martedì 5 febbraio 2019

PROPELLER CLUB TRIESTE RISPOSTA ALLA COMMISSIONE UE

LA COMMISSIONE UE CHIEDE ALLE AUTHORITY DI PAGARE LE TASSE COME UNA SOCIETA' PRIVATA


Authority e tasse da pagare, il presidente di Assoporti D’Agostino: «Siamo d’accordo con il Governo, ci opporremo alla Commissione Ue»


Assoporti sosterrà il Governo italiano nell’opporsi alla decisione della Commissione Ue che considera aiuti di Stato gli attivi di bilancio delle Autorità di sistema portuale italiane. Lo ha detto ieri al Propeller Club di Trieste il presidente Zeno D’Agostino, partecipando alla conviviale dedicata proprio alle ultime comunicazioni dell’organismo europeo.



D’Agostino, peraltro, non ha nascosto una certa insofferenza per come vengono condotte queste procedure in sede comunitaria.
«Le Autorità di sistema portuale - ha detto D’Agostino, che è anche alla guida di quella del Mare Adriatico orientale - sono la longa manus del Governo e non fanno impresa. Se lo fanno, lo fanno attraverso società che pagano le tasse. Chiedo quindi a Bruxelles di fare le cose per bene».
Della questione si è discusso ieri sera ascoltando il punto di vista degli operatori portuali e dopo un’efficace introduzione dell’avvocato Alberto Pasino, partner di Zunarelli Studio associato. A lui è spettato il compito di illustrare la normativa di riferimento nell’intera vicenda, spiegando come la Commissione europea abbia già valutato in passato la tesi secondo la quale lo Stato non può pagare tasse allo Stato. E gli esiti non sono stati propriamente favorevoli a chi la sosteneva. Sono altre quindi le strade che l’Italia dovrà percorrere per far valere le proprie ragioni perché, ha ricordato l’avvocato Pasino, «... per lo Stato italiano le Autorità di sistema portuale sono enti pubblici non economici e non sono soggetti a tassazione».
In chiusura di serata si sono susseguiti gli interventi di Francesco  Parisi, presidente dell'omonimo Gruppo e di Stefano Visintin, presidente dell'Associazione spedizionieri del Friuli Venezia Giulia. Il primo ha sottolineato di essere un imprenditore che arriva al tavolo
solo con domande e senza risposte, chiedendo lumi a D'Agostino sui metodi di redazione del bilancio delle Authority e su possibili previsioni nel caso in cui venissero trasformate in spa.
Secondo Visintin, invece, lo Stato si è dimostrato carente nella prima fase di risposta alla Commissione Ue, per una vicenda che nasce più di un anno fa. Nel concludere il proprio intervento, però, ha fatto riferimento al “modello Koper”, alludendo con una certa ironia al fatto che il vicino porto della Slovenia è un porto gestito dallo Stato, in contrasto con la normativa europea in materia.
A conclusione degli interventi, il presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini, ha fatto notare come “questa ulteriore incertezza del diritto” non renda tranquilli gli investitori nazionali ed esteri, soprattutto per investimenti di lungo periodo, e sia di rilevante danno per l’Italia. Ha ribadito, inoltre, che in un contesto di concorrenza tra i Porti, tutti devono uniformarsi alle leggi europee in merito mentre, allo stato attuale, non è così. Per questo motivo, secondo Zerbini, è auspicabile un intervento dirimente della
Commissione europea. A proposito della concorrenza, il presidente ha aggiunto che deve essere fatta sulla specializzazione dei diversi Porti e non sul “tutti fanno tutto”, obbligando ad investimenti pubblici plurimi, costosi e senza vantaggi per il sistema Italia.

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