mercoledì 11 novembre 2015

FOTOROMANZO TERMINAL RO-RO TESECO

Il commissario straordinario Zeno D'Agostino non ha firmato la concessione richiesta dalla Teseco per la realizzazione di un terminal ro-ro all'imbocco del canale navigabile. Partiamo da questa notizia e ricostruiamo la vicenda, sicuramente in modo incompleto, per cercare di capire la genesi e la attuale situazione. 

Lo facciamo perchè anche solo ordinare le notizie fornisce una visione di completezza difficile da ricostruire per chi ogni giorno legge un quotidiano o magari solo lo sfoglia. Come vedrete nei testi ci sono molteplici affermazioni e entusiasmi francamente immotivati. 

Noterete anche che i protagonisti e la cronaca stessa nella maggior parte dei casi si limita all'annuncio, al lancio di una idea, a cui seguirà un progetto che verrà pagato o l'ennesimo studio. Si tratta di un elenco di intenzioni e quello che manca sono i fatti.

COME SI E'ARRIVATI A QUESTO EPILOGO ?



Ro-ro, Samer in Tribunale contro Teseco
Violazione delle leggi in materia di aiuti di Stato e concorrenza sleale. Con queste motivazioni la Samer & c. Shipping srl ha presentato ricorso al Tribunale civile di Trieste contro la Teseco spa, chiedendo al giudice di impedire alla stessa società di disporre dei terreni ex Aquila e di invitare Ezit e Autorità portuale a non firmare concessioni e autorizzazioni che consentano a Teseco di svolgere attività economiche in quell'area.

Oggetto del contendere il progetto del nuovo terminal ro-ro (camion su traghetti) che si intende realizzare sulla superficie un tempo occupata dalla raffineria di Aquilinia, a ridosso del canale navigabile di Zaule. 

Al di là delle motivazioni addotte nel ricorso, inoltre, la decisione della Samer Shipping è destinata a sollevare un polverone di lunga durata, in quanto mette in luce un altro problema di non poco conto: il mancato rispetto dell'Accordo di programma del 2005 indetto dalla Regione, poiché l'area non è mai stata bonificata.

Nel 2003 l’Ezit aveva autorizzato Teseco – specializzata in bonifiche e ingegneria ambientale - ad acquistare (dalla Si.lo.ne srl e dall'Aquila spa in liquidazione) le aree ex Aquila per l’importo simbolico di 1 euro al metro quadrato, con l'obbligo di bonificarle. Una volta eseguiti gli interventi, Teseco avrebbe dovuto ritrasferire il terreno all’Ezit a un prezzo non inferiore ai 25 euro e non superiore ai 30 euro al metro 

La Samer Shipping, inoltre, dice di avere ricevuto un'offerta di vendita dell'area a un prezzo 187 volte superiore a quello pagato e senza che sia stata posta in essere alcuna bonifica.
Teseco, infatti, avrebbe proposto la cessione del terreno per circa 40 milioni di euro. «Prezzo ben superiore – si fa notare nel ricorso – sia al prezzo pagato dalla Teseco (1 euro a metro quadrato), sia al prezzo prefissato di ritrasferimento all'Ezit dopo la bonifica (25-30 euro al metro quadrato), ma anche al valore dell’area stessa bonificata e infrastrutturata, stimato dall’Autorità portuale di Trieste in 17 milioni di euro».


Persa la battaglia contro Teseco per i traghetti nell’area dell’ex Aquila. Il giudice: «Non c’è alcun problema di concorrenza»

«Tra la Samer e la Teseco attualmente non intercorre alcun rapporto di concorrenza dal momento che le due società svolgono attività economiche diverse. La prima opera nel settore marittimo, la seconda in quello delle bonifiche delle aree inquinate. Per questo oggi si può escludere che la Teseco possa esercitare pressioni concorrenziali significative su Samer Shipping e sia in condizioni di influenzarne il comportamento economico».

 . Anche a ritenere che in forza di questa situazioni la Teseco venga a disporre in futuro di una infrastruttura portuale essenziale, indispensabile e senza valide alternative per le altre imprese concorrenti, sarà il suo eventuale abuso, a costituire un illecito antitrust».
Per incorrere in questo “abuso” la Teseco dovrebbe rifiutarsi di aprire ai concorrenti il terminal traghetti che si ripromette di realizzare. Oppure dovrebbe apporre ragioni speciose o imporre alle altre imprese condizioni economicamente irragionevoli. Fuori mercato


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Forse a una svolta un’altra delle annose questioni d’impasse che gravano sul porto e sull’economia di Trieste. Autorità portuale e Teseco spa hanno firmato ieri l’atto formale per la concessione che dovrebbe sbloccare la strada alla realizzazione del terminal traghetti alle Noghere. Vi sono i terreni da bonificare, gli Accordi di programma da rifare, eventuali altre cause da dribblare, altri investitori da catturare, ma Gualtiero Masini presidente di Teseco spa e Marina Monassi presidente dell’Autorità portuale hanno potuto esprimere tutta la loro soddisfazione ieri alla Torre del Lloyd per il risultato raggiunto a distanza di otto anni dal primo interessamento del concessionario. La concessione è di 60 anni, ma deve passare ancora in Comitato portuale

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Fernetti investe sul terminal Teseco

L’Interporto di Trieste, alias l’antico Autoporto di Fernetti, guarda volentieri verso la costa, dove intende riprogettare il suo futuro che non potrà dipendere solo dai camion ma da una logistica...

25 agosto 2015



L’Interporto di Trieste, alias l’antico Autoporto di Fernetti, guarda volentieri verso la costa, dove intende riprogettare il suo futuro che non potrà dipendere solo dai camion ma da una logistica “di sistema” che lo veda sempre più a supporto dello scalo marittimo.

Con questa premessa Giacomo Borruso, che della struttura carsolina è da oltre un anno presidente, ritiene che Fernetti abbia curriculum e denari in regola per entrare come azionista in quella che sarà la società di gestione del terminal Teseco nell’area ex Aquila. 

Una volontà di cui il cda dell’Interporto è già stato messo al corrente. Il leader di Teseco, Gualtiero Masini, avrebbe accolto con interesse l’apertura di gioco. Con l’approvazione ormai imminente del Piano regolatore portuale, con il via libera di Bruxelles alle concessioni “sott’inchiesta” tra cui campeggiava anche Teseco, con l’intenzione della Regione e dell’Ezit di chiudere il contenzioso amministrativo con la stessa Teseco (anche se da giugno è sceso un profondo silenzio su quel desiderio), il quadro logistico-industriale tra Carso e mare comincia a muoversi. 

A Fernetti interessa il traffico ro-aro che affluirà da/per il terminal Teseco: Masini ha bisogno, secondo la progettazione prospettata, di perlomeno 60 milioni iniziali per realizzare la banchina all’ex Aquila. E intende reperirli sul mercato finanziario internazionale. Sulle mosse dell’azienda pisana c’è, comunque, molta riservatezza.

Si accennava al quadro mare-Carso perchè giusto ieri mattina a Fernetti si sono visti per un breve incontro i due presidenti dell’Interporto e dell’Ezit, rispettivamente Borruso e Stefano Zuban. Tra l’altro l’amministratore delegato di Fernetti, Nicoletta Paganella, è anche vicepresidente dell’Ezit. 

Gli argomenti in ballo sono molti, a cominciare dalla sistemazione dei punti franchi del Porto Vecchio, che saranno a “piede libero” in seguito alla sdemanializzazione: Fernetti e Noghere sono i due maggiori candidati. Il commissario dell’Ap, Zeno D’Agostino, propugna una sorta di “neo-emporialismo”, basato sull’intensificazione delle attività logistiche e industriali legate ai traffici marittimi, che a Borruso, studioso e pubblico amministratore, proprio non spiace.




Uno dei due soci / enti interessati all'operazione TESECO - TERMINAL esce di scena - non commentiamo ma riportiamo la notizia per capire i protagonisti di questo fotoromanzo.

Fotoromanzo che si conclude scontrandosi sulla decisione del Commissario straordinario dell'AP D'Agostino


" In questo caso, a differenza di quanto avvenuto con la Piattaforma logistica dove nella società concessionaria appaiono due operatori logistici: Emt e Interporto di Bologna, la concessione all’ex Aquila non ne include alcuno, ma è stata data a un’azienda, seppure di rilievo nazionale, specializzata nei settori delle bonifiche ambientali e dei rifiuti speciali "

«Ma c’è un altro progetto - aggiunge a questo punto il commissario dell’Authority - che è senza un operatore e al quale di conseguenza non darò inizio. Se non vi è la presenza di un operatore logistico, un progetto non può essere avviato».

Il riferimento non sfugge a chi è un minimo addentro alle questioni del porto di Trieste e infatti, a margine, D’Agostino conferma: «Il progetto è quello del terminal traghetti della Teseco. È vero, la concessione è stata firmata (quando presidente del porto era Marina Monassi, ndr) e pagano un canone. Ma questo non vuol dire ancora nulla. Non posso permettere che si costruisca un terminal per poi farlo restare vuoto». È scattata una diffida al concessionario? «Con i concessionari interloquiamo - replica il commissario - anche se non lo riferiamo ai giornali».


NOTA DI FAQ TRIESTE  Questo post è stato realizzato grazie alle intuizioni e alla prodigiosa memoria di un  nostro esperto che chiamiamo  " memoria di elefante "
Ovviamente la ricostruzione è incompleta e sono citati alcuni passaggi essenziali. Siamo come sempre disponibili a inserire note, precisazioni e riferimenti. Grazie













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