Intervista a D’Agostino: «Puntiamo sulla ferrovia». Cresce
ancora l’intermodale».
Trieste - La manovra unica ferroviaria è già realtà nel
Porto di Trieste che continua a puntare sempre più sulla logistica integrata.
Non servirà attendere il 13 dicembre nè l’avvio ufficiale il primo gennaio
2016.
Lo rivela il Commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino. Al 31
ottobre 2015, le unità di trasporto intermodale (contenitori più semirimorchi)
trasportate su ferrovia sono 175.234 (+ 2,5% rispetto allo stesso periodo del
2014). Il numero di treni, arrivati e/o partiti da Trieste è pari a 2.500, con
una proiezione di 3mila treni a fine anno, con un trend di crescita del +3%
rispetto all’anno scorso.
Commissario D’Agostino, conto alla rovescia per la
manovra unica?
In realtà la stiamo già facendo da qualche giorno,
nell’ultimo periodo siamo passati da 100 a 120 treni a settimana che diventano
125 aggiungendo le navette per Fernetti. Ciò vuol dire
che nell’ultimo mese
siamo cresciuti di un quarto. Il percorso della manovra unica è progressivo,
sono trattative commerciali con più imprese ferroviarie. Con alcune stiamo già
trattando operativamente ma nel frattempo Rfi, dei tre turni di manovra
primaria svolti a Campo Marzio, ha già abbandonato quello notturno sul quale
Adriafer lavora già da una quindicina di giorni.
Cosa significa nel concreto?
Vuol dire che su quattro o cinque treni notturni
giornalieri, Adriafer svolge già la manovra primaria e secondaria. Dei 125
treni alla settimana, 25 già oggi usufruiscono della manovra unica. Dal 13
dicembre inizierà la progressiva fuoriuscita di Rfi dagli altri turni e dal
primo gennaio 2016 faremo per due imprese ferroviarie su tre, su tutti i turni,
la manovra unica che oggi riguarda già un quinto dei treni.
Logistica integrata ottimizzando l’esistente: in che modo?
Il percorso è quello dell’ottimizzazione dell’organizzazione
ferroviaria, Campo Marzio è interessato da nuovi interventi di Rfi per
l’adeguamento dei binari perchè non possiamo ragionare in ottica di corridoio
se non adeguiamo l’infrastruttura ferroviaria agli standard dimensionali
europei. Con Rfi andremo ad ottimizzare anche l’area a sud del Porto rimettendo
in sesto un tronco di galleria che la collega alla rete ferroviaria oggi non
utilizzata. Vogliamo aumentare la nostra capacità.
E lo stoccaggio delle merci?
Trieste è uno dei pochi casi, con il Silocaf di Pacorini, a
manipolare e stoccare il caffè da portare sui mercati. Vogliamo investire su
questo filone perchè anche se non abbiamo vantaggio competitivo sul costo della
manodopera abbiamo quello grande dei punti franchi per attirare investitori.
Ecco perchè il punto franco va trasferito in aree non propriamente portuali ma
dove può permettere agli attuali fruitori del Porto di estendere le proprie
attività tradizionali a quelle logistiche per ottenere una redditività diversa.
Su questo tema stiamo già raccogliendo adesioni a livello locale e
internazionale. Diventa importante, però, l’integrazione con gli interporti.
Ad esempio con quello di Fernetti. E’ partito da poco il
nuovo servizio shuttle che lo collega al Porto Nuovo. Come sta andando?
La reazione del mercato finora è stata positiva, molti
operatori ci hanno chiesto di aumentare la frequenza dei treni raddoppiandola.
Si può pensare a qualcosa di simile anche con Cervignano?
In questo caso la funzione sarebbe diversa, Cervignano
potrebbe andare bene come punto di raccolta delle merci per una determinata
area. I treni che oggi passano per andare a Tarvisio, in alcuni casi,
potrebbero fare una sosta e raccogliere la merce espressa dal contesto industriale
di quell’area. Penso ad un ruolo di gateway ma non si costruisce nulla senza
una specifica esigenza da parte del mercato. Alcune richieste in tal senso ci
sono state e stiamo ragionando.
Piattaforma logistica, un altro conto alla rovescia.
Il prossimo martedì inizieranno a vedersi i primi lavori di
impostazione del cantiere che necessita di parecchie settimane per essere
approntato perciò da gennaio partirà l’esecuzione dei lavori veri e propri che
dovrebbero concludersi nel giro di circa tre anni.
Se la necessità è quella di ampliare gli spazi portuali,
avete qualche nuovo progetto nel cassetto?
Abbiamo un’operazione già data in concessione e che riguarda
lo sviluppo del terminal Teseco con cui il dialogo è continuo ma ripeto, non si
parte con iniziative se non c’è reale domanda degli operatori del mercato.
Perciò stiamo vedendo quali possono essere gli attori operativi che svolgano
questa funzione. E poi c’è l’allungamento del Molo Settimo, non
dimentichiamolo.
NOTA DI FAQTRIESTE: La foto che accompagna l'intervista a D'Agostino mostra il Porto Vecchio e non è proprio la più adatta a sottolineare l'interesse per lo sviluppo ferroviario. Il Porto Vecchio colpevolmente non è più collegato al sistema ferroviario ed è stato scientemente smantellato dal punto di vista di binari e scambi. Questo anche nella prospettiva di una variazione "speculativa " (?) di quelle aree ? Ma questo è un'altro discorso.


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