sabato 30 gennaio 2016

MANIFESTAZIONE FERRIERA INTERVISTA CON MARINO SOSSI


Sulla manifestazione di domenica 31 gennaio abbiamo sentito le impressioni del consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà Marino Rossi che varie volte è intervenuto sul tema Ferriera.

FAQ TRIESTE :               La manifestazione di domani è una manifestazione particolare per i metodi della convocazione, le adesioni e i contenuti ? 
Arrivano adesioni da trasmissioni televisive come LE IENE, è convocata da parodie musicali sui social media. A noi sembra simile alla mobilitazione contro il rigassificatore  in occasione della visita dell’allora ministro Clini. Simile ma non uguale.

SOSSI : Gli obiettivi inevitabilmente sono diventati generali e anche generici se vogliamo dirlo, ma la protesta che sta dietro i richiami al rispetto della salute e del lavoro è molto netta. Ieri il Sindaco ha fatto una conferenza stampa priva di novità e sento una preoccupazione “politica” rispetto a questa manifestazione.

FAQ TRIESTE : Veniamo al punto. Da una parte i manifestanti e le loro ragioni e  dall’altra il Sindaco arroccato sulle sue
posizioni. La sinistra e il centrosinistra sono schierati con il Sindaco o stanno in silenzio. Non si registrano nemmeno prese di posizione da parte dei sindacati, che non mancano solitamente di intervenire. E’ questa la situazione che si presenta alla vigilia della manifestazione.

SOSSI : Si, la descrizione che fate è esatta e penso che sia l’interpretazione della maggioranza di chi cerca di comprendere. Ma lasciami dire che è una situazione in cui non dovevamo finire. La coalizione che ha portato Roberto Cosolini a Sindaco aveva scritto nel suo programma che per la Ferriera di Servola il futuro prevedeva una riconversione. L’area a caldo sarebbe stata demolita, è questa la parola usata nel programma , al suo posto iniziavano le attività del laminatoio e veniva data la concessione di trenta anni per le attività di sbarco e imbarco, la logistica insomma, lo sbocco a mare per il Gruppo Arvedi. Lo stesso imprenditore affermava che l’area a caldo non era strategica e che si sarebbe arrivati a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali con l’attività del nuovo laminatoio.

Questa impostazione iniziale nel tempo si è diluita e si è perso l’obiettivo finale che avrebbe garantito risultati per i lavoratori e per i cittadini. Fammi dire che dare una Autorizzazione Integrata Ambientale per i prossimi dieci anni ad un impianto le cui strutture attuali avranno almeno 50 anni di usura e attività significa imboccare una strada pericolosa. Gli aspiratori e le migliorie potevano anche servire per il periodo del passaggio dalla area a caldo, che alla fine andava demolita, al laminatoio. Questi miglioramenti non possono essere la soluzione del problema per i prossimi dieci anni.
Anche nel sindacato, che conosco per la mia lunga esperienza sindacale, qualcosa sta cambiando a livello di stabilimento. Devono farsi carico delle preoccupazioni dei lavoratori dell’area a caldo che dovrebbero essere trasferiti al laminatoio, mentre nell’area a caldo, che dovrebbe funzionare per un tempo stabilito a finire andrebbero impiegati lavoratori a tempo determinato. Non il contrario.

Ostinarsi a produrre ghisa a quel modo è simile a voler usare sulle navi i fuochisti del Lloyd Triestino, ci sono dei lavori che la tecnologia ci permette di affidare alle macchine e questo è un bene. Esiste un problema di salute per i lavoratori che hanno operato e che oggi sono al lavoro nello stabilimento. Di questi problemi deve occuparsi il sindacato.

Io domani a titolo personale, senza polemiche e senza voler rappresentare nessuno andrò a vedere e ascoltare la manifestazione. 


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