Serata frizzante, ieri
sera al Propeller Club di Trieste, che ha visto “scontrarsi” - con toni educati
ma decisi – gli aspiranti senatori Riccardo Illy e Stefano Patuanelli,
rispettivamente in lista da indipendente con il PD e con il Movimento 5 Stelle.
Tema della serata il Porto
di Trieste, l'economia del mare sul territorio e quanto intenderebbero fare se
eletti (peraltro Patuanelli è già certo di sedere in Senato) per promuovere
questo settore fondamentale dell'economia locale.
Diverse, molto diverse, le
posizioni su alcuni punti chiave dell'argomento. Illy ci ha tenuto da subito a
spiegare il ruolo fondamentale della logistica nello sviluppo dello scalo
triestino, ma anche l'importanza di un collegamento ferroviario tra il Porto di
Trieste e quello di Capodistria, nonché la necessità di quadruplicare la tratta
ferroviaria Trieste-Monfalcone.
Un collegamento, quello
con Capodistria che, secondo Patuanelli, non si deve fare perché svantaggioso
per Trieste. Così come non va fatto l'aumento di binari fino a Monfalcone,
niente affatto privo di conseguenze ambientali. Sempre secondo il neosenatore
in pectore, inoltre, il Porto di Trieste non deve puntare solo sulla logistica,
ma per crescere deve far conoscere tutte le potenzialità legate al Punto
Franco, che non può limitarsi ai vantaggi del pagamento differito dell'Iva o di
quelli legati allo stoccaggio delle merci.
Qualche scintilla tra i
due candidati è scoccata anche in merito alla “disciplina di partito” e al
“vincolo di mandato” (secondo Patuanelli serve e impedire i “cambi di casacca”
e non impedisce di votare in disaccordo con le indicazioni), con accuse
incrociate sulla gestione del Movimento da parte di Beppe Grillo (mai nominato
direttamente) e sulla scarsità dell'azione politica del PD.
Tutti d'accordo, invece,
sul fatto che sia stato un errore escludere i politici dal Comitato di gestione
delle varie Autorità portuali con l'ultima modifica della normativa di
riferimento.
Al dibattito ha
partecipato anche l'onorevole Serena Pellegrino, in corsa con Liberi e Uguali.
Secondo Pellegrino la troppa competizione ci porterà alla rovina, così come il
marketing esasperato. Bisogna puntare sulla cooperazione, con Capodistria e con
Venezia. Poco d'accordo gli operatori portuali presenti in sala.
FAQTRIESTE VI SEGNALA IL VIDEO INTEGRALE PUBBLICATO DALL'OTTIMA TELE 4 CHE NON PERDE UN APPUNTAMENTO DEL PROPELLER CLUB TRIESTE
Ho ascoltato solamente gli interventi introduttivi. C'è del condivisibile mischiato a scarto. 1) ILLY - OK al quadruplicamento della Ferrovia in galleria. E’ pregiudiziale 'sine qua non'. Non accettabile l'allacciamento - sia chi sia che lo paghi - a Capodistria. OK all’ammodernamento inevitabile dei viadotti; non bene l’esclusione politica della terza corsia: se questa è possibile, deve essere fatta e non stoppata a Villesse. 2) PATUANELLI:- giustamente esclude sia allacciamenti a Capodistria mentre vuole un uso esteso delle prerogative di Porto Franco. In entrambi ci sono delle carenze non casuali. Non si parla esplicitamente dell’applicazione totale dell’Allegato VIII. Ma questa, cari signori, è la chiave di volta di tutto il sistema; senza di questa, ogni bella proposta resta aria fritta impedendo lo scatto risolutivo . A) La tecnologia permette di scavare in galleria passando cavità e deviando corsi d’acqua. Se si tratta di ambientalismo, prima dobbiamo sopravvivere noi, cittadini e città e poi viene il resto. B) Tra la logistica di Illy e Patuanelli c’è anche la questione del Porto-Emporio quale stoccaggio di ‘commodity’ e loro commercializzazione nei tempi più favorevoli. Questo è ancora più importante della logistica e se applicato l’Allegato VIII, la U.E. potrebbe considerare le aree del Porto Franco Internazionale quali zone esterne ad essa, come effettivamente sono, pur con gli intoccabili diritti di transito e il pagamento dei diritti doganali a destino. Vi ricordate quando Andreatta in campagna elettorale tirò fuori dal cilindro la proposta di Off-Shore (di pieno diritto in quanto già contemplato nell’Allegato VIII) e delle pesantissime reazioni germaniche? Illy si spende – ovviamente, direi, dati i vincoli politici- in una visione di coinvolgimento degli altri porti regionali; e no perbacco! All’Allegato VIII segue la necessità di pensare per ora solo a noi quale schwerpunkt. 3)Anche qui non si è assolutamente toccata la questione di un bacino di carenaggio allo stato dell’arte; non si tratta solo della importantissima navalmeccanica ma di un arredo portuale indispensabile. In sostanza ognuno dei due porta qualche cosa di condivisibile condita con la solita melensa minestra, senza il coraggio di affrontare la questione in punta di diritto. A Patuanelli direi che il suo referente, Grillo , da buon genovese mai permetterebbe un qualche cosa di radicale per Trieste. I suoi concittadini che sono molto attenti, statene certi, gliela farebbero pagare salata. Poi, nessuno dei due ha evidenziato come gli altri porti seguano con attenzione la possibilità teorica di sviluppo legata all’Allegato VIII svincolato da ogni pastoia legislativa italiana; eppure questa attenzione c’è e le contromisure verranno se qualche cosa di reale venisse a capo. Le recenti dichiarazioni del Presidente dell’A.P. di Venezia Musolino sono chiare! Conclusione: distribuzione di sonniferi in altra confezione, ma che sempre sonniferi sono e fuga da ogni accenno dei Trattati internazionali. D’altra parte si tratta di personcine serie e non dei ‘bad boy’ che non sanno stare a tavola con chi comanda. Quale sia il giudizio della persona, vorrei ricordare (al meglio!) le parole del Presidente Lacalamita in una intervista a Telequattro : Domanda:”Cosa pensa delle proposte di sviluppo edilizio in Porto Vecchio?” Risposta:”Eh.. anche a me piacerebbe abitare in un bel appartamento con vista mare, ma credo che fino a quando ci sarò io qui, i condomini in Porto Vecchio dovranno aspettare!”; 2^ D.:” Cosa pensa della collaborazione con Capodistria?” 2^ R.:” Certamente bisogna collaborare, ma collaborare da posizioni di forza! “. Naturalmente, per una scivolata d’ala che forse altrimenti sarebbe stata sanata, Lacalamita è stato fatto dimettere. Ce n’è da meditare, vero!
RispondiEliminaAl ‘Propeller’ sarà anche stata una serata ‘frizzante’ma oggi è una giornata da brivido. “Il Piccolo” torna sulla questione dei ‘condomini’ di lusso in Porto Vecchio. Allora aveva ragione Lacalamita ! Come si possono scialacquare aree portuali quando i più si affannano a prevedere un futuro così roseo che più roseo non si può, con la ‘via della seta’ quale cornucopia (accidenti alle tecniche di mercato e agli immaginifici imbonitori!). Ma non solo ‘condomini’ ma anche parcheggi ! Come? Con l’interramento dei binari di un complesso assolutamente di prima importanza (tutto da ammodernare, ovviamente; ma se ne prepara il funerale definitivo!), Insomma lo sradicamento totale del Porto Vecchio con fondali all’Adria Terminal di 15 metri mentre il resto con adeguato dragaggio è ampiamente recuperabile. Ma quella dei dragaggi è questione tabù; tutti i porti italiani ne hanno bisogno. Vedremo adesso con l’unione a Monfalcone, quante 'frizze' e quanti costi dovremo ingoiare. A Genova pensano ad aumentare la profondità con la demolizione del substrato roccioso con microcariche esplosive e ad un'opera faraonica come lo spostamento verso il largo della diga foranea per acquistare spazi portuali, cosa che si appaia alla ferrovia del Gottardo che porta Genova nella Svizzera,in Renania e nel Mare del Nord. Da noi, si distrugge un porto per farne dei condomini, senza avere nè abbondanza di aree, nè quattrini per estenderlo altrove mentre delle ferrovie in galleria, meglio non parlarne. Lacalamita raccontava di avere illustrato al Ministro delle Infrastrutture Lunardi la situazione dei fondali; ad un Consiglio dei Ministri Lunardi propose che dato che il porto di Trieste era l’unico che non si interrava facilmente, sarebbe stato opportuno avere una attenzione particolare; Matteoli intervenne secco:” I contratti di dragaggio per Livorno non si toccano!”. E ti credo! Con i ruscelli che vengono dall'ex Porto Americano,Livorno diverrebbe in due-tre anni adatta ai soli 'caici'. Così sarebbe ora di finirla anche da noi con questa stupidaggine dei fondali quando diciamo:”Abbiamo i fondali più alti d’Italia! ”. Ma questi ce li ha dati il buon Dio! E gli altri rispondono:”E noi invece non abbiamo fondali però abbiamo carrettate di quattrini per dragare e questi ce li dà il Governo grazie ai nostri rappresentanti ”. Cerco di buttarla sul ridere ma la nausea mi prende alla gola. Non c’è nessuno che avanzi un minimo di osservazioni? Che dica che certe cose non si possono e non si devono fare? Che sono contrarie all'interesse di Trieste, che sono un stravolgimento dei Trattati a noi favorevoli, che eliminano centinaia e centinaia di metri di accosto e che a farle significa agire in modo ambiguo e surrettizio per creare il fatto compiuto poi immodificabile? Tutti d’accordo? Ma che umanità opera oggi a Trieste? Non certo quella che strappava a Vienna concessioni e che anche sotto il fascismo cercava di non farsi metter troppo i piedi in testa dai concorrenti bene ammanicati al Ministero e dove c’era anche gente capace di dimettersi (il cap. Banelli). Le promesse fatte a fronte di larghissime e lunghissime concessioni sono sulle ginocchia di Giove (che sia la solita contrattualistica fatta alla'viva il parroco'?). E tuttavia, promesse adempiute o meno, non è mancato l'ok per i condomini cioè per la rendita fondiaria: l’ultimo stadio di una economia malata! Scrivo di getto, senza preoccuparmi di una sequenza fluida; il fatto è che alla Fiera di San Nicolò i venditori-giocolieri con i piatti, quanto a serietà commerciale sembra siano alcune spanne più in alto degli ‘esperti’ e degli ‘imprenditori’ che girano dalle nostre parti.
RispondiElimina