Confessiamo che l’idea di ambientare in un romanzo giallo la
vicenda del porto off-shore non è farina del nostro sacco. E’ il giornalista di
Ship2shore a presentare in questo modo le reazioni e le ricadute del dibattito
sul lato triestino dell’Alto Adriatico. Prima di proporvi la parte dell’articolo
che riguarda Trieste e parla anche di questo blog dobbiamo farvi un’ultima
informazione : cos’è il VOOPS ?
Si tratta della nuova denominazione usata da Paolo Costa per
il porto off-shore di Venezia : Venice Offshore Onshore Port System
Trieste si
dissocia dal VOOPS. Oppure no?
A latere della rinnovata attenzione mediatica sulla possibile
realizzazione della piattaforma offshore al largo di Venezia si è consumato nei
giorni scorsi un piccolo giallo a proposito del complicato rapporto fra la
Serenissima e il porto di Trieste.
Dopo la pubblicazione di due articoli sul Corriere della Sera
e su La Stampa riguardanti il VOOPS, in cui, fra le altre cose, si riportava
(particolarmente nel pezzo apparso sul quotidiano di Torino), pur senza alcun
riferimento diretto a parole di Paolo Costa, che il progetto sarebbe stato
“elaborato dalla NAPA-North
Adriatic Port Association
(l’associazione delle Autorità Portuali di Ravenna, Venezia, Trieste,
Capodistria, Fiume, ndr) e supportato sia dal Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti che da un fitto lavoro diplomatico”, il principale quotidiano triestino,
Il Piccolo, riferiva, pochi giorni dopo, di una nota stampa immediatamente
partita dalla sede dell’ente guidato dal commissario straordinario Zeno
D’Agostino, volta a definire le “ricostruzioni giornalistiche” dei
summenzionati quotidiani come una “forzatura inaccettabile”.
Secondo Il Piccolo, subito dopo la diffusione della nota,
Costa avrebbe telefonato a D’Agostino (evenienza confermata da Venezia) per
rassicurarlo sul fatto di non aver mai sostenuto che il progetto fosse un’idea
di Napa e fra i due la polemica sarebbe stata sopita da questo intervento,
tanto da spingere il quotidiano a parlare di “pace in Adriatico o perlomeno
tregua”.
La presunta nota di D’Agostino, di cui Il Piccolo non ha
fornito altri dettagli, non è però stata pubblicata dai quotidiani cui sarebbe stata
indirizzata né è stata inviata ad altre testate. E, per di più, malgrado le
reiterate richieste, non è stata rilasciata dall’Autorità Portuale triestina ad
altre testate.
Solo il blog FAQ Trieste, passato ancora qualche giorno, è
riuscito a procurarsi e a pubblicare la misteriosa nota, che, declinata
effettivamente su toni perentori, esprimeva una chiara contrarietà di
D’Agostino al progetto veneziano: “Il progetto di terminal container offshore
di Venezia è, al momento, un progetto dell’Autorità Portuale di Venezia e non è
mai stato condiviso in alcuna sede, nazionale o di associazione dei Porti del
Nord Adriatico (NAPA – North Adriatic Ports Association). L’Autorità Portuale
di Trieste smentisce nettamente ricostruzioni
giornalistiche, quali quella pubblicata in data odierna dalla Stampa di Torino
e nei giorni scorsi da altri quotidiani, secondo cui vi sarebbe un’alleanza fra
i maggiori cinque porti del Nord Adriatico per sostenere il progetto”, ritenuto
“estremamente oneroso e discutibile”.
Parole inequivocabili, quindi, ad esprimere una posizione
netta di contrasto. Per tacere le quali, però, è bastata una telefonata di
Costa: che a Trieste si stia ripensando alla validità del VOOPS?
Andrea Moizo
La razionalità suggerebbe che se ci fossero realmente le disponibilità finanziarie ed il reale interesse di Imprenditori ed Armatori, forse sarebbe più opportuno sfruttale i profondi fondali (18 m ) naturali presenti sui litorali dell'Alto Adriatico, senza andarli a cercare in mezzo al mare e sfruttando macchinose/costose soluzioni operative.
RispondiEliminaBrunello Zanitti Giuliano
Ulteriori approfondimenti sul tema "quale futuro per la Portualità dell'Alto Adriatico" si possono trovare sul mio Sito al capitolo Attività Emporiali. http://sceltemancate.trieste.it