giovedì 27 novembre 2014

VIA DA TRIESTE I TRAGHETTI TURCHI ?

Questo allarme lanciato sulla stampa da Enrico Samer come va interpretato ?

- Non mi sento di tranquillizzare nessuno e tanto meno i 59 lavoratori destinati a subire le conseguenze di operazioni che passano centinaia di metri sopra le loro teste.

Ci sono otto milioni di investimenti che la società turca sposterebbe da Trieste e ha già destinato a Marsiglia, e al seguito dell'investimento si sposterebbe anche il traffico merci dei traghetti turchi. Questi sono dati di fatto e preoccupanti ?

- Cominciamo con il dire che i TIR e i traghetti turchi sono sempre andati anche a Marsiglia. Se avete buona memoria dovreste ricordare che nel 2011 le Rive di Trieste erano piene di
esperto portualità
TIR in attesa d'imbarco per la Turchia. Arrivavano tutti da Marsiglia dove i portuali stavano scioperando. 

La Turchia è riuscita in questi anni ad incrementare la propria produzione (PIL +4% ) puntando soprattutto sulle esportazioni, il vero punto di forza di una economia che sta crescendo oltre le aspettative. Stiamo parlando di un paese di 70 milioni di abitanti. 
I loro TIR passano e scelgono lo scalo triestino perchè le prerogative di Porto Franco permettono tra altri vantaggi di non venir conteggiati nelle quote di traffico "contingentate" verso gli altri paesi europei di destinazione. Le merci turche raggiungono quindi l'Europa attraverso i porti, le strade e le ferrovie, l'autostrada del mare è uno dei canali di percorrenza. L'interscambio marittimo tra Italia e Turchia è stimato attorno ai 10 milioni di tonnellate. 

Quindi lei prevede che non ci saranno conseguenze sui volumi di merci che transitano per il porto di Trieste ?

- Non ho elementi per fare affermazioni di questo tipo, cerco solo di inquadrare il problema. Si è conclusa proprio venerdì scorso il Logitrans, la più importante fiera internazionale di trasporti e logistica della Turchia, svoltasi ad Istanbul dal  19 al 21 novembre. Tra gli altri era presente anche l'Autorità Portuale di Ravenna che ha presentato lo scalo ravennate ed il sistema integrato della logistica di cui fa parte agli operatori presenti. Il porto di Ravenna nel 2013 ha movimento un terzo dello scambio 
Galliano di Marco a Istanbul

tra Italia e Turchia. Per ritornare a Trieste credo che la questione vada letta all'interno di dinamiche più ridotte, di ripicche e scelte molto " provinciali " . 
La rivista on line ship2shore ricostruisce in modo semplice la vicenda triestina del terminal ferroviario, che ha problemi seri da lunga data. Problemi che non sono stati mai risolti sempre per la pessima abitudine dei veti incrociati. Problemi a cui , come spiega bene l'articolo di ship2shore ogni operatore ha cercato soluzioni individuali, anche a scapito degli altri. Certamente è mancata una politica dell'Autorità portuale capace di risolvere il problema per tutti gli operatori, si tratta pur sempre di una proprietà demaniale adibita a servizio ferroviario e non è il caso di restringere il fine di servizio comune con concessioni restrittive. La pressante richiesta da parte della logistica europea del potenziamento del trasporto ferroviario trova ancora una volta Trieste rallentata dalle "baruffe" locali. Ad onor del vero leggendo la cronaca della vicenda del terminal ferroviario triestino tenete presente che alla faccia di tutti gli ostacoli e gli impedimenti il trasporto merci su ferrovia in partenza dal porto di Trieste ha volumi di tutto rispetto. Ad un prossimo incontro vi passerò i dati.

25/11/14 

Cancellata l’assegnazione del terminal ferroviario di Trieste

Il Tar del Friuli ha cancellato l’assegnazione a Samer Seaports del parco di Riva Traiana dopo il ricorso di Europa Multipurpose Terminal 

Il progetto di sviluppo del terminal ferroviario contiguo a Riva Traiana subisce una battuta d’arresto.

Il Tribunale amministrativo regionale ha infatti accolto il ricorso presentato dalla Europa Multipurpose Terminal (Emt), società che opera sul vicino Molo Sesto, e ha annullato la delibera dello scorso aprile con cui il Comitato portuale aveva approvato a maggioranza la concessione dell’infrastruttura a Samer Seaports, società controllata al 60% da Un Ro-Ro che opera il terminal portuale di Riva Traiana dedicato ai traffici ro.ro. 

Quest’ultima, a fronte del rilascio della concessione sul terminal ferroviario, aveva pianificato un investimento di 8 milioni di euro. Per precisione bisogna ricordare che l’Autorità Portuale aveva preso tempo prima di firmare l’assegnazione definitiva della concessione attendendo il pronunciamento dei giudici amministrativi.

Secondo quanto ricostruito da Il Piccolo la durata della concessione accordata dalla port authority era di 20 anni a fronte di un investimento di quasi 8 milioni su 5 binari ferroviari: 450 mila euro per la loro manutenzione, 5 milioni per l’acquisto e il collocamento di due gru transtainer e 2,1 milioni di euro per la posa delle rotaie. I giudici hanno rilevato come la concessione preveda l’accesso a una parte cospicua del parco ferroviario portuale (5 binari su 11) agli altri operatori solo in via subordinata alle esigenze e alle decisioni operative della concessionaria. 

“In sostanza - sottolinea il Tar - la concessione prevede un significativo vantaggio comparativo per la ditta concessionaria nell’utilizzo di un bene pubblico, con palese violazione della normativa europea e nazionale sulla libera concorrenza e dei principi sull’uso di opere e infrastrutture di interesse pubblico”.

Il TAR ha aggiunto poi che “la concessione non è stata preceduta da alcuna gara o almeno da una procedura comparativa a evidenza pubblica laddove le nuove attrezzature risulteranno di uso esclusivo della concessionaria”.

Francesco Parisi, managing director dell’omonima casa di spedizioni e azionista di riferimento di Europa Multipurpose Terminal si è espresso sulla questione dicendo: “Siamo soddisfatti della sentenza perché a nostro parere la decisione di Autorità Portuale di concedere a un operatore una cospicua parte del parco ferroviario alterava le condizioni di concorrenza. 

A nostro parere l’Autorità Portuale dovrebbe ora riprendere il progetto dell’ampliamento del parco ferroviario, in modo da garantire a tutti gli operatori il massimo sviluppo possibile, senza creare situazioni di possibile ‘cannibalizzazione’ dell’uno rispetto all’altro. Riteniamo ci sia un buon potenziale di crescita del traffico ferroviario di tutti”.

N.C.


Nessun commento:

Posta un commento