giovedì 21 gennaio 2016

TRAFFICI MARITTIMI : LA CLASSIFICA DEI PORTI SI PUO' FARE ?

Siamo alle solite. Gennaio è il mese dei bilanci per quanto riguarda i traffici marittimi e le relative classifiche dei porti. In questi ultimi due anni si è ulteriormente inasprita la " guerra dei numeri " perchè la riforma della portualità ridurrà (forse il Consiglio dei Ministri lo ha fatto nella riunione di ieri 20 gennaio) il numero delle Autorità Portuali compilando classifiche di importanza sui dati della movimentazione merci porto per porto.

Su questo tema abbiamo già scritto un esauriente post nell'agosto 2014 che
riportava le classifiche contenute nel testo della riforma che all'epoca portava il nome del ministro Lupi.

E' CORRETTO INSERIRE IL PORTO PETROLI NEL CONTEGGIO DELLA MERCE MOVIMENTATA NEI PORTI ?






Il titolo dell'articolo che illustra i risultati del Porto di Venezia chiarisce che il clima è teso e che la gara per conquistare il primato delle movimentazioni nell'Alto Adriatico è senza esclusione di colpi. Ogni porto ha caratteristiche particolari e oltre al totale delle merci movimentate ( inserendo o meno le rinfuse liquide : principalmente petrolio ) vanno considerate le variazioni per tipologia di merce. 

Ci piace riconoscere al Commissario D'Agostino nel suo comunicato sui risultati del porto di Trieste nel 2015 di aver proposto ragionamenti pacati e di aver evitato l'abuso della parola "record" che puntualmente si ritrova in tutti i report e nei titoli dei giornali. Pubblichiamo il comunicato dell'APT alla fine di questo post in modo che possiate verificare ciò che stiamo dicendo.

Ora vogliamo invece proporvi una domanda che a nostro parere servirebbe a chiarire alcuni passaggi polemici.

SORPASSO TRA PORTI NEL TRAFFICO MARITTIMO : A CHE PREZZO ?

Nell'articolo del Gazzettino di cui abbiamo già citato il titolo polemico nei confronti di Trieste si afferma che : " ... Nel complesso il nostro porto è tornato sopra i 25 milioni di tonnellate di traffico ( +15% rispetto al 2014 ) e questo secondo l'APV giustifica gli investimenti effettuati nel settore ( oltre 500 milioni di euro )...."

Scrivono bene quelli del Gazzettino, gli investimenti, e in particolare quelli pubblici vanno motivati e giustificati. La gara dei traffici tra i porti deve tenere conto in primo luogo dei costi necessari per raggiungere determinati risultati. Trieste aveva "sorpassato" il traffico container di Venezia nel 2013 e oggi Venezia "riconquista" la posizione per poco più di 50.000 teu. 
Tutti e due gli scali sono ben al di sotto del porto di Koper che raggiunge la quota di 790.000 teu ( in un prossimo post approfondiremo questo dato ).

Cinquantamila teu di vantaggio un anno per Venezia e l'anno dopo per Trieste non bastano a giustificare progetti con costi miliardari . I 500 milioni di investimenti che il presidente Costa dell'AP veneziana rivendica hanno prodotto il gran risultato di 50.000 teu di vantaggio su Trieste ? Diecimila euro investiti per ogni teu in più rispetto a Trieste ? Questi conteggi che proponiamo non sono corretti ma servono a chiarire che ad un investimento ,in particolare se pubblico, devono corrispondere dei risultati proporzionali. Volendo anche Cortina d'Ampezzo potrebbe realizzare un piccolo scalo per container ma il prezzo di scavo del canale navigabile dall'Adriatico alle Dolomiti finora ha demotivato gli investitori.

Parlando seriamente vanno valutati non solo i "record" sparati nei titoli dei giornali e nelle classifiche porto per porto ma il rapporto "costi - benefici" tra gli investimenti e i possibili incrementi reali dei traffici.

Di seguito il comunicato dell'APT sui traffici del 2015 che a breve vi forniremo in formato grafico per facilitare la lettura:

TRAFFICI 2015. TRIESTE SI CONFERMA PRIMO PORTO D’ITALIA PER MOVIMENTAZIONE MERCE

D’Agostino: “superati vari record, ma la vocazione del porto è polivalente. Traffico intermodale e ferroviario, le leve su cui puntare”.

Trieste si conferma primo porto d’Italia nel 2015 per volumi complessivi. Nel corso dell’anno appena concluso, sono state movimentate 57.161.201 tonnellate di merce (+0,07 % rispetto al 2014). 

Si registra una leggera flessione delle rinfuse liquide, 41.286.761 tonnellate, (-0,96%), mentre va evidenziata la forte crescita delle rinfuse secche (+106,85%). 
Rilevante anche l’aumento delle merci varie non containerizzate (+21,84%).
Netta la ripresa dei container nella seconda metà dell’anno, tanto da assorbire completamente la diminuzione a due cifre, iniziata già alla fine del 2014 e durata fino al primo semestre del 2015. Con questa inversione di tendenza, il traffico è rimasto quasi invariato rispetto all’anno precedente, con una
movimentazione complessiva nel 2015 di 501.276 Teu, (-0.94%).

I segnali più incoraggianti arrivano però dal comparto RO-RO che segna un + 1,49% con 301.144 semirimorchi movimentati. Trieste è un porto leader per l’intermodalità, e per vedere il rilievo che la quota del traffico intermodale unitizzato sta assumendo all’interno del porto, vale la pena fare un ragionamento complessivo anche in termini numerici, che integri la movimentazione dei container e dei RO-RO.

Esprimendo in TEU equivalenti anche il traffico delle unità di carico movimentate su navi RO-RO, e sommandole ai container marittimi, si arriva a 1.178.783 di TEU lavorati nel 2015 (+0,44%).

Positivi anche i numeri sul traffico ferroviario dello scalo, che collocano Trieste ai vertici nazionali della movimentazione ferroviaria in ambito portuale.
5604 sono stati i treni - con destinazione prevalentemente internazionale - manovrati nel 2015 nel Porto con un aumento del 12,71% sul 2014. Ciò a conferma della bontà delle scelte strategiche compiute dell’APT in materia di investimenti nel comparto ferroviario.

Ottimi i risultati per il Commissario dell’APT, Zeno D’Agostino: “Abbiamo superato vari record nel corso del 2015, ma in realtà non ci interessa stilare delle classifiche, perché i numeri vanno letti e interpretati. Un porto è qualcosa di più che una posizione in una tabella che può variare di anno in anno. 

Desideriamo far emergere che Trieste ha sempre più un carattere polivalente. Non si vive di solo container o di solo petrolio, nonostante le rinfuse liquide abbiano un peso primario per noi. Non vogliamo guardare solo a questi due settori, ma investire sulla diversificazione, vero valore aggiunto per uno scalo moderno. Traffico intermodale e ferroviario saranno le leve su cui puntare. 

Trieste deve crescere sempre di più guardando all’integrazione logistica terra-mare. Il superamento del milione di TEU sommando container e rotabili, non
è uno spot, ma la cifra che rappresenta la realtà del nostro porto”.

Trieste, 11 gennaio 2016

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