Gli accorpamenti: luci e ombre
Come punto debole di questo cambio
di visione vedo il fatto che il condivisibile intento di
razionalizzazione ed ottimizzazione non si è spinto fino ad escludere dai sistemi portuali porti che ad oggi non hanno la fisionomia di centri nevralgici (core o comprehensive), della rete portuale nazionale ed internazionale.
razionalizzazione ed ottimizzazione non si è spinto fino ad escludere dai sistemi portuali porti che ad oggi non hanno la fisionomia di centri nevralgici (core o comprehensive), della rete portuale nazionale ed internazionale.
Il Piano infatti prevede l’esistenza
di un ufficio territoriale dell’AdSP “…in tutti i porti attualmente sedi di
Autorità portuali…”, il che sembrerebbe comprendere anche quei porti
attualmente inseriti in circoscrizioni di autorità portuali, ma dall’indubbia rilevanza
regionale o, al massimo, interregionale. Inoltre, è auspicabile che i criteri
in base ai quali saranno individuati i sistemi (e, quindi, le AdSP), siano
fondati su analisi trasportistiche e non meramente geografiche o geopolitiche.
Tanto
per fare un esempio (e sempre a mio personale parere), il ventilato
accorpamento di Livorno e Piombino con Civitavecchia (e con Fiumicino? e con Gaeta?),
di cui per la verità si è parlato solo sulla stampa, non porterebbe frutti, in
quanto le due aree non condividono né mercati né (quindi) strategie.
Se penso
al sistema Livorno/Piombino come proiettato verso le aree (di produzione e di
consumo) del nord-est italiano e dell’Europa mittleorientale, penso più ad una
collaborazione strategica con Trieste (senza necessariamente dover confluire in una
medesima AdSP).

Nessun commento:
Posta un commento