venerdì 26 febbraio 2016

1. LA GHIGLIOTTINA ... TRIESTE CITTA' TURISTICA


ABBIAMO TROVATO IN RETE QUESTA ANALISI DEL SITO TURISTICO PER LA CITTA' DI TRIESTE * SI TRATTA DI UN SITO INTERNET CHE COSTA QUANTO L'ADVISOR PER IL PORTO VECCHIO 

DISCOVER TRIESTE

Partiamo da un dato di fatto: www.discover-trieste.it, il portale ufficiale di promozione turistica della città di Trieste, lanciato in pompa magna lo scorso anno dal presidente di TCD Enrico Marchetto e dal Sindaco Cosolini, è costato 160mila euro (centosessantamila!). 


Li vale? Assolutamente no. Non li vale per alcuni semplici motivi: 

1. Non è un portale di servizi, ma un banalissimo sito-vetrina che raccoglie alcune informazioni spesso lacunose, parziali e raffazzonate; 


2. Non si poggia su alcuna tecnologia di rilievo tale da giustificare cifre a cinque zeri; 

3. I tanto sbandierati 'servizi" si riducono ad un banalissimo campo di ricerca per gli hotel che non fa altro che rimandare al sito di Turismo FVG; 

4. I contenuti sono di una banalità sconcertante, disomogenei, infantili, sgrammaticati e spesso comici (la punteggiatura e la sintassi sono da bocciatura alle elementari); 

5. La navigazione non è affascinante, ma lunga e complicata e il numero di pagine con poche righe di testo è assolutamente sproporzionato rispetto ai contenuti; 

6. I testi di accompagnamento - che talora parlano addirittura in prima persona (?!?) - sono spesso firmati da redattori anonimi o perlopiù noti nel microcosmo cittadino (il che mi fa pensare che il lavoro di copywriting non sia stato retribuito ma barattato con una firma in calce); 

7. La scelta iconografica è spesso fuorviante se non addirittura comica; 

8. TCD si assume la paternità del sito (realizzato da...) salvo poi che nei credits si afferma che la progettazione grafica e la programmazione sono a cura di Ikon srl, nota web-agency regionale (allora spiegatemi cosa ha fatto TCD); 

9. Il sito ha soltanto una versione in inglese e in tedesco (evidentemente turisti francesi sloveni, croati, spagnoli/sudamericani, per dirne alcuni, non sono graditi in città); 

10. La traduzione inglese (sulle altre non mi esprimo perché non ho cognizione) sono buffe per non dire maccheroniche.

Un sito di questo genere - credo di poterlo dire con buona cognizione di causa - ha un valore di mercato che si aggira tra i 10 e 15 mila euro, volendo essere generosi. Il tanto sventolato design responsive di Discover Trieste è il minimo sindacale persino per il sito della bottega sono casa e non è nemmeno sostenuto da una App.

Vogliamo parlare dell'engagement o delle interazioni che dir si voglia? Il Wall (come è stato pomposamente chiamato) langue a 2 commenti e altrettanti ringraziamenti da parte della redazione.


Per non dire dell'aggiornamento stesso dei contenuti: un esempio su tutti l'invito a partecipare alla Barcolana 2015.



Gli appassionati del cinema, del teatro e della cultura in generale potranno infine notare alcune lacune clamorose come l'incredibile liscio sull'esistenza del Teatro Sloveno (a proposito i teatri sono relegati alla voce "attività e curiosità") e di altre realtà dialettali minori (Fabbri, Armonia) o della Cappella Underground.



Infine ci sono alcune stonature che mi hanno dato enorme fastidio: laddove, ad esempio, si fa l'elenco dei ristoranti ne vengono citati appena una manciata (nemmeno i migliori tra l'altro). 

Con quale criterio sono stati scelti? Perché alcuni e altri no? Se hanno pagato per essere presenti dovrebbe essere specificato a chiare lettere. Diversamente si tratta di un utilizzo di denaro pubblico che favorisce pochi e penalizza molti.

Potrei continuare ma credo di essere andato fin troppo lungo. 

Chiudo chiedendo conto al Sindaco Cosolini e al presidente di TCD Enrico Marchetto del denaro pubblico speso per questa gigantesca operazione di inutile marketing territoriale che ha avuto una gestazione più lunga degli anni di Noe con risultati, a mio avviso, modestissimi.


P.S. ho allegato alcuni screenshot che spero aiutino a rendere l'idea del mio pensiero.


* intervento tratto dalla pagina Facebook di Stefano Cergol che ringraziamo



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