LA MANOVRA UNICA E L’ACCORDO CON R.F.I.

Abbiamo seguito la vicenda pubblicando mappe di binari e
gallerie, di muri nel porto e scritto della cordata guidata da Ferrovie Udine
Cividale che poi non ha portato a termine l’operazione proprio per la sua
caratteristica di essere interamente partecipata dalla Regione FVG. Non ci
dilunghiamo quindi oltre, scriviamo in agenda le date che sono state indicate
ai media : 13 dicembre 2015 e 13 gennaio 2016 per verificare in quella
occasione la riuscita finale.
Oggi piuttosto ragioniamo sul perché ci siano voluti troppi
anni per arrivare a questa
soluzione che in tanti avevano indicato come
necessaria.
Citiamo la risposta che nell’editoriale di ieri si da il
direttore de IL PICCOLO Paolo Possamai :
“ La politica che s’è assisa per decenni in Autorità Portuale, salvo eccezioni
rarissime di questi aspetti operativi (ndr. manovra unica ferroviaria ) non si è
curata. Badava alle assunzioni degli amici e a favorire le imprese dei parenti,
promuovendo la corruzione della società e dell’economia. “
Le rarissime eccezioni a cui allude il Direttore immaginiamo
siano la promulgazione del Piano Regolatore del Porto, il potenziamento di
Adriafer e il lavorio sull’articolo 17 che in alcuni fortunati periodi hanno
preparato il terreno all’attuale A.P.T.
Oggi alla guida dell’Autorità Portuale di Trieste ci sono
due professionisti di valore : il commissario Zeno D’Agostino e il segretario
generale Mario Sommariva e i risultati si cominciano a vedere.
Noi non ci
arruoliamo nel “ commovente consenso che Li circonda “ perché sappiamo quanto
Trieste sia una città dove l’opinione pubblica è volubile se non infida.
Di
fronte ai primi risultati ottenuti dal commissario D’Agostino i primi commenti
che abbiamo raccolto tendevano a mettere in guardia i professionisti sbarcati
all’APT.
Ci veniva detto che D’Agostino e Sommariva dovevano prestare
attenzione e avrebbero dovuto concedere qualcosa in cambio se volevano il
rinnovo dell’incarico. Osservazioni che non arrivavano da funzionari o da
potentati locali, ma voci raccolte dai cittadini che si preoccupavano per i
loro nuovi “ eroi”. Abbiamo sempre risposto che i “professionisti” in questione non avevano
il problema di garantirsi un incarico o il lavoro, i bravi professionisti sono
richiesti e ricercati sul mercato.
Ci sembrava piuttosto che era interesse dei
cittadini operare e fare pressioni per mantenere questa opportunità per il
Porto di Trieste. Ma pochi triestini, importanti o meno ci hanno messo la
faccia a dire che al Porto serviva un Presidente piuttosto che un commissario,
si contano veramente sulle dita gli operatori portuali che si sono spesi in
questa direzione.
Abbiamo invece assistito a fantasiose previsioni, che a Trieste
rischiano poi di diventare vere, su un possibile incarico come Presidente del
Porto a Cosolini legato alle trattative in vista delle elezioni comunali ed altre
ipotesi di questo genere legate all’emendamento Russo sulla magica
sdemanializzazione del Porto Vecchio.
Ipotesi strampalate che rispecchiano però
il provincialismo della politica locale. Trieste fatica a ritagliarsi uno
spazio nel dibattito nazionale ad esempio sulla riforma dei porti che parta
dalle competenze locali. Trieste aspetta rispettosa ed obbediente le decisioni
romane in totale mancanza di un dibattito locale decente. Generalizzare è
sempre sbagliato e ci sono ovviamente le eccezioni ma non possiamo fare a meno di mettere nero su bianco queste
considerazioni e i pericoli che queste comportano per il futuro.
Eppure se andiamo a fare un elenco di nomi della politica
nazionale legati a Trieste ritroviamo una serie di incarichi di tutto rispetto.
Lo faremo uno di questi giorni l’elenco "bipartisan" degli incarichi ricoperti da
politici legati alla città. Per il momento ci limitiamo a ricordare che certe
iniziative parlamentari andrebbero spiegate e anche discusse in precedenza con
i soggetti interessati, non servono i blitz se poi non sono supportati a
livello locale.
Auguriamo quindi a D’Agostino e Sommariva di continuare a
far bene il loro lavoro, di non diventare “ troppo triestini “ , che venga loro
riconosciuto l’operato cessando questa pratica dei commissariamenti che come
denunciato da vari settori nazionali rischia di portare ad una paralisi dei
porti.
Da parte nostra continuiamo ad informare con il nostro metodo e cercando
di porre le domande giuste, non chiedeteci di più di questo.
FAQ TRIESTE
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