Genova - La riforma dei porti allo studio del ministro
Graziano Delrio spaventa i territori: non potrebbe essere altrmenti, visto che
tra i punti fondamentali c'è la governance degli scali, in sostanza il destino
delle Autorità Portuali.
Tra il "dire" che la riforma è necessaria e
utile e il "fare", cioè accorpare le Authority, c'è di mezzo un mare
di polemiche e distinguo. In Liguria la partita aperta è tra Genova e Savona,
con Delrio che ha già sostanzialmente annunciato la fusione scatenando le
proteste savonesi.
Serracchiani - Nella querelle si è inserita la Responsabile
Nazionale dei Trasporti e delle Infrastrutture per il Partito Democratico
Debora Serracchiani, Governatore del Friuli Venezia Giulia: in una sua visita a
Savona ha sostanzialmente smentito l'accorpamento delle Autorità, parlando di
generiche sinergie tra enti, lasciando però ai singoli territori la propria
autonomia gestionale. Uno scontro interno al Pd o una caramellina concessa ai
savonesi a puro scopo elettorale?
La riforma- È molto probabile, in realtà, che prevalga la
linea del ministero su questo punto
controverso: la logica del campanilismo è
iscritta nel nostro Dna ma è giusto riconoscere che in nessun altro paese del
mondo esistono porti in concorrenza tra loro a distanze così ridotte. La
riforma, dunque, non intende cancellare i porti ma fondere le Autorità vicine
per centralizzare la pianificazione ed evitare che i singoli scali possano
rubarsi traffici gli uni con gli altri. Per riuscirci, però, Delrio dovrà
superare un retaggio localistico che è pura italianità e, a quanto pare, anche
qualche resitenza interna al suo partito.
MATTEO CANTILE domenica 1 novembre 2015
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