venerdì 11 luglio 2014

INTERVENTO SU TRIESTE E FERROVIE

E' abbastanza chiaro che la nuova riforma dei Porti italiani, così come presentata dalla stampa, non risolve i problemi della portualità nazionale. 

Manca obbiettivamente una strategia d'insieme che ragioni invece di logistica complessiva con l'individuazione di pochi poli funzionali ad una linea di trasporti nazionale da e per l'Europa. 

A mio parere tre sono i Porti strategici su cui investire pesantemente, Trieste, Genova e Napoli, un tanto per la posizione geografica, per la storia e per la vocazione internazionale che li contraddistingue. 


Ciò ovviamente non significa chiudere gli altri Porti ma semplicemente fare delle scelte politiche ed economiche lungimiranti e non di campanile come avviene oggi. Perchè Trieste? 

Avendo dei fondali a banchina superiori ai 18 metri è fin da subito in grado di ormeggiare navi di qualsiasi stazza, con la linea ferroviaria Pontebbana sottoutilizzata e con piccoli interventi di adeguamento siamo nel cuore dell'Europa senza bisogno della TAV (quanto risparmio). Inoltre Vienna ha già avviato da tempo i lavori sulle sue infrastrutture di trasporto, strade, autostrade e soprattutto ferrovie e si appresta a divenire la più grande piattaforma logistica per l'inoltro delle merci verso la Germania, lUngheria, la Cechia, la Slovacchia, la Polonia, l'Ucraina e soprattutto la Russia. Per fare ciò Vienna sta già adeguando le proprie infrastrutture allo scartamento dei binari Russi notoriamente diversi da quelli del resto d'Europa. L'Austria non ha uno sbocco a mare e quindi serve un Porto dotato di fondali e ferrovie all'altezza di questo progetto. 

Ovviamente a favore di Trieste giocano anche i minori giorni di navigazione grazie a Suez. La soc. AMEM ha provveduto, con uno studio, a dettagliare i termini di un progetto su Trieste per Vienna. 

Mi risulta che le Istituzioni locali abbiano tale progetto sul tavolo dal 2013, come mai nessuno ne parla? 

Per capirci: il costo di un nuovo terminal container a Trieste, con il progetto AMEM, è di 500 milioni di euro contro i 2 miliardi del terminal d'altura veneziano (ancora quanto risparmio).

Senza però il nuovo piano regolatore del Porto non si può costruire un nuovo Terminal e nemmeno raddoppiare il Molo 7° che naturalmente è complementare al progetto. 

Ad oggi pochi terminal possono vantare 24 movimenti/ora per gru di media come il nostro Molo 7°. 

Perchè di Piano Regolatore non si sente più parlare? 

In più Trieste possiede i Punti Franchi che altri non hanno ma, purtroppo, dal 1 luglio anche Venezia si è dotata di tale strumento nel silenzio più assoluto di stampa e Istituzioni come mai? 

Possiamo solo immaginare le ripercussioni positive sull'occupazione e sull'economia cittadina se questi progetti si realizzassero, parliamo di centinaia se non migliaia di nuovi posti di lavoro. 

Dimenticavo di dire che il progetto AMEM non interferisce con la Ferriera di Servola e che quindi le attività di quella fabbrica potrebbero continuare senza interferenze.


                                                                                                                                   Rosario Gallitelli  

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