giovedì 25 febbraio 2016

IL DECRETO LEGGE SUI PORTI E TRIESTE IN CONTROTENDENZA

Serracchiani accelera sul sistema portuale regionale e dichiara a IL PICCOLO :

"Un segnale chiaro che, dopo la legge di riforma delle Autorità portuali che da la possibilità agli scali minori di unirsi ai porti più grandi, la presidente ha dato un accelerata alla creazione di un sistema portuale unico anche in Fvg. Scelta che permetterebbe forse allo scalo di Monfalcone, che versa in gravi situazioni sia sul fronte dello sviluppo dei traffici che quello delle infrastrutture, dopo anni di paralisi e stallo, finalmente di decollare."   IL PICCOLO 23 febbraio 2016

D'altra parte non c'è motivo di meraviglia, la presidente Serracchiani è anche la responsabile nazionale dei trasporti del Partito Democratico, nessuno è più indicato per attuare da subito il decreto legge sulla "governance" dei porti.

Di seguito abbiamo appreso dalla stampa che il sindaco di Monfalcone prenderà posto nel comitato portuale di Trieste, in vista della costruzione dell'Autorità di
sistema portuale. Come ormai sapete tutti voi che seguite questo blog i comitati portuali sono destinati a scomparire ed essere sostituiti da organismi consultivi al momento non meglio precisati. Quindi il primo passo della Serracchiani va proprio in direzione della Riforma della governance : fuori gli operatori portuali e i lavoratori e dentro altri politici.



Ma se allunghiamo lo sguardo fuori dal feudo regionale retto dalla Serracchiani ci accorgiamo che le perplessità e i tempi non sono poi come ci vengono raccontati. Questa nostra pessima abitudine di fare la rassegna stampa. Pensate leggiamo anche qualche altro giornale oltre al PICCOLO di Paolo Possamai.


Mancano 3-4 mesi al varo definitivo» della riforma portualità firmata Delrio che è salita sul “bus” dei decreti Madia sulla pubblica amministrazione. Lo dice – forse con un po’ di ottimismo – il senatore Marco Filippi al confronto a più voci organizzato dall’Authority livornese in Fortezza Vecchia.

Incredibile a dirsi, è stata questa la prima occasione di dibattito che abbia avuto il coraggio di mettere i piedi nel piatto con esponenti di rango nazionale. 

È soprattutto il prof. Maurizio Maresca, uno dei consiglieri più ascoltati dal premier, a dare fuoco alle polveri: i provvedimenti presentati in consiglio dei ministri sono stati derubricati a «limitate modifiche» perché «chiamerei riforma un’altra cosa». Del resto, è noto che nella sua visione il sistema dovrebbe puntare su quattro-cinque porti anziché su 15 e avere l’ambizione di strutturare un modello tipo Nord Europa in forma di società per azioni.

Come si vede, non è esattamente una carrellata di pareri entusiastici sulla «cosiddetta riforma»: ciascuno dei relatori aggiunge un “sassolino” per dire quel che non c’è o sottolineare quel che non va. Ad esempio, il prof. Pierpaolo Puliafito se la prende con il fatto che la nuova normativa fa la “mossa” di occuparsi di interporti e retroporti ma poi non se ne cura.

Ma questi sono solo i nostri appunti e sarebbe bene che andate a leggervi l'articolo completo su IL TIRRENO  CLICCA QUI 

Ma non ci siamo accontentati e vi proponiamo anche un stralcio di un articolo di Antonio Fulvi dalla Gazzetta Marittima, il giornalista che più volte abbiamo citato come il termometro della riforma della portualità. Queste considerazioni riguardano l'intervento di Manocci che abbiamo già pubblicato su questo blog.


Una cosa è certa: non sarà un iter semplice e nemmeno veloce. Tanto che tornano a galla le indiscrezioni su una notevole divergenza di idee tra il testo approvato dal consiglio dei ministri su elaborazione Madia/Delrio e il testo assai più tranchant che si dice avrebbe voluto il premier Marco Renzi. E che forse, bocciato dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestra con qualche atto d’imperio specie d’estate, quando l’attenzione alla politica si allenta (e ovviamente in base anche ai risultati delle elezioni amministrative).

Antonio Fulvi

Ma torniamo a Trieste, al nostro isolato mondo portuale regionale e facciamoci le nostre solite domande. Il porto di Monfalcone , che la stessa Serracchiani sminuisce ingiustamente nell'articolo citato, deve aspettare la riforma per venir rilanciato alla grande ? Si tratta di fondali o di fondi ?

Visto che per la presidente il Decreto Legge Madia è già la Riforma delle governance firmata e timbrata sarebbe bene che venissero applicate anche le altre voci del decreto a partire dalla nomina del Presidente e del Segretario generale dll'Autorità portuale di Trieste. Ad esempio.

ULTIMA ORA : Altri sei mesi per il commissario D'Agostino al porto di Trieste annuncia la Serracchiani 



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