sabato 12 ottobre 2019

COME I TELEFONINI GARFIELD RIEMERGE L'EXTRATERRITORIALITA° DOGANALE PARTE UNO




Dell’extraterritorialità -doganale- dei punti franchi del Porto di Trieste
Uno sguardo felino sul regime di Porto Franco - internazionale - di Trieste
PARTE 1
Diversi mesi fa, intento a scorrere le notizie del giorno sulla home page del Corriere della Sera sono incappato per caso in un trafiletto che citava un mistero legato all’ambiente marino recando in bella mostra l’immagine del famigerato gatto Garfield.  


Vuoi per i ricordi d’infanzia, vuoi per la curiosità ed il particolare legame con entrambe i temi, il tutto ha immediatamente catturato la mia attenzione. In buona sostanza, l’articolo riporta il caso del ciclico spiaggiamento su un tratto di costa della Bretagna di telefoni con la forma del simpatico animaletto, prodotti durante gli anni 80’ e commercializzati in tutto il mondo. Il “mistero” – così titolava l’articolo – è stato finalmente risolto:  “I telefoni a forma di Garfield erano stivati dentro un container che nel 1984 durante una tempesta cadde in mare da una nave (…)  Il container andò poi ad incastrarsi in una cavità sottomarina, da cui ciclicamente fuoriescono i graziosi telefoni-micio che i flutti depositano sulle coste bretoni. L’anfratto in questione è raggiungibile durante la bassa marea, tuttavia si tratta di “un posto molto pericoloso”. L’articolo prosegue spiegando come con costanza e dedizione un’Associazione locale vigili sulle spiagge e rimuova i corpi estranei  giunti a riva. Rimane, conclude l’articolo, il mistero riguardo alla nave che ha perso il carico.
Chi legge il presente contributo poiché interessato al tema del regime di Porto Franco - internazionale - di Trieste si chiederà a questo punto se il sottoscritto abbia bisogno di una boccata di aria fresca piuttosto che di una capatina da un (bravo) psicologo…o psichiatra.  Premettendo fin da subito che le ben plausibili considerazioni dei lettori possono legittimamente rimanere tali anche dopo aver ultimato la lettura del presente contributo, al sottoscritto la notizia di cui sopra è tornata alla mente mentre assisteva dalla platea ad un convegno pubblico in tema di punti franchi, e, siccome chi scrive ha imparato (a proprie spese) che nella vita non bisogna prendersi troppo sul serio, è scattata la buffa associazione. Pare doveroso precisare che durante il convegno in questione si sarebbe dovuto dibattere della collocazione territoriale dei punti franchi, su cui ci siamo peraltro già soffermati in passato, tuttavia, data la chiarezza e franchezza del relatore che ha aperto il convegno, il tema si è presto spostato su altri aspetti del sistema logistico regionale, lambendo però anche un aspetto fondante del regime del Porto Franco – internazionale – di Trieste – l’extraterritorialità doganale. Ad un dato momento, tra parte dei relatori e la platea è improvvisamente sceso il gelo, quando un Autorevole relatore (la “A” maiuscola non è un errore di battitura) ha argomentato come l’extraterritorialità doganale sia un concetto difficilmente accettabile da parte di uno Stato e che, nell’ambito dei punti franchi vada applicato il dettato normativo del Codice doganale dell’Unione Europea, che, secondo il relatore, offre già gli strumenti per valorizzare i vantaggi assicurati da tale speciale status giuridico. Ora, premesso che ognuno di noi ha il diritto di esprimere e mantenere le proprie posizioni e che i dibattiti pubblici hanno l’utilità di  mettere le diverse posizioni a confronto con il fine di arricchire tanto i relatori quanto chi ascolta, non sarebbe inutile fornire qualche dato, auspicando ciò possa fungere da stimolo per proseguire un utile e costruttivo confronto anche nell’ambito dell’opinione pubblica.
Il regime di porto franco internazionale di Trieste si fonda su una normativa di diritto pubblico internazionale – il trito e ritrito Allegato VIII al Trattato di pace fra l'Italia e le Potenze Alleate ed Associate, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. Il testo, come ogni trattato internazionale, sancisce dei principi che non possono che avere carattere generale, non potendo né dovendo scendere in particolari dettagli. Ciò è dovuto al fatto che, normalmente, accordi di tale portata coinvolgono una moltitudine di Stati sovrani e vengono spesso conclusi in occasioni in cui gli accadimenti storici lo impongano.  Si aggiunga, che tali atti sono preceduti da lunghe ed estenuanti negoziazioni, poiché chi li andrà a sottoscrivere è ben conscio che il loro contenuto inevitabilmente impegnerà di fronte alla comunità internazionale le Istituzioni e condizionerà in un modo o nell’altro la società civile del proprio Paese. Data la loro solennità, i trattati internazionali sono normalmente  destinati a spiegare i propri effetti  per un arco temporale molto lungo, a volte misurabile in secoli.
Tornando sul tema a noi caro, nella convinzione che le opinioni ed i dibattiti debbano fondarsi (per quanto possibile) su dei fondamenti empirici, la cosa migliore è iniziare a ragionare in base alle previsioni del citato Allegato VIII per quanto a noi interessa in questo frangente. Si premette che i riferimenti al “territorio libero” ed alle sue “Autorità” vanno contestualizzati (a torto o a ragione, ma non è ciò che a noi interessa) e riferiti rispettivamente allo Stato italiano e le sue espressioni istituzionali:
Articolo 4
“Salvo che non sia diversamente stabilito dal presente Strumento, le leggi ed i regolamenti in vigore nel Territorio Libero si applicheranno alle persone e ai beni entro i confini del Porto Franco e le autorità incaricate di assicurare la loro osservanza nel Territorio Libero, eserciteranno le proprie funzioni entro i confini del Porto Franco.“
Articolo 8
Le autorità del Territorio Libero saranno autorizzate a procedere ad ispezioni in Porto Franco nella misura che sarà necessaria per far rispettare i regolamenti doganali o gli altri regolamenti del Territorio Libero, per la prevenzione del contrabbando.
Articolo 14
Nell'ambito del Porto Franco i provvedimenti sanitari e le disposizioni relative alla lotta contro le malattie degli animali e delle piante, per quanto concerne le navi da passeggeri e da carico saranno applicate dalle autorità del Territorio Libero.
Articolo 15
Le autorità del Territorio Libero saranno tenute a fornire al Porto Franco l'acqua, il gas, la luce e l'energia elettrica, i mezzi di comunicazione, i mezzi per il drenaggio ed altri servizi pubblici e ad assicurare i servizi di polizia e la protezione contro gli incendi.
Articolo 19
Il Direttore del Porto Franco, compatibilmente con le disposizioni del presente Strumento, adotterà tutte le misure ragionevoli e necessarie per l'amministrazione, il funzionamento, la manutenzione e lo sviluppo del Porto Franco, come un porto efficiente ed idoneo a far prontamente fronte a tutto il traffico relativo. In particolare, egli sarà responsabile dell'esecuzione dei lavori portuali di ogni tipo nel Porto Franco, dirigerà il funzionamento delle installazione e degli altri impianti portuali, determinerà, conformemente alle leggi del Territorio Libero, le condizioni di lavoro nel Porto Franco e sopravedrà alla osservanza inoltre nel Porto Franco, delle ordinanze e dei regolamenti emanati dalle autorità del Territorio Libero in materia di navigazione.
Proviamo ora a trarre alcune prime conclusioni dalle disposizioni di cui sopra, ed a calarle nel contesto della quotidiana operatività dei punti franchi, costituenti le aree in cui vige il  regime di Porto franco internazionale di Trieste. La prima considerazione da fare è che, fatta salva la riserva dell’art. 4, comma 1 primo periodo (“Salvo che non sia diversamente stabilito dal presente Strumento”), leggi  e regolamenti dello Stato italiano si applicano anche all’interno del Porto franco internazionale, il che ne implica la piena assimilazione al resto del territorio  - politico - nazionale.
La seconda considerazione da fare attiene alla netta distinzione tra la funzione doganale in senso stretto, intesa quale attività volta alla riscossione dei diritti doganali – coperta dalla riserva di disciplina di cui sopra all’art.4, comma 1 -  e le altre funzioni esercitate sia dall’Agenzia delle Dogane, cui si aggiungono per la parte di propria competenza le altre Autorità o Istituzioni pubbliche italiane.
Al netto del particolare regime doganale, su cui torneremo, va constatato che all’interno dei punti franchi, gli Organi dello Stato italiano svolgono importanti funzioni, compresa l’Agenzia delle Dogane, la quale, ad esempio, effettua controlli volti a prevenire il contrabbando delle merci o il commercio di prodotti contraffatti, gli altri Organi di pubblica sicurezza (ad es. Polizia, Guardia di Finanza) si occupano di prevenire e reprimere, a titolo meramente esemplificativo, il traffico di stupefacenti piuttosto che l’immigrazione clandestina, i Vigili del fuoco svolgono le loro funzioni ben note a tutti, la Capitaneria di porto sovrintende e coordina il traffico marittimo e le attività accessorie e funzionali, gli Organi della Sanità marittima, del Servizio veterinario e del Servizio fitopatologico si occupano di eseguire controlli sulle merci per garantirne la sicurezza alimentare e non, prevenire malattie oppure l’importazione accidentale di parassiti o altri animali nocivi provenienti da altre parti del mondo. Tutto questo, come vediamo è perfettamente in linea con le disposizioni appena riportate agli artt. 4, 8, 14, 15 e 19 dell’Allegato VIII.
Il nostro ragionamento, per ora, si ferma qui. La carne da mettere sul fuoco è molta e va cotta un po' per volta. A breve, proseguiremo aggiungendo altri elementi.

Cordialmente,
Franco

1 commento:

  1. Nota molto semplice:
    non potete nascondervi dietro un "a torto o ragione" per alterare una legge: la legge parla di Territorio Libero e le Sue istituzioni e a queste si fa riferimento.
    Che il Governo italiano sia solo amministratore della zona A del Territorio Libero lo sanno ormai anche i muri, che lo Stato italiano violi costantemente il mandato ricevuto è un'oncia evidenza, che la dichiarazione della ministra abbia raggirato la sala è valida solo per i sostenitori dell'italianissima Trieste, gli altri (i triestini e chi ha provato ad entrare per investire nel Porto Franco internazionale) lo sanno ormai da tempo.
    Finalmente gli italianissimi hanno ricevuto lo schiaffo che dovrebbe dar loro una svegliata perché l'Italia (il governo e le sue istituzioni) li hanno sempre traditi (in fin dei conti anche loro vivono nella cologna)
    Buona giornata e buone riflessioni.

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