Dell’extraterritorialità
-doganale- dei punti franchi del Porto di Trieste
Uno sguardo
felino sul regime di Porto Franco - internazionale - di Trieste
PARTE 1
Diversi mesi
fa, intento a scorrere le notizie del giorno sulla home page del Corriere della
Sera sono incappato per caso in un trafiletto che citava un mistero legato
all’ambiente marino recando in bella mostra l’immagine del famigerato gatto
Garfield.
Vuoi per i ricordi d’infanzia,
vuoi per la curiosità ed il particolare legame con entrambe i temi, il tutto ha
immediatamente catturato la mia attenzione. In buona sostanza, l’articolo
riporta il caso del ciclico spiaggiamento su un tratto di costa della Bretagna
di telefoni con la forma del simpatico animaletto, prodotti durante gli anni
80’ e commercializzati in tutto il mondo. Il “mistero” – così titolava
l’articolo – è stato finalmente risolto:
“I telefoni a forma di Garfield erano stivati dentro un container che
nel 1984 durante una tempesta cadde in mare da una nave (…) Il container andò poi ad incastrarsi in una
cavità sottomarina, da cui ciclicamente fuoriescono i graziosi telefoni-micio
che i flutti depositano sulle coste bretoni. L’anfratto in questione è
raggiungibile durante la bassa marea, tuttavia si tratta di “un posto molto
pericoloso”. L’articolo prosegue spiegando come con costanza e dedizione
un’Associazione locale vigili sulle spiagge e rimuova i corpi estranei giunti a riva. Rimane, conclude l’articolo,
il mistero riguardo alla nave che ha perso il carico.
Chi legge il
presente contributo poiché interessato al tema del regime di Porto Franco -
internazionale - di Trieste si chiederà a questo punto se il sottoscritto abbia
bisogno di una boccata di aria fresca piuttosto che di una capatina da un
(bravo) psicologo…o psichiatra.
Premettendo fin da subito che le ben plausibili considerazioni dei
lettori possono legittimamente rimanere tali anche dopo aver ultimato la
lettura del presente contributo, al sottoscritto la notizia di cui sopra è
tornata alla mente mentre assisteva dalla platea ad un convegno pubblico in
tema di punti franchi, e, siccome chi scrive ha imparato (a proprie spese) che
nella vita non bisogna prendersi troppo sul serio, è scattata la buffa
associazione. Pare doveroso precisare che durante il convegno in questione si
sarebbe dovuto dibattere della collocazione territoriale dei punti franchi, su
cui ci siamo peraltro già soffermati in passato, tuttavia, data la chiarezza e
franchezza del relatore che ha aperto il convegno, il tema si è presto spostato
su altri aspetti del sistema logistico regionale, lambendo però anche un
aspetto fondante del regime del Porto Franco – internazionale – di Trieste –
l’extraterritorialità doganale. Ad un dato momento, tra parte dei relatori e la
platea è improvvisamente sceso il gelo, quando un Autorevole relatore (la “A”
maiuscola non è un errore di battitura) ha argomentato come
l’extraterritorialità doganale sia un concetto difficilmente accettabile da
parte di uno Stato e che, nell’ambito dei punti franchi vada applicato il
dettato normativo del Codice doganale dell’Unione Europea, che, secondo il
relatore, offre già gli strumenti per valorizzare i vantaggi assicurati da tale
speciale status giuridico. Ora, premesso che ognuno di noi ha il diritto di
esprimere e mantenere le proprie posizioni e che i dibattiti pubblici hanno
l’utilità di mettere le diverse
posizioni a confronto con il fine di arricchire tanto i relatori quanto chi
ascolta, non sarebbe inutile fornire qualche dato, auspicando ciò possa fungere
da stimolo per proseguire un utile e costruttivo confronto anche nell’ambito
dell’opinione pubblica.
Il regime di
porto franco internazionale di Trieste si fonda su una normativa di diritto
pubblico internazionale – il trito e ritrito Allegato VIII al Trattato di pace
fra l'Italia e le Potenze Alleate ed Associate, firmato a Parigi il 10 febbraio
1947. Il testo, come ogni trattato internazionale, sancisce dei principi che
non possono che avere carattere generale, non potendo né dovendo scendere in
particolari dettagli. Ciò è dovuto al fatto che, normalmente, accordi di tale
portata coinvolgono una moltitudine di Stati sovrani e vengono spesso conclusi
in occasioni in cui gli accadimenti storici lo impongano. Si aggiunga, che tali atti sono preceduti da
lunghe ed estenuanti negoziazioni, poiché chi li andrà a sottoscrivere è ben
conscio che il loro contenuto inevitabilmente impegnerà di fronte alla comunità
internazionale le Istituzioni e condizionerà in un modo o nell’altro la società
civile del proprio Paese. Data la loro solennità, i trattati internazionali
sono normalmente destinati a spiegare i
propri effetti per un arco temporale
molto lungo, a volte misurabile in secoli.
Tornando sul
tema a noi caro, nella convinzione che le opinioni ed i dibattiti debbano
fondarsi (per quanto possibile) su dei fondamenti empirici, la cosa migliore è
iniziare a ragionare in base alle previsioni del citato Allegato VIII per
quanto a noi interessa in questo frangente. Si premette che i riferimenti al
“territorio libero” ed alle sue “Autorità” vanno contestualizzati (a torto o a
ragione, ma non è ciò che a noi interessa) e riferiti rispettivamente allo
Stato italiano e le sue espressioni istituzionali:
Articolo 4
“Salvo che non sia diversamente stabilito dal presente
Strumento, le leggi ed i regolamenti in vigore nel Territorio Libero si
applicheranno alle persone e ai beni entro i confini del Porto Franco e le
autorità incaricate di assicurare la loro osservanza nel Territorio Libero,
eserciteranno le proprie funzioni entro i confini del Porto Franco.“
Articolo 8
Le autorità del Territorio Libero saranno autorizzate a
procedere ad ispezioni in Porto Franco nella misura che sarà necessaria per far
rispettare i regolamenti doganali o gli altri regolamenti del Territorio
Libero, per la prevenzione del contrabbando.
Articolo 14
Nell'ambito del Porto Franco i provvedimenti sanitari e le
disposizioni relative alla lotta contro le malattie degli animali e delle
piante, per quanto concerne le navi da passeggeri e da carico saranno applicate
dalle autorità del Territorio Libero.
Articolo 15
Le autorità del Territorio Libero saranno tenute a fornire al
Porto Franco l'acqua, il gas, la luce e l'energia elettrica, i mezzi di
comunicazione, i mezzi per il drenaggio ed altri servizi pubblici e ad
assicurare i servizi di polizia e la protezione contro gli incendi.
Articolo 19
Il Direttore del Porto Franco, compatibilmente con le
disposizioni del presente Strumento, adotterà tutte le misure ragionevoli e
necessarie per l'amministrazione, il funzionamento, la manutenzione e lo
sviluppo del Porto Franco, come un porto efficiente ed idoneo a far prontamente
fronte a tutto il traffico relativo. In particolare, egli sarà responsabile
dell'esecuzione dei lavori portuali di ogni tipo nel Porto Franco, dirigerà il
funzionamento delle installazione e degli altri impianti portuali, determinerà,
conformemente alle leggi del Territorio Libero, le condizioni di lavoro nel
Porto Franco e sopravedrà alla osservanza inoltre nel Porto Franco, delle
ordinanze e dei regolamenti emanati dalle autorità del Territorio Libero in
materia di navigazione.
Proviamo ora
a trarre alcune prime conclusioni dalle disposizioni di cui sopra, ed a calarle
nel contesto della quotidiana operatività dei punti franchi, costituenti le
aree in cui vige il regime di Porto
franco internazionale di Trieste. La prima considerazione da fare è che, fatta
salva la riserva dell’art. 4, comma 1 primo periodo (“Salvo che non sia diversamente stabilito dal presente Strumento”),
leggi e regolamenti dello Stato italiano
si applicano anche all’interno del Porto franco internazionale, il che ne
implica la piena assimilazione al resto del territorio - politico - nazionale.
La seconda
considerazione da fare attiene alla netta distinzione tra la funzione doganale
in senso stretto, intesa quale attività volta alla riscossione dei diritti
doganali – coperta dalla riserva di disciplina di cui sopra all’art.4, comma 1
- e le altre funzioni esercitate sia
dall’Agenzia delle Dogane, cui si aggiungono per la parte di propria competenza
le altre Autorità o Istituzioni pubbliche italiane.
Al netto del
particolare regime doganale, su cui torneremo, va constatato che all’interno
dei punti franchi, gli Organi dello Stato italiano svolgono importanti
funzioni, compresa l’Agenzia delle Dogane, la quale, ad esempio, effettua
controlli volti a prevenire il contrabbando delle merci o il commercio di
prodotti contraffatti, gli altri Organi di pubblica sicurezza (ad es. Polizia,
Guardia di Finanza) si occupano di prevenire e reprimere, a titolo meramente
esemplificativo, il traffico di stupefacenti piuttosto che l’immigrazione
clandestina, i Vigili del fuoco svolgono le loro funzioni ben note a tutti, la
Capitaneria di porto sovrintende e coordina il traffico marittimo e le attività
accessorie e funzionali, gli Organi della Sanità marittima, del Servizio
veterinario e del Servizio fitopatologico si occupano di eseguire controlli
sulle merci per garantirne la sicurezza alimentare e non, prevenire malattie
oppure l’importazione accidentale di parassiti o altri animali nocivi
provenienti da altre parti del mondo. Tutto questo, come vediamo è
perfettamente in linea con le disposizioni appena riportate agli artt. 4, 8,
14, 15 e 19 dell’Allegato VIII.
Il nostro
ragionamento, per ora, si ferma qui. La carne da mettere sul fuoco è molta e va
cotta un po' per volta. A breve, proseguiremo aggiungendo altri elementi.
Cordialmente,
Franco
Nota molto semplice:
RispondiEliminanon potete nascondervi dietro un "a torto o ragione" per alterare una legge: la legge parla di Territorio Libero e le Sue istituzioni e a queste si fa riferimento.
Che il Governo italiano sia solo amministratore della zona A del Territorio Libero lo sanno ormai anche i muri, che lo Stato italiano violi costantemente il mandato ricevuto è un'oncia evidenza, che la dichiarazione della ministra abbia raggirato la sala è valida solo per i sostenitori dell'italianissima Trieste, gli altri (i triestini e chi ha provato ad entrare per investire nel Porto Franco internazionale) lo sanno ormai da tempo.
Finalmente gli italianissimi hanno ricevuto lo schiaffo che dovrebbe dar loro una svegliata perché l'Italia (il governo e le sue istituzioni) li hanno sempre traditi (in fin dei conti anche loro vivono nella cologna)
Buona giornata e buone riflessioni.