martedì 30 giugno 2015

PIANO REGOLATORE GENERALE PORTO : LA PAROLA AI PROTAGONISTI


E' stato approvato il Piano regolatore generale del Porto di Trieste. Vi proponiamo le dichiarazioni che abbiamo raccolto dai protagonisti dell'operazione in due distinti incontri. Per evitare ripetizioni nel testo abbiamo scelto di alternare le affermazioni in modo che sembri un'unica intervista. 

Diciamo che non mi ha fatto piacere essere dimenticato in questo modo. 
So bene che non è importante chi taglia il nastro all'inaugurazione. Anche a me è successo , penso alla Grande Viabilità, di ritrovarmi a fare la gara d'appalto e poi l'inaugurazione di un'opera che era stata sicuramente pensata da altri molti anni prima. Ora succede all'attuale Sindaco di realizzare ripavimentazioni come quella di via Trento che avevo impostato ed ero riuscito a trovare le risorse per realizzarle.In occasione dell'approvazione del PRGP non sono stato nominato eppure come ti dirò più avanti un ruolo l'ho avuto ed ho anche una punta d'orgoglio a questo proposito.



La legge 84/94 obbliga le autorità portuali a formulare il piano regolatore  del porto dalle stesse amministrato. È giusto. 
E per Trieste più che per le altre, perché il piano regolatore vigente era quello del 1957, quando non circolavano ancora i contenitori e i porti erano completamente diversi da quelli attuali. 
Il porto di Trieste aveva proceduto con continue modifiche e varianti al piano esistente, quasi una trentina. 

Al ministero dei trasporti e al consiglio superiore dei lavori pubblici non si raccapezzavano più. La domanda a me costantemente rivolta nel corso di innumerevoli incontri era: perché non vi dotate di un piano regolatore che dia un indirizzo complessivo allo sviluppo del porto e sia chiaro per tutti i concessionari presenti e futuri?

Al Ministero ci dissero che non ci avrebbero approvato più alcuna variante.

Ci mettemmo al lavoro, coinvolgendo immediatamente il comune di Trieste e quello di Muggia, sul territorio dei quali era estesa l'autorità portuale e con i quali era doveroso collaborare per i comuni problemi legati alla viabilità e all'accesso alle aree portuali. 
Il sindaco di Trieste, Dipiazza, colse immediatamente il problema e i suoi uffici cominciarono una intensa e proficua collaborazione con quelli dell'APT. Dipiazza pose subito il problema del punto Franco in porto vecchio. Quell'area deve diventare territorio comunale, mi disse. Io risposi che sarebbe potuta diventare tale in futuro ma che la legislazione vigente, quella dei punti franchi e del Demanio dello Stato oltre alle previsioni della legge portuale (84/94) ci sconsigliavano di imboccare una strada molto lunga e dal l'esito incerto, anche a livello europeo.

Proposi di adottare per il porto vecchio il concetto di portualita' allargata, al fine di potere insediare in quell'area un insieme di attività ( formazione, istruzione nautica, università con le facoltà a indirizzo nautico e marittimo, agenzie marittime, nautica da diporto e relativi servizi, ecc. ).
La mia proposta teneva anche conto del progetto di piano regolatore elaborato dall'ing. Ondina Barduzzi su incarico della precedente amministrazione. Il progetto era stato approvato e mi parve corretto e utile, sulla base del principio della continuità amministrativa, di inglobarlo nel piano regolatore generale in fase di elaborazione. 
Il comune di Muggia aveva esigenze di collegamento stradale dell'area delle Noghere
(destinata ai traghetti) con Muggia e Trieste stessa. Le richieste furono accolte. Il progetto completo di relazione e mappe fu portato all'attenzione del comitato portuale nel 2009, fu approvato ,con il voto contrario come al solito del presidente della camera di commercio. 


Con l'amica Ondina Barduzzi, che avevo conosciuto in tempi non sospetti quando realizzai il supermercato di San Rocco e una persona straordinaria come Claudio Boniciolli realizzamo il Piano regolatore del Porto. Con Boniciolli non ho mai avuto alcun screzio, lui era un rappresentante del centro sinistra e io del centrodestra, ma scegliemmo le cose giuste per arrivare al risultato di dotare il porto di Trieste di un Piano regolatore. E' vero che posi il tema dello spostamento del Punto Franco del Porto Vecchio ma cercammo con la definizione di "portualità allargata" di ovviare agli ostacoli che ci sarebbero stati frapposti per arrivare al risultato che ci interessava conseguire. 
Noi abbiamo scelto le cose migliori per EVITARE ALTRI STOP.
Mantenemmo perfino l'idea del Tubone sottomarino per collegare il Porto vecchio e il Porto Nuovo ben sapendo che l'idea si sarebbe sciolta e persa nel tempo. Sia il Tubone stradale da Prosecco sia il Tubone sottomarino non avevano a mio avviso alcuna motivazione valida ma mantenemmo anche ipotesi che con gli anni sono state dimenticate per avere finalmente un piano regolatore aggiornato, il precedente era stato redatto nel lontano 1957.

A questo punto della ricostruzione c'è la mia punta d'orgoglio di cui ti dicevo prima. Il Consiglio comunale di Trieste approvò all'unanimità con 38 voti favorevoli (presenti 38 consiglieri su 40 ) il Piano regolatore. La collaborazione tra il Comune di Trieste e l'Autorità Portuale venne approvata dal Consiglio comunale.


Il progetto fu inviato a Roma , al consiglio superiore dei LL.PP.  Purtroppo ci imbattemmo nella grave crisi di quella istituzione. Il suo presidente, Angelo Balducci, accusato di corruzione e di pedofilia, fu rimosso e si dovette aspettare la nomina del nuovo presidente, l'architetto Karrer ,per ottenere il voto del consiglio superiore ,dopo una udienza generale del parlamentino del consiglio che si concluse con voto unanimente positivo e con alcune raccomandazioni. Era il maggio del 2010. Da questo momento comincia un altro capitolo. Quello dell'approvazione del piano da parte del ministero dell'ambiente.


Figura dominante del ministero era Corrado Clini, direttore generale, e poi ministro dell'ambiente. Clini, cattolico di sinistra, era in rapporti di amicizia con Monassi, che diventa presidente dell'autorità portuale nel gennaio del 2011, posizione alla quale era stato designato il sindaco Dipiazza. Forza Italia, il cui dominus era il senatore Camber, si spacca e conferma la scelta di Monassi, come detto. La presidente comincia un lavoro di smantellamento di tutto quanto aveva fatto l'amministrazione precedente. C'è l'ostacolo del piano regolatore, che approvato definitivamente, vincolerebbe anche le decisioni dell'autorità portuale. Cosa non gradita. Comincia il palleggio tra ministero dell'ambiente e regione FVG. Cala la nebbia. Il ministro Clini non la dissolve. E così si arriva al 2015, anche a causa delle ferrovie dello stato (Trenitalia) che proponeva modifiche al piano regolatore tali da bloccare il tombamento tra i moli quinto e sesto, necessario allo sviluppo delle aree operative del porto, e opponeva difficoltà di vario tipo alla razionalizzazione dello scalo ferroviario a S. Andrea. L'amministrazione Boniciolli ha lasciato un attivo di bilancio di venti milioni di euro, dopo avere rilevato un grave passivo, che pareva irreversibile.





Oggi la situazione è cambiata, sono passati dieci anni e oggi c'è l'emendamento Russo sulla sdemanializzazione del Porto Vecchio. Approfittiamo di questa intervista per porLe alcune domande individuate da FAQ - Trieste in questi mesi di analisi

1) Le proprietà del Porto Vecchio per passare al Comune devono entrare nel bilancio comunale con un voto del Consiglio 2) Se il Comune riuscirà a vendere alcuni terreni o edifici, realizzare come si usa dire, i ricavi andranno all'APT 3) Ci sono dei costi di urbanizzazione dell'area, chi dovrà pagare ? 4) Ci sono anche dei costi per la sicurezza, oggi garantita dalla presenza del Punto franco ma un domani ? 5) Per vendere e comprare è necessario dimostrare la proprietà e quindi ci saranno dei costi e dei tempi per intavolare quell'area ?


Vedo di darti una mia visione delle possibilità che si stanno finalmente aprendo grazie anche se non principalmente al nostro lavoro sul Piano Regolatore del Porto che è uno strumento straordinario e necessario, indispensabile.

Quando si riuscirà a vendere qualche porzione del Porto vecchio una parte del ricavato dovrà andare all'APT e una parte a coprire la spese del Comune per l'urbanizzazione e gli altri costi sostenuti. Ai tempi di Maltauro e Eccher le concessioni non erano "bancabili", spendibili in banca per ottenere finanziamenti. Oggi con la vendita e la proprietà diventano garanzia per le banche. 

Il Porto Vecchio che a mio avviso non può interessare il traffico container dovrebbe diventare un contenitore amministrativo della logistica, per liberare spazi in Porto nuovo. Io un porto lo vedo con banchine e ferrovie e ampi piazzali. La merce, il container passa dalla nave al treno o viceversa e viaggia verso le sue destinazioni. 

Il porto assieme al mare e al turismo è il futuro di questa città. l'industria ormai incide per l'8% e non parlatemi di Ferriera. Spero che Arvedi dia una spinta dal punto di vista logistico e utilizzi la banchina per movimentare i suoi prodotti. Mi raccontano che il laminatoio che sta arrivando sia stato acquistato negli Stati Uniti a seguito di una chiusura o fallimento e sia già datato, ma qualcuno ci fornirà le risposte, spero. Spero anche che non sia vero. Ma rinnovo il mio invito ad Arvedi a svilluppare la parte logistica della banchina della Ferriera. 

Vanno eliminati vincoli che non hanno ragione di esistere. Sono stati vincolati magazzini ormai distrutti. Forse abbiamo esagerato. nel mondo si salvano alcune strutture per ricordare o per documentare fatti e avvenimenti ma non si salva tutta. Dopo una guerra si lascia a testimonianza e a monito delle generazioni future una casa abbatuta ma la cità attorno si ricostruisce. Questo dobbiamo fare a partire anche dal Porto Vecchio. Se poi ci sono strutture che operano anche adesso bene all'interno dell'area ( penso all'Adriaterminal ad esempio ) si lasciano vivere e lavorare. L'area è talmente grande che l'incidenza di queste strutture è minima.

Tutto questo sarà possibile realizzare anche grazie al Piano Regolatore che abbiamo voluto con forza e che oggi arriva alla sua approvazione finale. Poi non importa " chi taglia il nastro all'inaugurazione" a me interessa fare, e sottolineo fare, per la mia città e i suoi cittadini.





1 commento:

  1. Riceviamo e pubblichiamo questo commento di Fabio Dominicini:

    PIANO REGOLATORE PORTUALE

    Quindi il patrio governo ha finalmente licenziato il Piano regolatore del Porto di Trieste, le cui linee principali erano state redatte ancora sotto il primo quadriennio Monassi e poi consolidate ed approvate il 19 maggio 2009 con Presidente Boniciolli. Ci sono voluti sei anni : due con Boniciolli, quattro con Monassi ed alcuni mesi con D'Agostino. Ora mancano ancora le firme di un paio di Ministri ed il piano potrà trovare applicazione e dare sperabili frutti nell' arco dei prossimi 5 - 20 anni. Chi vivrà, vedrà ..! Beato lui !
    Nell'immediato due punti non mi sono molto chiari : con questa approvazione dovrebbe venir automaticamente cassato il progetto del rigassificatore ? E come verrà adottato il Piano considerato che nella sua stesura originale conglobava anche la Variante del Porto vecchio, che ne era parte integrante ? Probabilmente, a seguito della sdemanializzazione, quell' area verrà stralciata dal Piano generale ?
    Ed a proposito di tale comprensorio di cui una parte preponderante è destinata a passare sotto la giurisdizione del Comune e la restante porzione di costa e banchina rimanere di proprietà del Demanio, sarebbe interessante ed anche doveroso che i due Enti ci facessero vedere il grafico esplicativo della spartizione.-
    Cordiali saluti

    Fabio Dominicini

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