Genova, la fiera lascia spazio al nuovo water front un progetto da 150 milioni in cerca di soci privati
L’OPERAZIONE SI CHIAMA BLUEPRINT ED È USCITA DALLA MATITA DI
RENZO PIANO CHE L’HA PENSATA COME PROSECUZIONE IDEALE DEL PORTO ANTICO. IL
FALLIMENTO DELLA SPA CHE GESTIVA L’ESPOSIZIONE NON È UN OSTACOLO. L’AUTORITÀ
PORTUALE METTE 70 MILIONI, PRONTO IL BANDO INTERNAZIONALE
Genova Una gara
internazionale per vendere la parte più nobile e meno sfruttata di Genova.
Un
bando per trovare finanziamenti privati fino a 150 milioni di euro, che
potrebbe vedere in campo soggetti come Cassa Depositi e Prestiti o Invimit la
Sgr del Mef. Il lancio dovrebbe avvenire fra poche settimane e comunque non più
tardi di aprile.
Regista dell’operazione, una sorta di modello-pilota che anche
altre città italiane potrebbero seguire, è il Comune di Genova, titolare di
preziose aree con vista mare, un tempo occupate dalla Fiera e che la stessa ha
dovuto restituire all’amministrazione comunale, che peraltro è il primo
azionista della società, nel tentativo di sistemare i suoi conti, alleggerendo
il peso dei debiti.
L’operazione di salvataggio sembra sul punto di naufragare,
nel senso che la Fiera si avvia verso la liquidazione, ma non per questo le
aree non possono essere valorizzate. Anzi, mentre il commissario liquidatore
della Fiera si occuperà di pagare i creditori e cedere il ramo d’azienda legato
al core business fieristico, il Comune lancerà un “contest” internazionale alla
ricerca di grandi gruppi interessati a scommettere sul rilancio della città.
RENZO PIANO ILLUSTRA BLUEPRINT |
Il valore aggiunto dell’intera operazione si chiama
“Blueprint”, cioè il progetto regalato agli enti locali dall’architetto Renzo
Piano per rimettere a nuovo proprio il waterfront portuale del levante
genovese, che dall’Expo arriva fino a Punta Vagno e che comprende al suo
interno anche le aree fieristiche. Per Piano è stato quasi come riprendere un
lavoro che nelle Colombiane del ‘92 si era fermato al Porto Antico, imprimendo
nuova vita alla città grazie al rilancio della sua vocazione turistica. Da qui,
infatti, parte il “Blueprint” dell’architetto che intende separare il
porto-fabbrica, quello delle costruzioni e riparazioni navali, dalla nautica da
diporto, abbattere palazzi e padiglioni ormai inutilizzati da tempo e far
riemergere l’acqua da più di mezzo secolo coperta dal cemento. Un progetto di
grande suggestione, ma di altrettanta concretezza, che Piano ha chiamato un
“rammendo”, cioè una sistemazione dell’esistente liberato dal superfluo e
ricostruito secondo le nuove vocazioni della città, turistiche e di servizi.
Il
costo del progetto è di 155 milioni e una parte potrebbe anche essere coperta
dall’autorità portuale, che dispone di 70 milioni derivanti dalla bonifica
delle aree dell’acciaieria di Cornigliano ancora da utilizzare. Ma per tutto il
resto il pubblico non è più in grado di garantire interventi diretti.
Da qui
nasce la scelta del sindaco Marco Doria di puntare al coinvolgimento dei
privati, lanciando appunto il bando. A occuparsene sarà la Spim, società che fa
capo interamente al Comune e che si occupa della valorizzazione delle aree, che
punta ad avere come partner un investitore istituzionale, per dare ulteriore
forza all’operazione.
Fra i nomi che potrebbero scendere in campo, Cdp e
Invimit, che fa capo al Mef.
Sarebbero loro a lanciare il concorso di idee per
richiamare investitori con progetti già finanziariamente in grado di camminare
con le proprie gambe.
E per il nuovo Palasport si è già fatto avanti il Coni.
«A dicembre 2015 abbiamo approvato il piano urbanistico e a gennaio la delibera
d’indirizzo sul Blueprint — spiega l’assessore comunale allo Sviluppo Economico
Emanuele Piazza — Ora procediamo con una nuova fase per sostenere lo sviluppo
di Genova».
NOTA DI FAQ TRIESTE Ci ha incuriosito di questa notizia in particolare il passaggio relativo ai 70 milioni di euro che l'Autorità portuale genovese vanta dallo Stato per le bonifiche di Cornigliano. Di cosa si tratta ? Nella legge sull'ambiente i genovesi erano riusciti ad inserire l'accordo di programma di Cornigliano che prevedeva il passaggio dalla siderurgia classica alle lavorazioni a freddo. Anche le ultime manifestazioni sindacali dei siderurgici di Genova, di cui vi abbiamo già riferito, avevano come obiettivo la difesa degli impegni assunti in quell'accordo di programma. Vi segnaliamo l'importanza e il diverso valore giuridico di un Accordo di Programma diciamo normale rispetto ad uno inserito direttamente in una legge della Stato. Abbiamo fatto quindi una ricerca rispetto al fatto che a Genova l' APG sia riuscita ad incassare questi 70 milioni in conto bonifiche, visto che a Trieste i soldi per le bonifiche non basterebbero mai e quindi non vengono nemmeno stanziati. Abbiamo trovato questa sentenza del TAR che illustra i termini della questione.
Attenzione, la vicenda viene ricostruita dal presidente dell'Autorità Portuale Merlo che è stato appena nominato Consigliere del Ministero dei Trasporti e probabilmente sarà il coordinatore del tavolo nazionale delle Autorità di Sistema Portuale.
APPROFONDIMENTO
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