venerdì 25 ottobre 2019

COME I TELEFONINI GARFIELD RIEMERGE L'EXTRATERRITORIALITA° DOGANALE PARTE QUATTRO


Dell’extraterritorialità -doganale- dei punti franchi del Porto di Trieste
Uno sguardo felino sul regime di Porto Franco - internazionale - di Trieste
PARTE 4
Come promesso, riprendiamo il nostro ragionamento in relazione al rapporto tra il regime di Porto franco internazionale di Trieste e le Istituzioni Europee. 


Alla domanda con cui ci siamo lasciati pare di poter dare una risposta ragionevole esaminando attentamente l’elenco delle zone franche comunitarie pubblicato dalla Commissione Europea:
(http://ec.europa.eu/taxation_customs/sites/taxation/files/resources/documents/customs/procedural_aspects/imports/free_zones/list_freezones.pdf )  - Free zones which are in operation in the customs territory of the Union, as communicated by the Member States to the Commission.
Scorrendo tale elenco si giunge al punto franco di Trieste, poiché così esso è stato classificato e notificato alle Istituzioni Europee dallo Stato Membro – Repubblica Italiana. Dunque, appare perlomeno plausibile che qualcuno, consultando tale elenco, possa essere indotto a nutrire dei dubbi sulla natura e la portata  - extradoganale - del regime di Porto franco internazionale di Trieste.  In virtù di quanto esplicitato durante il nostro tentativo di ragionare su dati empirici, è ragionevole ritenere che la collocazione dei punti franchi di Trieste nell’ambito dell’ordinamento  - doganale - Europeo non sia corretta. Per dovere di coerenza e di chiarezza sarebbe invece decisamente il caso essi venissero collocati -esclusivamente- tra i territori non facenti parte dell’Unione - doganale - Europea, sulla falsariga di come fatto, a titolo esemplificativo, dalla Repubblica francese per i propri territori d’oltremare o dal Regno di Danimarca per le isole Færøer e la Groenlandia, territori correttamente citati all’Art. 4 del Codice doganale Europeo come esclusi dal territorio doganale dell’Unione Europea.
Per concludere il nostro inevitabilmente lungo ed articolato ragionamento, proviamo a formulare una proposta concreta, traendo spunto dalla situazione riportata dalla notizia introduttiva, sempre con l’intento di non prenderci troppo sul serio.
Forse pare giunto il momento in cui gli  Amministratori degli approdi nostrani risalgano i flutti e arrivino ai pericolosi anfratti (romani?), dove pare qualche “incauto” capitano abbia smarrito il proprio carico. Anche dalle nostre parti esistono infatti Associazioni che hanno particolarmente a cuore i propri luoghi e vigilano per preservarne la naturale integrità. Tuttavia, ad opinione di chi scrive, gli -apparentemente- inspiegabili fenomeni sulle prerogative dei punti franchi che ciclicamente emergono a Trieste sotto le sembianze di  (ben inteso - simpatici) Garfield vadano ora risolti alla fonte, a maggior ragione dato il clima (ancora) mite che benevolmente persiste nei nostri paraggi. 

Cordialmente,
Franco

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