Italia Marittima di nuovo nel mirino M5S. Fortunatamente le
cartucce sono a salve – nota del 15 aprile 2015 Ci risiamo.
Oggi, nel corso della trattazione del Disegno di Legge n.
2753
il Movimento 5Stelle ha sferrato un nuovo attacco ad Italia Marittima.
Non era stato sufficiente quello durante il passaggio della
Legge di Stabilità a dicembre alla Camera.
E sì, che dopo quella tremenda gaffe, avevo inoltrato agli
ex colleghi tutti i riferimenti normativi per comprendere in maniera chiara
quale fosse la questione.
Ma ricostruiamo la faccenda.
Nel novembre 2014 la GdF di Trieste sanziona con una multa
di 60 milioni di euro la società Italia Marittima ( gruppo taiwanese Evergreen ) contestando
l’errata applicazione della “tonnage tax”, un regime fiscale forfettario per le
navi di cui possono disporre dal 2003 le società armatoriali italiane.
Entriamo un attimo nello specifico prendendo in
considerazione le Leggi che regolano il settore.
In coerenza con le politiche comunitarie relative ai
trasporti internazionali via mare, il legislatore Italiano ha adottato da tempo
provvedimenti legislativi finalizzati a garantire rilevanti benefici fiscali a
tutela del comparto armatoriale Italiano.
Un passo in questo senso è stato fatto con l’istituzione del
Registro Internazionale di cui al D.L. 457/1997 cui ha fatto seguito
l’introduzione della tonnage tax con il D.Lgs. 344/2003.
Il fine ultimo delle agevolazioni fiscali concesse agli
armatori italiani è quello di incrementare la flotta di navi battenti bandiera
italiana, come si desume dalla lettura della Relazione al citato D.Lgs.
344/2003 introduttivo della tonnage tax:
“La tonnage tax, lontana dal rappresentare uno strumento di
“concorrenza fiscale sleale” tra gli Stati membri, nasce invece dall’esigenza
di arginare l’esodo degli armatori europei verso Paesi Terzi, che grazie
all’istituzione di “registri aperti”, facilmente accessibili, stanti i
requisiti minimi richiesti, ed aventi convenienti costi operativi-gestionali e
fiscali, attraggono capitali e tonnellaggio stranieri. […]
Essa conferisce maggiore certezza del livello impositivo,
semplificando gli adempimenti fiscali, e producendo effetti positivi
sull’occupazione e sugli obiettivi di tutela ambientale.”
In sintesi con l’introduzione del Registro Internazionale
nel 1998 e della tonnage tax nel 2004 il nostro Paese può finalmente vantare un
sistema fiscale competitivo incentrato sulla bandiera italiana.
Il comma 4 dell’art. 25 del D.P.R. 600/1973 prevede che:
è operata […] una ritenuta del trenta per cento a titolo di
imposta sull’ammontare dei compensi corrisposti a non residenti per l’uso o la
concessione in uso di attrezzature industriali, commerciali o scientifiche che
si trovano nel territorio dello Stato. Ne sono esclusi i compensi corrisposti a
stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti.
Ai fini dell’applicazione della ritenuta la norma prevede
espressamente che le attrezzature in essa richiamate devono trovarsi nel
territorio dello Stato.
Circa l’interpretazione del requisito territoriale, anche in
riferimento al caso delle navi e dei contenitori, è intervenuta l’Agenzia delle
Entrate con circolare n. 47/E del 2005.
La chiarezza dell’orientamento dell’Amministrazione
Finanziaria è tale da renderene sufficiente la lettura dei passaggi salienti
“La circolare del Ministero delle finanze del 12 dicembre 1981, n. 42 adotta
quale criterio base ai fini della presenza del bene nel territorio dello Stato
“quello dell’individuazione del luogo in cui vi è uso prevalente del bene. In
sostanza, se il bene viene utilizzato prevalentemente all’estero può
concludersi che manca il requisito della territorialità e che, quindi, i
relativi compensi non sono tassabili in Italia”
Essendo la flotta di Italia Marittima integralmente
impiegata nei traffici internazionali con prevalenza della localizzazione dei
propri mezzi (navi e contenitori) in acque internazionali e comunque al di
fuori del territorio italiano, nessuna ritenuta è mai risultata dovuta.
Secondo, invece, la Guardia di Finanza i canoni di noleggio
di navi e contenitori sarebbero da assoggettare a tassazione in Italia,
mediante applicazione della ritenuta, per diretta conseguenza della bandiera
italiana battuta dalle navi prese in locazione a scafo nudo e iscritte nella
apposita sezione del Registro Internazionale.
Sicché una nave battente bandiera italiana sarebbe di per sé
sempre assoggettata a ritenuta unitamente ai contenitori sulla stessa
impiegata.
Quindi, sia chiaro, la tesi della GDF avrebbe colpito non
solo Italia Marittima, ma tutta la marineria italiana.
Bene.
Cosa succede durante la Stabilità?
Un emendamento del relatore della Commissione Bilancio ridà
obbiettività giuridica ad una contestazione che risultava essere contraria allo
spirito delle norme vigenti. Di fatto, chiarendo una volta di più l’ambito di
applicazione della tonnage tax, fa automaticamente decadere la multa a carico
di Italia Marittima.
Ma qualcuno, alla disperata ricerca di “marchette” da
denunciare, invece di valutare il problema, controllare le fonti normative e
comprendere a fondo la questione, grida allo scandalo, accusando la maggioranza
di essersi fatta assoggettare dalle lobby e dalle multinazionali armatrici.
Sottolineo che, se fossi stato presente, avrei votato a favore
dell’emendamento.
Non paghi, la dichiarazione di voto del M5S in aula è
incentrata sulla questione. Vengono poi diffusi post sui social network con
comunicazioni assolutamente false o che riprendono informazioni incomplete sull’azienda e sul
suo presidente.
Il meccanismo del fango mediatico è partito.
Faccio presente ad un deputato m5s autore di alcuni post di
aver preso un granchio madornale ed invio un file esplicativo ( con i
riferimenti normativi ) ai referenti della commissione bilancio M5S. Mi raccomando,
nel tentativo di “arginare” il problema, di fare in modo che il gruppo M5S al
Senato non si metta nuovamente di traverso.
Dopo le rassicurazioni e le garanzie ricevute in tal senso,
ovviamente al Senato verrà, invece, proposto dal M5S un emendamento abrogativo
di quello introdotto dal Pd alla Camera. Per ritornare alla multa…
Poi, al Senato, il maxiemendamento notturno, l’emendamento
Russo, la sdemanializzazione del Punto Franco nord, i miei emendamenti non
presentati dal Gruppo… ( Ma questa è un’altra storia) faranno passare la
questione in secondo piano.
Ed oggi, come detto, nuovi attacchi ad Italia Marittima, al
suo presidente, alle multinazionali, alla multa “abbuonata” dal PD, etc
etc...tutto come a dicembre….
Resta un dubbio: la volontarietà o l’involontarietà.
Gravi, comunque, entrambi.
P.S.
Dal giorno delle mie dimissioni dal gruppo non ho mai
espresso giudizi sul m5s. In realtà neanche con questo post lo faccio. Racconto
solamente dei fatti.
Sarà la mia versione,
potrà dire qualcuno. Vero.
Ma questo è.
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