venerdì 27 settembre 2019

PSA SINGAPORE CONTROLLA I DUE TERMINAL CONTAINER DI GENOVA



Psa e Sech si fondono, a Singapore il controllo dei due terminal container di Genova
Genova - Firmato l’accordo per la creazione di una nuova società: Gip avrà una significativa quota di minoranza. Ecco come cambiano i rapporti di forza sulle banchine del capoluogo ligure.


Genova - Anche gli ultimi dettagli sono stati definiti dopo il lungo lavoro di questi mesi sul quadrilatero che unisce Singapore, sede di Psa, Parigi e Londra, quartier generale dei fondi Infravia e Infracapital, e infine Genova, il centro dell’operazione tra le più importanti degli ultimi tempi, certamente rivoluzionaria per il risiko del porto. Come ha anticipato ieri Il Secolo XIX/TheMediTelegraph, Singapore ha acquisito il controllo di due dei principali terminal contenitori di Genova, il Vte e il Sech. 

Ieri è stata creata una nuova società che dovrà gestire entrambe le banchine e Psa, il colosso asiatico dei terminal, avrà la maggioranza delle quote. Gip rimarrà con una significativa minoranza a quanto si apprende. I fondi e Giulio Schenone sono quindi ancora della partita, mentre prende avvio una “piattaforma” per la movimentazione dei contenitori da quasi 2 milioni di teu, sommando il traffico generato dalle banchine di Pra’ (1,6 milioni di teu nel 2018) e quello del terminal di Sampierdarena che ha chiuso l’anno scorso a circa 300 mila teu. Con questa potenza di fuoco il matrimonio tra Psa e Gip – già incrociate a livello azionario prima dell’operazione – punterà a contendere mercato a Msc e ai cinesi di Cosco: Gianluigi Aponte ha piantato bandierine pesanti a Sampierdarena (Bettolo e Messina nei container, Rinfuse con Spinelli), mentre a Savona Pechino è alleata di Maersk, il primo gruppo armatoriale al mondo. Nel mirino finisce anche La Spezia, dove c’è il terminal di Contship con Msc: l’obiettivo dichiarato è tutto il Tirreno Settentrionale. Il piano industriale comunque verrà reso noto nei prossimi giorni, ma non sono previsti esuberi di portuali nei due terminal, mentre Psa parteciperà agli investimenti infrastrutturali che servono per potenziare il Sech.

L’intesa dovrà essere approvata dall’Authority genovese che vaglierà la posizione sia sul fronte del cambio di controllo della concessione, sia in riferimento all’articolo 18 della “legge dei porti”, il blocco normativo che dovrebbe vietare più di una concessione nello stesso scalo per la stessa attività, ma che storicamente ha dimostrato ampi margini di flessibilità Sarà necessario anche un passaggio alla presidenza del Consiglio che invece dovrà dare il via libera all’operazione in base alle norme sul Golden Power, lo scudo del governo agli investimenti stranieri su attività strategiche per il Paese.

Non sembra sarà invece necessario il passaggio all’Antitrust perché, ragionano a Singapore e a Genova, la quota di mercato della nuova società non è così significativa in Italia. I due esami potrebbe essere superati già nel prossimo mese e poi potrà partire la strategia per rendere operativa l’unione dei due terminal. Compresa la nuova squadra che sarà destinata a gestire le due banchine: la successione a Gilberto Danesi, l’uomo che ha portato il Vte al primo posto tra i terminal italiani, è già cominciata, mentre Giulio Schenone, azionista e manager del nuovo colosso, avrà un ruolo di primo piano.




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