Sulla manifestazione di domenica 31 gennaio abbiamo sentito
le impressioni del consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà Marino
Rossi che varie volte è intervenuto sul tema Ferriera.
FAQ TRIESTE : La manifestazione di domani è una manifestazione
particolare per i metodi della convocazione, le adesioni e i contenuti ?
Arrivano
adesioni da trasmissioni televisive come LE IENE, è convocata da parodie
musicali sui social media. A noi sembra simile alla mobilitazione contro il
rigassificatore in occasione della
visita dell’allora ministro Clini. Simile ma non uguale.
SOSSI : Gli obiettivi inevitabilmente sono diventati
generali e anche generici se vogliamo dirlo, ma la protesta che sta dietro i
richiami al rispetto della salute e del lavoro è molto netta. Ieri il Sindaco
ha fatto una conferenza stampa priva di novità e sento una preoccupazione
“politica” rispetto a questa manifestazione.
FAQ TRIESTE : Veniamo al punto. Da una parte i manifestanti e le
loro ragioni e dall’altra il Sindaco
arroccato sulle sue
posizioni. La sinistra e il centrosinistra sono schierati
con il Sindaco o stanno in silenzio. Non si registrano nemmeno prese di
posizione da parte dei sindacati, che non mancano solitamente di intervenire.
E’ questa la situazione che si presenta alla vigilia della manifestazione.
SOSSI : Si, la descrizione che fate è esatta e penso che
sia l’interpretazione della maggioranza di chi cerca di comprendere. Ma
lasciami dire che è una situazione in cui non dovevamo finire. La coalizione
che ha portato Roberto Cosolini a Sindaco aveva scritto nel suo programma che
per la Ferriera di Servola il futuro prevedeva una riconversione. L’area a
caldo sarebbe stata demolita, è questa la parola usata nel programma , al suo
posto iniziavano le attività del laminatoio e veniva data la concessione di
trenta anni per le attività di sbarco e imbarco, la logistica insomma, lo
sbocco a mare per il Gruppo Arvedi. Lo stesso imprenditore affermava che l’area
a caldo non era strategica e che si sarebbe arrivati a garantire il
mantenimento dei livelli occupazionali con l’attività del nuovo laminatoio.
Questa impostazione iniziale nel tempo si è diluita e si è
perso l’obiettivo finale che avrebbe garantito risultati per i lavoratori e per
i cittadini. Fammi dire che dare una Autorizzazione Integrata Ambientale per i
prossimi dieci anni ad un impianto le cui strutture attuali avranno almeno 50
anni di usura e attività significa imboccare una strada pericolosa. Gli
aspiratori e le migliorie potevano anche servire per il periodo del passaggio
dalla area a caldo, che alla fine andava demolita, al laminatoio. Questi
miglioramenti non possono essere la soluzione del problema per i prossimi dieci
anni.
Anche nel sindacato, che conosco per la mia lunga esperienza
sindacale, qualcosa sta cambiando a livello di stabilimento. Devono farsi
carico delle preoccupazioni dei lavoratori dell’area a caldo che dovrebbero
essere trasferiti al laminatoio, mentre nell’area a caldo, che dovrebbe
funzionare per un tempo stabilito a finire andrebbero impiegati lavoratori a
tempo determinato. Non il contrario.
Ostinarsi a produrre ghisa a quel modo è simile a voler usare
sulle navi i fuochisti del Lloyd Triestino, ci sono dei lavori che la
tecnologia ci permette di affidare alle macchine e questo è un bene. Esiste un
problema di salute per i lavoratori che hanno operato e che oggi sono al lavoro
nello stabilimento. Di questi problemi deve occuparsi il sindacato.
Io domani a titolo personale, senza polemiche e senza voler
rappresentare nessuno andrò a vedere e ascoltare la manifestazione.
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