Ancona Trieste unica autorità
Renzi taglia: cinque autorità portuali Una sola da Trieste
ad Ancona
RAVENNA
SI RIAPRE il risiko delle Autorità portuali italiane. Quando
sembrava ormai in dirittura d’arrivo la riforma dei porti del ministro per le
Infrastrutture Delrio, che prevedeva 14 Autorità di sistema, è entrato in scena
il presidente del Consiglio Renzi intenzionato, a quanto pare, a sfoltire
ulteriormente il numero degli enti portuali. Una decisione non indolore, perché
tra il premier e il ministro è calato il gelo. Fino a 5 giorni fa la riforma
prevedeva 14 Autorità con una serie di accorpamenti eccellenti e con strascichi
polemici. Il ministero aveva confermato, ad esempio, gli accorpamenti di Genova
e Savona, mentre Spezia avrebbe assorbito Carrara e Livorno Piombino. Palermo e
Gioia Tauro Authority a sé stanti, così come Ancona, Ravenna, Venezia e
Trieste. Proprio Ravenna e Ancona, date in un primo tempo per accorpate, erano
riuscite a mantenere l’autonomia sotto le spinte politiche delle due Regioni
interessate.
GLI ACCORPAMENTI sono sempre stati seguiti da accese
discussioni, quasi tutte in casa Pd che esprime la maggioranza dei presidenti
delle Autortità portuali. Inoltre, una recente sentenza della Corte
costituzionale ha stabilito che le Regioni non possono restare escluse dalle
decisioni sulla governance dei porti e i piani regolatori, così come previsto,
invece, nella riforma. Tanto è bastato a Renzi per mettere in campo Antonella
Manzione, braccio destro tecnico oltre che capo dell’ufficio legislativo di
palazzo Chigi. Così sul tavolo del premier ci sono ora due ipotesi: quella
originaria di Delrio e una seconda con una notevole sforbiciata, non più di 5 o
7 grandi Autorità di sistema.
ECCO i nuovi accorpamenti: l’Alto Tirreno da Savona a
Piombino, Civitavecchia con Napoli e Salerno, una grande Authority da Ancona a
Trieste, quindi i porti pugliesi; Sardegna, Sicilia e Gioia Tauro ognuna per
conto proprio. Resta la questione dei tempi: una prima ipotesi vedeva il
consiglio dei ministri pronunciarsi il 21 dicembre, ma nelle ultime ore si
parla di rinviare tutto a dopo le amministrative di primavera. E a proposito di
modifiche legislative, è stata abolita la super-tassa su yacht e imbarcazioni
di lusso superiori ai 14 metri che era stata introdotta nel 2011 con il decreto
Salva-Italia del governo Monti. La commissione Bilancio della Camera, durante
l’esame degli emendamenti alla Legge di stabilità, ha infatti approvato un
emendamento proposto dal Pd.
Lorenzo Tazzari dal RESTO DEL CARLINO
NOTA DI FAQ TRIESTE : Trieste DORMI come nella canzone popolare -
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La riforma “raddoppia”
Intanto Graziano Delrio non lascia, anzi raddoppia. Al ministero delle Infrastrutture hanno deciso di scrivere – e presentare - due diverse ipotesi di riforma portuale. A quanto risulta al Secolo XIX/The MediTelegraph, sul tavolo della presidenza del Consiglio, ci sarebbero già ora due bozze di decreto. I due dossier sono all’esame di Antonella Manzione, a capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi e braccio destro tecnico di Renzi. Il primo documento è noto e già anticipato: si tratta del progetto che prevede la riduzione a quattordici Autorità di sistema dalle attuali 24, mentre il resto degli scali viene classificato come “direzione portuale”: meri presidi territoriali, svuotati di quasi tutte le funzioni. Il secondo decreto che invece Renzi si troverà a dover esaminare, ricalca lo schema degli otto distretti elaborato a maggio dello scorso anno dallo stesso ministero, già scritti in forma di bozza e poi in fretta accantonati per le imminenti elezioni regionali e la rivolta sui territori che rischiavano l’accorpamento. Oggi quei distretti, che prevedevano ampi spazi manovra geografici e operativi per le nuove super Autorità portuali, si sono ridotti in un numero variabile da 5 a 7, «ma dobbiamo ancora decidere» confidano due fonti romane, «perché se a livello politico ci fosse un accordo su un’unica Authority nazionale, non è detto che non si possa fare» spiega un altro parlamentare.
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