Savona in rivolta, il Pd gioca la carta Serracchiani
Genova -
Parlando all’assemblea degli armatori il ministro dei Trasporti Graziano Delrio
è stato netto: inutile fare pressioni perché si salvi «questa o quella Autorità
portuale» dal taglio previsto dalla riforma.
Genova - Parlando all’assemblea degli armatori il ministro
dei Trasporti Graziano Delrio è stato netto: inutile fare pressioni perché si
salvi «questa o quella Autorità portuale» dal taglio previsto dalla riforma
della governance, all’approvazione del Consiglio dei ministri entro fine anno.
I porti che secondo i criteri Ue non sono “core”, saranno inglobati in più
ampie Autorità di sistema, con l’unica eccezione di Civitavecchia e della
Puglia, che però non moltiplica ma riduce le Authority cui avrebbe diritto
(Bari e Taranto), realizzando così un unico ente.
Inutile che insistano, «presidenti e sindaci». Il pensiero
degli addetti ai lavori è andato quasi
subito a Savona e Salerno, due porti che
più di altri patiscono la prospettiva dell’assorbimento, rispettivamente, nel
“sistema-Genova” e nel “sistema-Napoli”.
A Savona, la primavera prossima si vota per il nuovo
sindaco: il Pd locale teme le ripercussioni dell’inchiesta Tirreno-Power,
mentre la sconfitta delle regionali brucia ancora. Trovarsi con l’Autorità
portuale dismessa dal governo Renzi equivale a perire sotto fuoco amico. O
almeno, a essere gravemente feriti, considerando che la comunità portuale e
imprenditoriale della città è compatta nel voler mantenere la “sua” Authority.
Del resto, la battaglia sta diventando politica ovunque, e tutti cominciano a
mettere in campo i loro pezzi da novanta: come l’ex ministro Stefania
Prestigiacomo (Forza Italia) che ha già visto Delrio per perorare la causa del
porto di Augusta, altra Authority destinata a sparire.
Per tutti questi motivi il Pd ha organizzato il prossimo 31
ottobre un incontro pubblico in Comune, primo passo di una campagna di ascolto.
Tema centrale: il porto, ospite d’onore Debora Serracchiani, che non è solo
vice-presidente del partito, ma ne è anche responsabile dei porti, oltre a
essere l’autrice della proposta di riforma di marzo 2014 che fissa il meccanismo
di individuazione dei porti “core” e che allo stato attuale impone le nozze di
Savona con Genova.
Proprio a seguito della proposta Serracchiani - accettata da
Assoporti, raccolta dall’ex ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, e alla base
del sistema di razionalizzazione voluto da Delrio - la comunità portuale e
industriale savonese si è sollevata e raccolta dietro al presidente del porto,
Gian Luigi Miazza.
Cosa dirà Serracchiani? Contattata dal Secolo XIX il
governatore del Friuli Venezia Giulia non ha risposto, tuttavia gli argomenti
si possono immaginare: la centralizzazione, come ha detto Delrio agli armatori,
non è una mortificazione dell’autonomia dei porti, ma una semplificazione e un
coordinamento teso a migliorarne l’operatività. Nulla vieterebbe poi a
Serracchiani, di giocare a sorpresa la carta dell’annuncio del nuovo
commissario di Genova, successore di Luigi Merlo e possibile esecutore per il
governo della riforma delle Autorità di sistema. Un beau geste per una città
che già si sente orfana della sua Authority.
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