Il Consiglio di
Amministrazione di Alp, anche a seguito delle informazioni apparse sulla
stampa, intende prendere posizione circa la situazione relativa agli
accadimenti del 19 maggio 2018 in seguito ai quali ha notificato contestazioni
di addebito ai dipendenti interessati e, a fronte delle giustificazioni dagli
stessi fornite, ha intimato loro il licenziamento per giusta causa.
Il CDA conferma che i
comportamenti tenuti dai dipendenti interessati hanno rappresentato una grave
violazione dei doveri di ogni dipendente titolare di un contratto di lavoro
subordinato, soggetto quindi alle direttive del datore di lavoro, di fatto
prefigurando una situazione nella quale gli stessi - consapevolmente
sovvertendo ogni regola e ruolo - si sono arrogati in diritto di decidere sul
proprio avviamento al lavoro, per di più in spregio dei vincoli relativi alle
modalità di avviamento pattuiti nel vigente contratto integrativo aziendale.
Ci sono tre elementi che
aggravano, se possibile, il comportamento tenuto dai dipendenti suddetti:
1. La autoconvocazione al
lavoro è avvenuta usando indebitamente strumenti aziendali;
2. La decisione di
autoavviarsi al lavoro è scaturita da una valutazione discrezionale dei dipendenti
stessi, che non si sono neanche preoccupati di richiedere preventivamente chiarimenti
all'azienda in merito alla situazione riscontrata, come moltissime altre volte
era pacificamente accaduto e sapendo bene di poter contare sulla disponibilità
dei responsabili dell'azienda in tale senso;
3. Esistono precedenti
disciplinari sanzionati e con sanzione erogata e definitiva nel recente passato
ascrivibile a comportamenti simili, seppur di molto minore gravità. Di
situazione analoghe, seppur di minore gravità, che in qualsiasi modo
pretendevano di assegnare ai dipendenti la facoltà di decidere se eseguire una
lecita disposizione aziendale o meno, si è discusso in molti incontri tra
azienda e RSU e, sempre, l'azienda ha chiaramente sottolineato che non avrebbe
potuto accettare una attenuazione del proprio dovere di conduzione del rapporto
di lavoro.
Gli amministratori di Alp
gestiscono una azienda per conto di 8 soci proprietari e non intendono compiere
alcun atto che, direttamente o indirettamente, pregiudichi l'esercizio e le
facoltà che competono al datore di lavoro, prima fra tutte la potestà di
avviare al lavoro i dipendenti nel rispetto delle leggi e dei contratti
sottoscritti.
Il comportamento dei
dipendenti aggredisce e nega proprio questa prerogativa fondamentale per ciascuna
azienda.
È vergognoso, anche se non
sorprendente, il tentativo di buttare in politica un fatto semplice come questo,
magari prospettando scenari in effetti inesistenti e prevaricazioni mai
perpetrare e del tutto fantasiose. È la chiara dimostrazione che si vuole
evitare maliziosamente il merito, generando confusione su fatti che, al
converso, sono chiari e inequivocabili.
Alp non cadrà in questo
inganno.
Alp è disponibile sempre e
comunque al confronto ma su un punto è irremovibile: qualsiasi discussione,
qualsiasi valutazione, qualsiasi mediazione non potrà che muovere da un
presupposto chiaro e indiscutibile: l'azienda non intende recedere dalle sue
prerogative e dai diritti che ad essa derivano dalla legge e dal contratto
collettivo e che sono esiziali alla sua stessa esistenza.
Per Il Consiglio di
Amministrazione Alp
L'Amministratore Delegato
Luca Beccè
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