mercoledì 9 marzo 2016

SERVIZI PORTUALI : LE DECISIONI DELL'UNIONE EUROPEA










Ricordiamo ai lettori che il decreto legge sulla Riforma dei porti è tutt'ora in discussione e ha iniziato un lungo iter burocratico che passerà anche per la discussione in Parlamento. E' quindi un bene che nello stesso periodo l'Unione Europea definisca le linee guida e l'impostazione relativamente alle due questioni dei servizi portuali e della autonomia finanziaria dei porti.

Sulla questione riferisce l'articolo di INFORmare che vi proponiamo. La materia non è semplice e le ricadute di alcune decisioni non sono evidenti per chi legge nonostante lo sforzo di chiarezza che ci ha messo il giornalista.

Cercheremo di ritornare sull'argomento nei prossimi giorni, per il momento gli "esperti" hanno cosa leggere.


Il Parlamento UE conferma in sostanza l'ultima versione del testo della proposta legislativa sui servizi portuali e la trasparenza finanziaria dei porti

Non si parla più di libero accesso ai servizi, ma della loro organizzazione

Oggi l'assemblea plenaria del Parlamento europeo ha confermato l'impostazione
dell'ultima versione della proposta legislativa sull'accesso al mercato dei servizi portuali e sulla trasparenza finanziaria dei porti, versione che sostanzialmente stravolge l'impostazione iniziale della proposta avanzata dalla Commissione Europea che prevedeva di fare del libero accesso al mercato il principio base per la fornitura dei servizi portuali. 

L'attuale testo stabilisce invece che un unico sistema di accesso al mercato non è appropriato in quanto il sistema portuale dell'Unione Europea è caratterizzato da una serie di differenti modelli di organizzazione dei servizi portuali. 

E infatti il testo della Commissione è stato emendato sostituendo la dicitura relativa all'istituzione di “un quadro normativo per l'accesso al mercato dei servizi portuali” con quella che prevede l'istituzione di “un quadro normativo per l'organizzazione dei servizi portuali”.

Oggi, quindi, gli europarlamentari hanno confermato che gli attuali modelli di gestione dei porti stabiliti a livello nazionale possono essere mantenuti in vigore. 
«Siamo riusciti - ha dichiarato Knut Fleckenstein, il relatore della proposta legislativa - a rigettare un accesso forzato al libero mercato dei servizi portuali. 

Soprattutto per i problemi di safety e di security - ha osservato - i porti devono poter decidere l'organizzazione dei servizi portuali. Per la prima volta nel corso del lungo dibattito sul pacchetto riguardante i porti - ha sottolineato Fleckenstein - abbiamo a bordo con noi gli operatori dei porti, i gestori dei terminal e i sindacati».

A bordo, com'è noto, non sono saliti invece gli armatori, favorevoli ad una liberalizzazione dell'accesso al mercato dei servizi portuali. Secondo l'European Community Shipowners' Associations (ECSA), infatti, il testo legislativo che è stato votato oggi dal Parlamento UE «lascia molto a desiderare».

Se i parlamentari europei hanno confermato la facoltà di mantenere in atto differenti modelli di organizzazione dei servizi portuali, si sono invece dichiarati favorevoli a stabilire regole comuni per gli Stati membri e per i gestori dei porti che desiderino limitare il numero di fornitori di servizi portuali, per stabilire i requisiti minimi per tali fornitori o per la fornitura di servizi portuali da parte degli stessi gestori dei porti in qualità di “operatore interni”. 

In particolare, i requisiti minimi per i fornitori di servizi dovrebbero essere limitati alla verifica delle qualifiche professionali degli operatori, delle attrezzature necessarie ai fini della prestazione dei servizi portuali, alla disponibilità del servizio e alla conformità ai requisiti in materia di sicurezza marittima. 

Inoltre i requisiti minimi dovrebbero tener conto dei requisiti ambientali, come pure degli standard sociali nazionali e della solvibilità del prestatore di servizi portuali. Inoltre gli eurodeputati hanno specificato che l'elenco dei “casi giustificati” in cui la libertà di fornire servizi portuali può essere soggetta a restrizioni dovrebbe includere la carenza di spazi, le caratteristiche del traffico portuale e la necessità di fornire “operazioni portuali sicure o sostenibili sotto il profilo ambientale”.

In merito alla trasparenza dei finanziamenti pubblici ai porti e dei diritti per l'utilizzo delle infrastrutture e dei servizi portuali, i parlamentari europei hanno confermato che i fondi pubblici devono figurare in modo trasparente nei bilanci dei porti e gli enti di gestione dei porti che ricevono finanziamenti pubblici e che forniscono in proprio servizi portuali o di dragaggio devono mantenere una contabilità separata relativa a tali attività o a investimenti finanziati con fondi pubblici. 

Gli europarlamentari hanno confermato che, in assenza di corretti meccanismi di mercato, i diritti per i servizi forniti da un operatore interno soggetto a un obbligo di servizio pubblico, i diritti per i servizi di pilotaggio non esposti a un'effettiva concorrenza nonché i diritti riscossi dai prestatori di servizi portuali vengano fissati in modo trasparente e non discriminatorio e che tali diritti riflettano, per quanto possibile, le condizioni vigenti in un mercato aperto alla concorrenza e non siano sproporzionati rispetto al valore economico del servizio erogato.

È stata confermata anche la proposta che ogni Stato membro dell'UE designi uno o più organismi indipendenti per gestire i reclami.


Con l'odierno via libera alle modifiche al progetto di regolamento gli eurodeputati hanno dato mandato ai negoziatori del Parlamento europeo di avviare trattative con il Consiglio dell'UE sulla formulazione finale del testo in base alle modifiche approvate.


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