubblicano degli USA diventando sempre più solo comitati elettorali.

Nelle campagne elettorali si sa come si entra e non si sa come se ne esce.


Succede quindi che chi entra nella campagna elettorale con presunzione, arroganza e troppa sicurezza di vincere rischia di commettere errori gravi che poi sarà la cittadinanza a pagare.

50 milioni per il Porto Vecchio

Il Partito Democratico si è impegnato per ottenere lo stanziamento di 50 milioni per il Porto vecchio come prima tranche di investimento pubblico. L’occasione è stata colta inserendo questi milioni nel piano del ministro Franceschini denominato 1 miliardo per la cultura. Probabilmente i 50 milioni sono stati assegnati all’interno di quel piano per far arrivare la notizia prima delle elezioni e concorrere alla stessa.

Questa fretta rischia di produrre confusione ( si possono impegnare soldi per la cultura per opere di urbanizzazione comprese fognature ? ) ed alcuni commentatori già prefigurano “ un regalo all’avversario “ nel senso che questi milioni verranno impiegati dal nuovo Sindaco , che non è detto sia quello uscente. Qualcuno nel Partito Democratico ha cercato di mettere una pezza a questa eventualità affidando questi finanziamenti alla gestione regionale che sarà a guida Serracchiani per altri due anni.

Assessorato comunale al porto

La stessa sicurezza del risultato positivo ha posto le premesse per un altro pasticcio. 

Vista l’intesa tra Comune e Autorità Portuale e i risultati conseguiti grazie al sostegno dato da Cosolini  all’operato del Commissario D’Agostino e del Segretario generale Sommariva, invece di preoccuparsi di ben altri problemi della Giunta attuale, in ambienti del centrosinistra circola l’idea a voce alta di un assessorato al porto.

Idea per la quale lo scaltro avversario ha subito manifestato approvazione guardandosi bene dal smentire che pensava proprio di affidare un eventuale assessorato al porto alla ex presidente dell’APT Marina Monassi.

Quella che era un’idea degli amici di Cosolini per migliorare la collaborazione operativa tra Comune e APT in caso di vittoria di Dipiazza diventerebbe il suo contrario. 

Il candidato Dipiazza riconosce che il Sindaco non ha competenze dirette nelle questioni che riguardano il porto, lo ha affermato all’incontro di martedì 7 giugno al Propeller Club, ma sarà pronto a sostenere l’importanza del suo assessore con un incarico da inventare giorno per giorno per doveri, diritti e competenze. 

In questo scenario non è difficile immaginare un furibondo scontro quotidiano tra istituzioni concorrenti sia sul Porto Nuovo che sul Vecchio.

Certe buone idee in qualche caso è meglio tenerle nel cassetto fino al giorno della conferma della rielezione per non fare regali all’avversario.

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