Con uno degli esperti che si prestano a collaborare con il nostro blog abbiamo affrontato il tema in un post precedente ( vai al post precedente )
Oggi l'occasione per riparlarne dal punto di vista passeggeri è l'articolo di Repubblica sui treni storici e turistici apparso l'altro giorno.
Dal Piemonte alla Sicilia è boom di viaggi sui treni
storici: rotaie e paesaggi da fiaba per fuggire dal caos
GERARDO ADINOLFI la
Repubblica 10 Mar 16
Il futuro del turismo sostenibile viaggia trainato da una
locomotiva a vapore. E dai finestrini delle storiche carrozze Centoporte i
passeggeri si perdono nel paesaggio toscano delle Crete senesi o nelle cime
innevate della Transiberiana d’Italia, in Abruzzo. Linee non più utilizzate,
binari senza tempo però riaperti, e rinvigoriti, dall’exploit del turismo
ferroviario sui treni storici che nel 2015 ha stabilito un record: 45mila
presenze in un anno, +60% rispetto al 2014 nei 166 eventi organizzati dalla Fondazione
Ferrovie dello Stato (che gestisce il patrimonio storico del Gruppo Fs) e dalle
associazioni di volontari e appassionati convenzionate.
Sulle rotaie da fiaba
delle province italiane si viaggia ormai da anni ma è dal 2013, con la nascita
della Fondazione, che il business sta allargando il suo bacino: «Non sposterà
molti punti di Pil — dice il presidente Luigi Cantamessa — ma è un volano
economico non banale». E di grande richiamo non più solo per nostalgici e
turisti stranieri ma ora anche per famiglie e coppie, amanti delle bici e della
natura, persone in fuga, per un giorno, dalla città. Anche da soli: «Nel treno
storico Asciano-Monte Antico — racconta Cantamessa — abbiamo dedicato mezza
carrozza a chi cerca silenzio e tranquillità». Qui il Treno Natura corre lento
da vent’anni. A 50 chilometri orari tra le terre del Brunello è quasi
obbligatorio sporgersi per vedere meglio il panorama, cosa non possibile quando
si viaggia con l’alta velocità. Tornare a viaggiare con il finestrino aperto:
da qui riparte il turismo slow dei prossimi anni.
Dal 2014 la Fondazione Fs ha così rimesso a nuovo sei linee
ferroviarie. C’è la Ferrovia della Val d’Orcia in Toscana e quella del Lago
d’Iseo in Lombardia. In Sicilia invece si viaggia nella Magna Grecia patrimonio
Unesco sulla Ferrovia dei Templi che da Agrigento Bassa conduce a Porto
Empedocle. Nel 2015 è stata poi riaperta la linea della Valsesia, da Vignale a
Varallo Sesia ai piedi del Monte Rosa mentre nel 2016, con il contributo della
Regione Piemonte, sarà ripristinata a scopi turistici la Ferrovia del Tanaro.
«Linee storiche che ricamano il territorio — spiega Cantamessa — non lo
attraversano, vanno a cercare il borgo dalla sponda del fiume e non devastano
mai». Così viaggiare lenti sulla Transiberiana d’Italia da Sulmona a Castel di
Sangro passando per Roccaraso e i boschi del Parco della Majella è come
immergersi in un dipinto fatto di vecchi paesini e paesaggi incontaminati. «In
un anno di servizio turistico ha avuto gli stessi numeri di viaggiatori raggiunti
in 5 anni di trasporto pubblico locale», rivela Cantamessa.
Il turismo su rotaia (marzo è un mese ricco di eventi per la
IX giornata nazionale delle ferrovie non dimenticate organizzata da Co.mo.do.)
viaggia anche sulle linee ancora attive, nei giorni di minore richiesta
pendolare. Dal treno domenicale che attraversa le Cinque Terre alle gite sulla
Faentina in Toscana fino ai tour in Valsugana, in Veneto. Un futuro su cui sta
puntando anche il nuovo presidente Fs Renato Mazzoncini e il ministro Dario Franceschini
con l’ingresso del Mibact all’interno della Fondazione. E che però ha bisogno
di investimenti costanti, soprattutto attraverso progetti europei: «Tra gli
obiettivi c’è una maggiore sinergia con alta velocità e Intercity — spiega
Cantamessa — e l’integrazione con tutte le altre modalità di trasporto». Il
business ha conquistato anche i piccoli paesi spesso dimenticati che, per
l’occasione, si rimettono in mostra organizzando eventi, escursioni e
degustazioni. «Bisogna però cercare di aumentare l’offerta — dice Silvio
Franceschelli, sindaco di Montalcino, in Toscana — e risistemare, dove serve,
anche le stazioni chiuse”.
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