lunedì 8 giugno 2020

NOSTALGIA DELLA CHIAREZZA



La comunità portuale di Trieste e numerose istituzioni cittadine hanno mostrato la loro vicinanza a Zeno d’Agostino dopo la sentenza dell’ANAC che lo dichiara decaduto da Presidente dell’AdSP MAO. La stampa su questo ha dato ampi resoconti. 

Noi però siamo nati per fare delle domande, per porre degli interrogativi. Non è facile perché ogni giorno ne capita una nuova, che ci lascia sempre più stupiti. Ecco l’ultima.

L’ANAC in un comunicato a dir poco “irrituale” sostiene di aver applicato nel caso d’Agostino una norma (il d.Lgs. 39/2013) sulla quale dal 2015 ha più volte segnalato per vie ufficiali le criticità a Governo e Parlamento, che tuttavia non hanno ritenuto di intervenire. Testuale.

Quindi l’ANAC non ha colpa se è costretta ad applicare leggi che giudica sbagliate? E lo va pure a ribadire in un comunicato che nessuno le ha chiesto?

Vorrà ammettere, l’illustre Autorità, che questi atti - come si usa dire – hanno l’effetto di minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. E se questi cittadini sono dei triestini la sfiducia rischia di rinfocolare le mai sopite voglie di esser fuori dall’Italia, di essere cittadini di una città indipendente, con uno statuto internazionale.

Per altro verso, sul piano locale, non è che le cose vadano molto meglio. Zeno d’Agostino è stato più volte messo sotto accusa da alcuni suoi avversari di voler consegnare il porto al colonialismo cinese. Addirittura costoro hanno voluto vedere negli sforzi con cui d’Agostino cercava di procurarsi in Cina mascherine per gli ospedali della regione, nei primi tempi della pandemia, una conferma di questa sua pericolosa intenzione. Non sono “nemici occulti”, sono “avversari palesi”, non è gente che manda lettere anonime o commenti sui social con nomi di fantasia. Sono persone che si presentano in pubblico a viso aperto e che appartengono a movimenti di opinione i quali anche in questa circostanza hanno voluto ribadire i loro timori di una “svendita” del porto al colonialismo cinese.

Non ci sembra il momento di fare i giochi delle tre carte. Il nostro paese, che ancora non si era tirato su dalla crisi del 2008, sta entrando in una crisi drammatica. Trieste e la Regione FVG rischiano di pagare un prezzo ancora più alto per la loro specializzazione produttiva. Avremo bisogno di tutti per risollevarci, così come in Lombardia per fronteggiare l’epidemia hanno avuto bisogno di personale sanitario che veniva da Cuba, dalla Russia, dall’Albania. E non è bastato.

Riceviamo da Rinascita Triestina i seguenti due post:

https://www.facebook.com/rinascita.triestina.tlt/photos/a.589476287825330/2688513261254945/?type=3&theater

https://www.facebook.com/rinascita.triestina.tlt/photos/a.589476287825330/2690906034349001/?type=3&theater

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