30 gennaio 2016
LA SPEZIA – Chi può davvero credere che consegnare i porti
italiani a un governo tutto politico escludendo gli operatori e gli utenti
privati dalla cabina di regia, possa rappresentare la formula vincente?
A porre questo interrogativo è la community portuale di La
Spezia, che
storicamente ha rappresentato una delle determinanti chiavi di
successo del primo porto italiano a trazione privata e che oggi – rappresentata
dalla La Spezia Port Service (LSPS) – scende per prima criticamente in campo
sul testo della riforma portuale appena approvata dal Consiglio dei ministri.
Secondo i portavoce della community portuale spezzina, che
ha storicamente operato sulla linea del fronte per l’affermazione dello scalo
ligure in particolare nel mercato dei trasporti container, il conferimento di
super-poteri ai presidenti delle nuove Autorità di sistema portuale e
l’esclusione dei rappresentanti delle forze economiche “che, per altro,
mantengono le Autorità portuali assicurando il flusso di tasse e diritti nelle
casse delle stesse”, sono fattori di rischio altissimi.
“Nei nuovi Comitati di gestione dei porti di sistema –
sottolinea LSPS – così come disegnati nella legge di riforma, inserita nel
pacchetto Madia, sono presenti solo ed esclusivamente rappresentanti della
politica; agli operatori portuali (agenti marittimi, spedizionieri,
spedizionieri doganali, armatori, terminalisti) è assegnato un puro potere
consultivo, ovvero nulla”.
“Non solo, l’attribuzione di super poteri al presidente
delle Authority – prosegue La Spezia Port Service – presuppone a nostro avviso
l’individuazione di figure di alto profilo tecnico. Auspichiamo quindi che,
dalla mediazione fra Stato e Regioni, ossia i soggetti preposti alla scelta, non
scaturiscano nomine di esclusiva valenza politica ma ben radicate nel mondo
produttivo e dotate di caratura internazionale”.
Non è un caso che l’allarme venga fatto scattare da La
Spezia dove il successo del porto, sin dalla nascita del terminal container
voluto da Angelo Ravano – per ammissione esplicita del suo fondatore – fu ed è
frutto di uno sforzo coeso di progettazione, gestione e collaborazione che ha
visto tutte le categorie imprenditoriali, agire, insieme, e in collaborazione
con il mondo del lavoro, per l’obiettivo comune della competitività e
dell’efficienza”.
La Spezia Port Service chiede quindi alle forze politiche
nazionali e locali e a tutto il mondo imprenditoriale di compiere una
riflessione approfondita prima che le nuove norme producano effetti
difficilmente reversibili nella portualità nazionale che ha bisogno di
recuperare competitività ed efficienza.
FONTE LA GAZZETTA MARITTIMA
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