L'ONDA LUNGA SUL PORTO DI KOPER E IL RADDOPPIO DELLA FERROVIA

Ieri abbiamo riportato in ordine cronologico tre notizie sul porto di Koper:



- La Corte Suprema della Slovenia ha annullato il risultato del referendum sul raddoppio della linea ferroviaria Koper Divacia che quindi andrà ripetuto

- Il presidente del Consiglio sloveno Miro Cerar ha dato le dimissioni a seguito della decisione della Corte Suprema slovena

- La presidente Bulc della Commissione Trasporti europea è intervenuta con una sua comunicazione motivando la sua convinzione che non c'è motivo di creare allarmismi o panico per la situazione che si è venuta a creare a partire da un ragionamento sui finanziamenti europei per la realizzazione del progetto.

Abbiamo riportato queste notizie principalmente dal quotidiano DNEVNIK, ma per la seconda parte dell'articolo e per coglierne il senso pieno ci siamo rivolti a chi ci aveva segnalato prontamente la notizia due sere fa.

Per quanto riguarda le vicende ferroviarie slovene, se pubblicherai le ultime notizie varrà la pena ricordare che anche i referendari sono a favore del raddoppio. 

Sono però contrari al procedimento intrapreso dal Governo, alla legge speciale, insomma a tutto quanto sembra sia stato concepito apposta per complicare e spendere di più.

Ciao e a presto.

La commissaria Bulc dice di non avere timore (brez panike in sloveno equivale a "calma e gesso"), perché secondo lei la sentenza della corte suprema non riguarda la prima tranche di 44 milioni di fondi europei per il raddoppio che la Slovenia ha già incassato, mentre per quanto riguarda la seconda tranche di 109 milioni di euro dichiara che é solo temporaneamente congelata ma non persa. Evidentemente confida che il referendum passerà anche dopo che sarà ripetuto. 

Dice che il progetto é ancora di primaria importanza non solo per la Slovenia ma anche per l'UE, quale parte integrante del corridoio Adriatico-Baltico e quindi auspica che la Slovenia manterrà gli impegni in tal senso indipendentemente da chi sarà al governo.

Il sindacato dei gruisti a Cerar: se non sei capace di costruire un modello, non potrai nemmeno realizzare il raddoppio

Il sindacato gruisti, "acerrimo e dichiarato nemico" del premier uscente, ha inviato una nota di carattere scherzoso che dice più o meno:

"Se ci avessi ascoltato, avresti ormai già da tempo indossato l'elmetto da cantiere, gli stivali, i guanti e posato la prima pietra o dato il primo colpo di vanga da qualche parte vicino a Capodistria o a Črni Kal ed a quest'ora staresti orgogliosamente su tutte le prime pagine." 

Il sindacato afferma che se avesse dato ascolto alle loro istanze adesso non ci sarebbe il rischio vero di perdere la commessa in favore degli italiani, visto che l'Austria sta costruendo a ritmo sostenuto un progetto da nove miliardi complessivi per il collegamento con i porti del nord adriatico. 

"Ci supereranno e ci batteranno a causa della tua inconcludenza, a causa del primo e dell'imminente secondo referendum ed a causa delle tue dimissioni", hanno affermato, quando era ormai chiaro che il referendum dovrà essere ripetuto. 

A Cerar contestano anche il fatto di essere attorniato da personaggi incompetenti, non sinceri ed in malafede, ai quali ha dato ascolto invece di ascoltare i lavoratori ed il popolo. 

"E poi, se non sei in grado di realizzare nemmeno un modellino come si deve (il riferimento é diretto al plastico del raddoppio che é stato strapagato e realizzato dall'impresa che aveva perso l'appalto per il raddoppio, al quale l'incarico era stato poi subappaltato dall'impresa vincitrice e pagato molto oltre il valore reale), non c'è alcuna possibilità che tu possa realizzare il raddoppio." - ha chiosato il sindacato.

Il comunicato è stato firmato da "i tuoi attentatori, il Sindacato dei gruisti delle attività portuali in Luka Koper" ed oltre a quanto riportato hanno suggerito al nuovo governo di gettare definitivamente alle ortiche la legge sulla costruzione del raddoppio e di occuparsi davvero della sua realizzazione. 

Di parere simile anche il deputato socialdemocratico Matjaž Han, che conviene sulla necessità di trovare un modo per ritirare la legge, perché ritiene demenziale spendere altri 4 milioni di euro per un nuovo referendum.

Il giurista Jurij Toplak però ha chiarito che il governo non può ritirare la legge, poiché essa è già stata approvata in sede parlamentare.