La stessa attenzione non è stata riservata dal quotidiano locale che come documentiamo si è limitato a una riproposizione del comunicato finale stilato dall'ufficio stampa del Propeller Club. ( Forse l'assenza della Serracchiani - ampiamente giustificata - e di altre possibilità di " gossip politico " hanno motivato la scelta del direttore Possamai )
Peccato, perchè una iniziativa di alto livello per i relatori presenti e per i contenuti andrebbe approfondita e pubblicizzata a livello nazionale, ( l'interesse è evidente e certo ).
“RICONOSCERE LA SPECIFICITA’ DI TRIESTE ED INDICARE LE
PRIORITA'”
Una serie di messaggi molto importanti, alla vigilia di una
riunione sul tema al prossimo
Consiglio dei Ministri, sono arrivati due giorni fa dal
Propeller Club di Trieste, dove si è
discusso del Piano nazionale della portualità e della
logistica, della riforma della legge sui
Porti ed in particolare delle prospettive e dei rischi per
Trieste e lo sviluppo del suo scalo.
Messaggi, quelli sentiti durante la serata, particolarmente
incisivi perché giunti anche da
due degli estensori del Piano nazionale.
“In questi mesi il tema della governance delle Autorithy è
stato quello che ha
maggiormente attirato l'attenzione – ha detto il professor
Stefano Zunarelli, esperto di
diritto della Navigazione e tra i consulenti per il Piano
nazionale della logistica – ma vanno
invece sottolineati due aspetti: una regia nazionale forte
perché finora l'Italia si è
caratterizzata per investimenti a pioggia con una logica
perdente ed il tentativo di
individuare un criterio per scegliere dove investire, con
l'ipotesi di privilegiare dove c'è
anche l'interesse dei privati”.
Per quanto riguarda la governance, ha spiegato ancora il
professor Zunarelli, servirebbe
un'Autorità di sistema portuale sovraordinata e di
coordinamento sulle amministrazioni
statali e locali competenti. Per quanto riguarda Trieste,
invece, secondo il giurista è
necessario concentrarsi sull'unicità della situazione,
poiché gli altri porti italiani hanno un
bacino di utenza nazionale e non internazionale.
“Probabilmente stiamo vivendo un periodo di trapasso che
sarà caratterizzato da crescita
bassa. Finora si proiettavano dati storici del Pil in modo
generoso, dobbiamo uscire da
questa logica – ha sostenuto il professor Marco Spinedi,
ricercatore e coordinatore di
gruppi di lavoro sui temi dell’economia dello sviluppo e dei
trasporti, anche lui tra gli
estensori del Piano nazionale della portualità e della
logistica – ed il Piano tenta di
rimettere i piedi per terra. Le industrie si sono ripiazzate
verso est perché Balcani, Turchia
ed Est Europa sono un buon mercato. L'Italia confina con
questo Nuovo mondo e bisogna
sfruttare questa opportunità. Potrebbe esserci un enorme
spazio per l'industria ferroviaria
europea ed il Nordest Italia potrebbe diventare un nodo
importante”. Citando la politica
delle scelte effettuata negli Stati Uniti per gli
investimenti in area portuale, Spinedi ha
aggiunto che sarà importante un recupero di autorevolezza
del Governo centrale e quindi
un'operazione di tipo politico.
In precedenza aveva introdotto i lavori il professor Sergio
Bologna, da poco alla guida
dell'Aiom (Agenzia Imprenditoriale Operatori Marittimi) di
Trieste, ma soprattutto grande
esperto di traffici marittimi e del mondo economico e
finanziario ad essi collegato.
Riferendosi all'attività in atto per la riforma della legge
sui Porti, il professor Bologna aveva
spiegato che “... l'ultima fase dei lavori contiene aspetti
positivi. C'è una novità su come è
stata affrontata la questione, con maggiore realismo. Non
interessa tanto il numero delle
Autorità portuali, ma bisogna decidere quali sono i nodi
logistici importanti.
Dobbiamo fare capire a tutti la vocazione internazionale di
Trieste. Speriamo che venga
riconosciuta la sua specificità e che si possa dire che la
Riforma ha portato qualcosa di
buono anche qui”.
Il Segretario Generale del Porto di Trieste, Mario
Sommariva, ha sottolineato come l'Italia
sia la terza economia marittima europea e come questo punto
di forza vada difeso.
“L'autorevolezza del Governo centrale è un problema
politico. Difficile raggiungere risultati
se si vuole farlo solo attraverso una nuova normativa. La
Riforma dovrebbe dare alcune
risposte: come incidere sull'obsolescenza delle norme, come
costruire modelli di
funzionamento più aderenti alle esigenze del mercato e come
mettere in atto una politica
industriale che sostenga le imprese che operano nei porti.”

“Pare, finalmente, avviata la politica delle scelte – ha
commentato il Presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini - ma è
necessario che il Governo centrale
conosca, riconosca e comprenda appieno le potenzialità e la
vocazione di Trieste quale porto internazionale e ponga in essere quanto necessario per
consentirne il deciso sviluppo quale gateway del Nord Adriatico per i traffici con il Sud
ed Est Europa. Trieste è un vero porto di frontiera, distando solo mezz’ora di camion dal
porto sloveno di Capodistria dove sono presenti condizioni economiche, fiscali, di costo del
lavoro e di snellezza burocratica, compresa quella doganale, di grande vantaggio rispetto a
Trieste: di questo si deve tenere conto e devono essere create le condizioni affinchè Trieste
possa debitamente competere”.
E PER FINIRE L'ARTICOLO DE IL PICCOLO
Riceviamo e pubblichiamo questo commento:
RispondiEliminaIncontro al Propeller e riforma delle A.P.
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Nulla da eccepire sugli interventi dei relatori, che tuttavia hanno ripetuto concetti già noti ed assiomi assolutamente condivisibili, ma putroppo basati su speranze , pie illusioni e sogni. La realtà invece è diversa.-
La riforma dei Porti e delle rispettive A.P. viene trattata con poca chiarezza e sotto una cortina fumogena di continui cambiamenti per raggiungere un determinato fine politico. Il progetto di accorpare le attuali 24 A.P. e portarle ad otto ( Nord,Sud,Centro, Isole ) potrebbe avere anche una sua valenza ed una logica tendenti al risparmio economico ed allo snellimento della burocrazia, se ciò non fosse invece solamente il cavallo di Troia per imbrigliare tutta l'organizzazione portuale italiana.
Infatti nel testo di una delle proposte presentate da DelRio a Renzi si stabilisce che i Presidenti degli otto porti principali siano di nomina ministeriale e non più con la usuale prassi della terna e quindi decisi dal Presidente Renzi a dai suoi vassalli e vallette. Questi Presidenti dovrebbero a loro volta nominare per ogni porto secondario dei Direttori , ovviamente di loro fiducia , con i rispettivi staff.
Ciò significa tenere sotto stretto controllo politico tutta la portualità italiana per i prossimi vent'anni.
Ed è probabilmente per queste indecisioni che si tergiversa sulla nomina a Presidente dell'attuale nostro Commissario D'Agostino, il quale, detto per inciso, dovrebbe liberarsi della morsa soffocante della Serracchiani e di Cosolini, che sembrano dettargli le linee guida per la gestione del Porto.
Che poi, come si sussurra, ci sia la possibilità che Genova voglia scipparci D'Agostino, ciò sarebbe l'ennesimo schiaffo, beffa ed un affronto non solo per la città, ma anche per lo stesso Cosolini di cui D'Agostino era il candidato prescelo. E non mi pronuncio sull'altra diceria , che si voglia, per contropartita ad una mancata seconda candidatura a Sindaco, nominare ( come previsto dalla nuova riforma ) Cosolini a Presidente dell' A.P. ......! Ero fermamente contrario quando per quella carica si era reso disponibile Roberto DiPiazza ( ed alla fine ciò provocò uno sconquasso politico nel centro-destra ...). Infatti la logica e la stessa normativa prescrivevano per tale nomina delle capacità tecniche, concrete esperienze nel campo dei trasporti marittimi, terrestri, ferroviari e della logistica in generale. E, con tutto il rispetto e la simpatia, penso che Cosolini non abbia queste capacità.
Fatte queste riflessioni tutti coloro che sperano in una ripresa delle attività portuali si augurano che la prossima riforma sia uno strumento concreto per raggiungere questo risultato e non solamente un gioco di sporca politica che tende ad egemonizzare una delle più importanti industrie italiane ed una delle poche speranze di rinascita del nostro territorio.
Cordiali saluti
Fabio Dominicini