Questo dibattito va seguito e ragionato per le conseguenze che potrebbe comportare sul settore della logistica e della portualità.
Vi proponiamo una cronaca semiseria di alcuni passaggi tratti dal dibattito per alleggerire i toni e per non dare troppa importanza ad alcune "ironiche" affermazioni colte dalle cronache dei giornali.

Ci candidiamo a far diventare il porto di Trieste il porto
principale di riferimento della Baviera e della Germania tutta.
Riteniamo di poter attrarre traffici anche impostando un lavoro di trasferimento delle merci via ferrovia”. Lo ha detto la presidente della Regione Friuli Venezia
Giulia, Debora Serracchiani, al termine dell’incontro a Monaco con il presidente della Baviera, Horst Lorenz Seehofer.
Il giorno dopo sempre su IL PICCOLO la presidente della Regione FVG rilancia:
Serracchiani ha rivendicato l'incontro con il ministro presidente della Baviera Horst Lorenz Seehofer: «Monaco ha come unico porto di riferimento Amburgo, che ora è saturo. Trieste, già collegata via ferrovia con la capitale bavarese è la candidata ideale per i nuovi traffici.
All'ottimismo di Monaco della Serracchiani Milano & Finanza contrappone le dichiarazioni di Spiros Paschalis :
" I porti italiani sono troppo cari, ci sono troppi monopoli " Il Ceo di Attica Group, Spiros Paschalis, esprime a MF Shipping & Logistica un duro giudizio sulla portualità italiana, con cui la compagnia di navigazione da lui guidata lavora da circa 20 anni ( in particolare Venezia e Ancona ).
Paschalis ha proseguito dicendo:" Non c'è competizione fra i porti, manca un coordinamento. Basta vedere anche alla Fiera Transport Logidtic di Monaco come si sono presentati tutti sparsi: Trieste da una parte, i porti liguri dall'altra, poi c'è lo stand degli italiani accorpati".
In seconda battuta il Ministro e gli uffici del Ministero
hanno accennato a otto distretti: uno dell’Alto Tirreno con Savona, Genova, Spezia
e Marina di Carrara, un secondo con Livorno, Piombino e Civitavecchia ( non si
capisce cosa ci incastra Civitavecchia ! ), un terzo polo con Napoli e Salerno,
nel Sud Italia prenderebbe corpo il distretto della Sicilia, quello a sé stante
di Gioia Tauro, quello pugliese con Bari, Taranto e Brindisi. Gli ultimi due
sarebbero nel medio e alto Adriatico radunando Ancona con Ravenna e Venezia con
Trieste. Non si riesce a capire dove sia finita la Sardegna e non
vogliamo credere che sia stata dimenticata. Sarà forse accorpata con la Corsica
?
Si tratta come ben si può comprendere, di una impostazione
che interviene a mutare radicalmente quella precedente che prevedeva – lo ricorderanno
i nostri lettori – quindici porti principali, definiti “core”, e gli altri
definiti “comprehensive” con il rischio di ribaltare anche l’ipotesi di riforma
portata avanti dalla “Debora” nell’era Lupi.
CONTINUA L'OPERA DI SMANTELLAMENTO delle Autorità portuali in attesa della "riforma" con la nomina dei commissari straordinari. Su questo tema c'è una perfetta continuità tra l'operato dell'ex ministro Lupi e l'attuale Del Rio.
Il risultato di precarietà nella guida dei porti di interesse nazionale è stato pienamente raggiunto da questo Governo. Ricordiamo che questa precarietà e incertezza sulla guida dei porti, in attesa di una "riforma" tutta da definire e di cui esistono bozze e progetti contrastanti, comporta una mancanza di scelte e immobilismo nella portualità.
Il risultato di precarietà nella guida dei porti di interesse nazionale è stato pienamente raggiunto da questo Governo. Ricordiamo che questa precarietà e incertezza sulla guida dei porti, in attesa di una "riforma" tutta da definire e di cui esistono bozze e progetti contrastanti, comporta una mancanza di scelte e immobilismo nella portualità.
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