domenica 19 agosto 2018

IL CASO DEL MANIFESTO DELLA 50° EDIZIONE DELLA BARCOLANA

Non possiamo e non vogliamo in alcun modo affrontare seriamente il caso del MANIFESTO predisposto per la 50° edizione della BARCOLANA - regata che si svolgerà a TRIESTE dal 5 al 14 ottobre 2018 .

VAI AL SITO DELLA BARCOLANA 50



Marina Abramovich firma il manifesto di Barcolana50

Grazie a Illy in Barcolana il messaggio ecologista “We are all on the same boat”: proteggere il mare e il Pianeta.


Non è ancora chiaro perchè sono partite polemiche politiche che hanno raggiunto la ribalta nazionale.

Probabilmente il messaggio ecologista del manifesto ( così viene spiegato dai promotori ) è stato confuso con una critica alla politica del Governo e in particolare della Lega sulla questione dei migranti. A scatenare le polemiche - effettivamente - sono stati esponenti locali e nazionali della Lega. 

Abbiamo recuperato dal sito della Barcolana gli ultimi 10 manifesti prodotti per le ultime dieci edizioni della regata ed è vero che questo manifesto risulta diverso dagli altri della serie ma attribuire una spiegazione politica ci sembra esagerato.

Vediamo cosa è cambiato nella governance politica per motivare un simile cambiamento. 













Mitija Gialluz presidente della Società Velica Barcola Grignano è alla sua quinta edizione. Avrebbe agito già negli anni scorsi per complotti di questo tipo.



Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste è li da sempre o quasi.



Roberto Dipiazza ha già sostituito Roberto Cosolini nel 2016 come Sindaco di Trieste.

La Provincia di Trieste non c'è più.



La presidente della Regione FVG Serracchiani è stata sostituita proprio dal leghista Fedriga, quindi sicuramente non da un critico delle politiche sui migranti di Salvini.

Non vediamo quindi una mano partitica che manovra per un manifesto anti Lega, cosa di cui sembrano essere convinti alcuni esponenti politici, in particolare leghisti.

Non è mancato il parere del critico d'arte prestato alla politica Vittorio Sgarbi, che dedica una attenzione particolare a Trieste. Attenzione di cui una parte della città è felice mentre l'altra ne farebbe volentieri a meno. 

Ecco, forse la lezione sulla censura che in realtà favorisce gli artisti poteva risparmiarcela. Anche perchè la sua tesi può essere vera se si tratta di una censura autoritaria ma diventa pericolosamente seria quando viene esercitata da chi gestisce anche i contributi agli eventi. 

Una cosa è censurare espressioni artistiche in nome di "valori" che possono essere discussi. Altro è affermare che se l'artista non è in linea verranno ritirati i contributi all'evento.

IL PREMIO PER LE CRITICHE PIU' RIDICOLE 


lo abbiamo attribuito a questo articolo pubblicato
da IL PICCOLO che vi proponiamo integralmente.

Il manifesto Barcolana nel mirino del 

curatore della Biennale di Venezia

«Per simbologia, grafica, iconografia, la bandiera della Abramovic dovrebbe essere ammainata più che alzata». Lo afferma il critico d'arte Daniele Radini Tedeschi, curatore impegnato alla Biennale di Venezia, sul "caso Barcolana" e il manifesto, realizzato dalla celebre artista Marina Abramovic chiamata dalla Società Velica di Barcola e Grignano a rappresentare i cinquant'anni della regata più grande al mondo.

Un manifesto non condiviso dal Comune e in particolare dal vicesindaco leghista Paolo Polidori.

«Per quanto riguarda la grafica del manifesto - afferma Radini Tedeschi -, l'uso dei colori conferma l'estetica derivata dal Costruttivismo russo imparentato col Suprematismo e applicata al disegno industriale: il rosso si ricollega al comunismo e alle sue bandiere, non solo legate però alla Russia ma anche all'ex Jugoslavia di Tito, luogo di origine della stessa Marina Abramovic. 

Proprio questo legame con il socialismo federale del Maresciallo merita di essere approfondito: Marina è figlia di due "eroi" comunisti jugoslavi Danica e Vojin Abramovic, decorati e innalzati proprio da quel Tito che aveva invaso Trieste nel 1944, deportando e trucidando 11.000 italiani, causando quel tragico eccidio di massa conosciuto col nome di Foibe».

E conclude: «È assolutamente infelice la congiunzione che vede la storica regata di Trieste, città che più di ogni altra ha subito l'invasione, lo sterminio e il massacro dei nostri italiani ad opera di Tito, essere stata rappresentata da una artista, seppur di fama internazionale, che riconosce al grande dittatore dei meriti e al contempo lancia slogan pacifisti e solidali come "'we're all in the same boat"». --

FAQTRIESTE :  

Noi di FaqTrieste vogliamo segnalare al curatore della Biennale di Venezia Daniele Radini Tedeschi che nella sua ricostruzione dei complotti filo Maresciallo Tito che si nascondono dietro il Manifesto della Abramovic manca una segnalazione molto inquietante. Si narra e qualcuno giura di aver visto con i suoi occhi dei rapporti riservati dei Servizi Segreti Italiani di stanza a Trieste dove si segnalava agli uffici segreti romani il fatto che gli sloveni abitanti a Trieste ( filo titoisti ) celebravano ogni anno la FESTA COMUNISTA del PRIMO MAGGIO con una 

MANIFESTAZIONE VELICA nel golfo di Trieste.

Peccato Caro Radini Tedeschi che la manifestazione velica citata nei rapporti dei servizi non sia altro che la traduzione maccheroni di "velika manifestacija" che in sloveno significa appunto "grande manifestazione" e che non ha niente a che fare con la vela e le regate.
Ridiamoci insieme e lasci stare, tutto scorre.





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