Dell’extraterritorialità
-doganale- dei punti franchi del Porto di Trieste
Uno sguardo
felino sul regime di Porto Franco - internazionale - di Trieste
PARTE 4
Come
promesso, riprendiamo il nostro ragionamento in relazione al rapporto tra il
regime di Porto franco internazionale di Trieste e le Istituzioni Europee.
Alla
domanda con cui ci siamo lasciati pare di poter dare una risposta ragionevole
esaminando attentamente l’elenco delle zone franche comunitarie pubblicato
dalla Commissione Europea:
(http://ec.europa.eu/taxation_customs/sites/taxation/files/resources/documents/customs/procedural_aspects/imports/free_zones/list_freezones.pdf
) - Free zones which are in operation in
the customs territory of the Union, as communicated by the Member States to the
Commission.
Scorrendo
tale elenco si giunge al punto franco di Trieste, poiché così esso è stato
classificato e notificato alle Istituzioni Europee dallo Stato Membro –
Repubblica Italiana. Dunque, appare perlomeno plausibile che qualcuno,
consultando tale elenco, possa essere indotto a nutrire dei dubbi sulla natura
e la portata - extradoganale - del
regime di Porto franco internazionale di Trieste. In virtù di quanto esplicitato durante il
nostro tentativo di ragionare su dati empirici, è ragionevole ritenere che la
collocazione dei punti franchi di Trieste nell’ambito dell’ordinamento - doganale - Europeo non sia corretta. Per
dovere di coerenza e di chiarezza sarebbe invece decisamente il caso essi
venissero collocati -esclusivamente- tra i territori non facenti parte
dell’Unione - doganale - Europea, sulla falsariga di come fatto, a titolo
esemplificativo, dalla Repubblica francese per i propri territori d’oltremare o
dal Regno di Danimarca per le isole Færøer e la Groenlandia, territori
correttamente citati all’Art. 4 del Codice doganale Europeo come esclusi dal
territorio doganale dell’Unione Europea.
Per
concludere il nostro inevitabilmente lungo ed articolato ragionamento, proviamo
a formulare una proposta concreta, traendo spunto dalla situazione riportata
dalla notizia introduttiva, sempre con l’intento di non prenderci troppo sul
serio.
Forse pare
giunto il momento in cui gli
Amministratori degli approdi nostrani risalgano i flutti e arrivino ai
pericolosi anfratti (romani?), dove pare qualche “incauto” capitano abbia
smarrito il proprio carico. Anche dalle nostre parti esistono infatti
Associazioni che hanno particolarmente a cuore i propri luoghi e vigilano per
preservarne la naturale integrità. Tuttavia, ad opinione di chi scrive, gli -apparentemente-
inspiegabili fenomeni sulle prerogative dei punti franchi che ciclicamente
emergono a Trieste sotto le sembianze di
(ben inteso - simpatici) Garfield vadano ora risolti alla fonte, a
maggior ragione dato il clima (ancora) mite che benevolmente persiste nei
nostri paraggi.
Cordialmente,
Franco
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