
Sommariva e l’Horror Vacui…
LA GAZZETTA MARITTIMA 15 aprile 2015
LIVORNO – In fisica si chiama Horror Vacui, cioè l’orrore
del vuoto. Che va riempito, nel bene e nel male. Quello che in queste ore
capita nel mondo della portualità ha qualche assonanza: con le dimissioni del
ministro Lupi e l’ingresso del ministro Delrio, il
dicastero delle
Infrastrutture e Trasporti sembra scontare l’incertezza di un vuoto di progetti
che fino a pochi giorni fa non c’era. Giusta o sbagliata che fosse
l’impostazione della riforma, la riforma c’era. E adesso?
Adesso assistiamo allo “spacchettamento”: o almeno a quello
che sembra uno sbriciolamento dei temi della riforma. L’avete notato? In ogni
porto si va come se di riforma non si fosse mai parlato, o comunque non
incombesse. Si gestiscono le problematiche locali, con nomine, convegni, progetti.
Può anche essere un bene, perchè inchiodare tutto in attesa che si sia riempito
il vuoto sarebbe sbagliato. Ma dov’è il coordinamento nazionale che il premier
Renzi aveva promesso, o minacciato, o comunque preannunciato?
A Trieste, dove il presidente-decisionista dell’Authority
Marina Monassi è stata sostituita Manu Militari dal commissario Zeno
D’Agostino, in tempi fulminei è stato nominato anche il segretario generale,
una vecchia volpe indubbiamente abile e ben introdotta nel mondo della portualità
come Marco Sommariva.
Attenti: votato all’unanimità dal comitato portuale, lui
che proviene da Genova, ha militato a lungo a Bari come segretario generale
dell’Authority, era stato dato come possibile candidato di recente ancora a
Genova (dopo il quasi dimissionario Luigi Merlo per la faccenda delle elezioni
regionali alle quali corre la consorte), per Livorno, anche per Civitavecchia.
A Trieste Sommariva è stato subito chiaro: “Il futuro di Trieste – ha esordito
con l’ovvio – passa per il porto”. Ma ha anche detto altre cose meno ovvie,
come la necessità di studiare il modello dei “comitati territoriali” che ha
fatto ben funzionare a Bari. E comunque, anche D’Agostino ha insistito sulla
priorità di interventi strategici che non si sa quanto e quando competeranno
all’Authority così costituita se ci sarà la riforma.
Spulciando poi le varie indiscrezioni sui programmi
ministeriali, si è letto che nel drastico taglio degli investimenti pubblici
annunciato da Delrio ci sono anche molte “grandi opere”. Testuale: “Rinviate la
Orte-Mestre, il Frejus, i progetti portuali per Civitavecchia, Taranto e
Ravenna…” mentre viene confermato il completamento del Mose insieme ai lavori
alla Salerno-Reggio Calabria e al Brennero.
Siamo all’ordine sparso o sbaglio? E a riempire il vuoto
lasciato dalla riforma (abortita o solo da rivisitare) siamo sicuri che il
sistema del carciofo (foglia per foglia) sia il migliore?
Antonio Fulvi
nota di FAQTrieste:
1. In questi articoli della Gazzetta Marittima ci sono alcuni giudizi che magari possiamo anche non condividere ma le informazioni contenute e in particolare l'atmosfera generale che "circonda o meglio assedia " i porti della penisola sono descritte con la giusta determinazione
2. Una domanda ai nostri lettori : Cosa ha impedito che anche a Trieste nasca un osservatorio o una rivista di settore logistico e shipping simile a quelle che si sono rivelate strumenti utili in altri porti ? Valga per tutti l'esempio della Gazzetta Marittima di Livorno.
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