mercoledì 26 novembre 2014

LETTERA APERTA DEL SENATORE FRANCESCO RUSSO SULLA PORTUALITA'

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO



Trieste, 25 novembre 2014

Nelle prossime settimane il futuro della portualità del Friuli Venezia Giulia e più in generale del sistema logistico dell'Alto Adriatico sarà oggetto di scelte strategiche decisive.
Gli effetti del decreto "sblocca Italia", della prossima Legge di Stabilità, della ridefinizione della governance dell'Autorità Portuale di Trieste, di importanti scelte relative ai finanziamenti del cosiddetto "Piano Junker" rischiano, infatti, di definire in modo decisivo per decenni i destini e le chance di competitività di questa nostra area.

È il momento di agire e non è più possibile sbagliare. Diventa necessario - mi permetto di richiamarlo - un gioco di squadra che eviti la penalizzazione della nostra realtà regionale a discapito di territori portatori di progettualità e potenzialità meno rilevanti delle nostre ma che appaiono oggi decisamente più capaci ed intraprendenti nel difendere i propri interessi.
Le analisi sono note, condivise e disponibili fin da troppo tempo. La realtà geostrategica ed
economica ci offre oggi opportunità inedite. Non solo la naturale collocazione a ridosso di mercati ricchi e di importanti corridoi paneuropei e la conformazione dei fondali, ma anche i recenti sviluppi della logistica (con il progressivo affermarsi, ad esempio, del gigantismo navale) rendono possibile uno sviluppo dei traffici e dell'economia che sarebbe delittuoso non intercettare in tempi di crisi tanto profonda.

La risposta che viene chiesta alla politica ed agli operatori è sotto gli occhi di tutti. Il potenziamento della cooperazione dei porti del Nord Adriatico da Ravenna a Fiume (magari rilanciando l'esperienza colpevolmente lasciata languire del NAPA) e la realizzazione di una più condivisa rete logistica rafforzerebbe il ruolo di quest'area del Mediterraneo che pure negli ultimi anni difficili ha dimostrato maggiore vitalità ad esempio dei porti tirrenici e che si sta attrezzando per portare l'attuale ricettività da circa 1,8 milioni di teu a 5,6 milioni alla luce dei lavori già avviati o dalle previsione dei piani regolatori.

In questo contesto, quindi, va detto chiaramente che appare incomprensibile e immotivata l'insistenza con la quale l'Autorità Portuale di Venezia continua promuovere, in un’ottica decisamente campanilistica, il faraonico progetto di un Porto offshore esterno alle dighe del Mose. Come più volte richiamato anche dalla Presidente Serracchiani, un terminal container come quello ipotizzato non è, infatti, giustificato da nessuna realistica previsione di traffico futuro, ma, soprattutto, viene considerato dagli stessi addetti ai lavori antieconomico visti i costi previsti dalla rottura di carico e dalla doppia movimentazione per singolo teu (di almeno 100 euro superiori rispetto a quanto costerebbe, ad esempio, la stessa operazione nel Porto di Trieste).


Alla luce di questa ed altre criticità (tra le altre l'assenza - a quanto è dato sapere - di investitori privati disponibili ad impegnarsi nel progetto e la poca certezza sui costi complessivi dell'opera) operatori ed esperti hanno già espresso la loro contrarietà al progetto che continua, però, ad essere promosso con una certa insistenza a livello nazionale ed internazionale.

Nei prossimi giorni con altri colleghi chiederò al Governo di pronunciarsi in maniera chiara su un progetto che non sembra avere in alcun modo le caratteristiche per diventare una delle scelte strategiche su cui l'Italia debba investire risorse ingenti.
Di fronte a questo possibile scenario spero davvero ci possa essere anche il Tuo contributo ad un’iniziativa coordinata di sensibilizzazione nei confronti dell'opinione pubblica e dei decisori politici.

Vogliamo ribadire che, nell’ottica di un’efficiente gestione nazionale delle opere infrastrutturali portuali, gli almeno 600 milioni di contributo pubblico previsti complessivamente per il porto offshore di Venezia potrebbero essere investiti con risultati ben diversi per l’intero Sistema Paese su progetti volti a potenziare e meglio collegare i siti portuali già presenti nell’Alto Adriatico.

Credo sia evidente come, in questo caso, l'interesse nazionale vada di pari passo con quello della nostra regione. Negli altri territori davanti alle priorità e alle scelte decisive per il futuro la classe dirigente sa unirsi. Vorrei fosse possibile fare lo stesso anche sul nostro territorio. Rilanciando la prospettiva di una sempre più stretta sinergia fra Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro, e candidandoci a diventare un perno di un sistema logistico nazionale efficiente e d’avanguardia, restituendo al nostro territorio, il Friuli Venezia Giulia, il ruolo internazionale che gli spetta.

Cordiali saluti.


Sen. Francesco Russo


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