sabato 16 maggio 2015

MANESCHI NEGA CHE IL BLOCCO DEI CONTAINER A TARANTO DIPENDA DA UNA SUA DECISIONE

L’Autorità portuale ha chiesto l’impegno del ritorno dei traffici al TCT che però sull’argomento si è defilato, sottolineando di essere il mero fornitore di servizio alle compagnie di navigazione: che dovranno autonomamente decidere con la prossima assemblea.


Sul terminal di Taranto gli impegni del governo

16 maggio 2015 


Prolungata la cassa integrazione dei 570 addetti e lavori da completare in un anno –

In cambio c’è la richiesta di riprendere i traffici containers di Evergreen


ROMA – La nota ufficiale del governo parla di una pre-intesa firmata tra il Taranto Container Terminal (TCT) e l’Autorità portuale locale, per rilanciare lo stesso terminal dopo anni di macroscopiche delusioni da parte degli azionisti. I quali azionisti (50% Hutchinson, 40% Evergreen, 10% Maneschi) hanno esaminato il testo dell’accordo due giorni fa, giovedì 14, in un consiglio direttivo che si è riservato di riferire all’assemblea. 

Le bocche degli azionisti sono cucite, perché il momento è tra i più delicati della già delicata storia del terminal. Da parte del governo va rilevato che si sono impegnati i massimi livelli: il sottosegretario della presidenza del consiglio Claudio De Vincenti, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, il sottosegretario al lavoro Teresa Bellanova.

Tra gli impegni sottoscritti a Palazzo Chigi il rinnovo della cassa integrazione per i 570 addetti del terminal che scadrà a fine mese. E’ stata anche stabilita da parte del ministero una specie di cabina di regia per verificare che i lavori da effettuare sul terminal per l’ammodernamento si svolgano in tempi compatibili – e paralleli – con il prolungamento della cassa integrazione.


Alla base della pre-intesa che il governo continua a giudicare molto positiva – nel silenzio totale della controparte in attesa dell’assemblea – c’è anche la richiesta agli azionisti del TCT di programmare un ritorno progressivo dei traffici containers di Evergreen a Taranto, dopo l’abbandono per la mancata realizzazione degli indispensabili lavori di ammodernamento. 

L’Autorità portuale ha chiesto l’impegno del ritorno dei traffici al TCT che però sull’argomento – è stato risposto al presidente dell’Authority Sergio Prete – si è defilato, sottolineando di essere il mero fornitore di servizio alle compagnie di navigazione: che dovranno autonomamente decidere con la prossima assemblea. 

La promessa del governo è che i lavori di adeguamento del terminal saranno conclusi in un anno. Qualcuno, che non è certo un portavoce ufficiale, ha sottolineato che di promesse ne sono state fatte anche in passato, senza risultati.

TCT deserto

A completare l'informazione citiamo qui un pezzo dell'intervista ad un lavoratore portuale del Terminal Container Taranto:

Il porto è ormai deserto. I lavori di ammodernamento della banchina partono con enormi ritardi, Evergreen continua a fare passi indietro, e un terminal senza lavoro è un terminal spento. Morto. «Hanno marciato sui nostri ritardi - scoppia Mario -. Qui non serve il sindacato, la protesta. Qui, per fermare questo tracollo, ci vuole una politica di Stato sul lavoro e sullo sviluppo che sia decisa, energica». 
E arriva anche la stoccata finale, da osservatore attento, da lavoratore sfibrato. «Mi domando a cosa serve avere potere se quel potere non viene usato per il bene comune ma solo per fini personali» conclude Mario, stremato, indebolito dagli ultimi anni senza risposte. 

«Ma lo sapete che le navi che arrivavano nel porto Taranto, due chilometri di banchina, ora vanno a Trieste che ha appena 650 metri di approdi? ".

NOTA DI FAQTRIESTE : " SARA' VERO ? "

1 commento:

  1. Trieste ha 750 + 650 metri di banchina al Terminal Contenitori e le navi che non vanno più a Taranto ora vanno al Pireo, dove la Cosco sta investendo per ampliare il terminal che ha in concessione..... Diciamo le cose come stanno!

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