COSA SAREBBE SUCCESSO SE VENIVA APPROVATO IL SUPERPORTO UNICREDIT DI MONFALCONE - TRIESTE ?
Proviamo a ricordare il lungo dibattito dell'epoca con questo articolo de IL PICCOLO del 2011. Questo articolo de IL PICCOLO è l'esercizio di memoria che vi proponiamo, cerchiamo di ricordare che erano i favorevoli e i contrari.
Cerchiamo di ricordare chi erano i protagonisti e vediamo se le previsioni dell'epoca trovano poi conferma nei fatti degli anni seguenti. Mettete al lavoro le vostre memorie da elefante, noi faremo altrettanto e pubblicheremo nuovamente questo articolo con le nostre note aggiornate.
BUONA LETTURA
Monfalcone
dice addio al Superporto
Unicredit punta su Capodistria
Monfalcone
sembra ormai fuori dai progetti Unicredit. Tre le ipotesi in campo:
un porto da due milioni di teu Capodistria-Trieste, il megaterminal
off shore a Venezia o il ritiro di Unicredit-Maersk
TRIESTE L'incontro
programmato per fine settimana a Lubiana tra i vertici di Unicredit e
i ministri della Repubblica di Slovenia celebrerà con buona
probabilità il funerale del superporto Trieste-Monfalcone. Il gruppo
bancario, anche se la decisione non è stata ufficializzata, starebbe
prendendo un indirizzoo che cova da settimane: puntare su Capodistria
visti i veti incrociati, le lungaggini burocratiche e le litigiosità
politiche che ingabbiano i porti italiani da decenni.
Dopo
l'apparizione anche del progetto concorrenziale di Venezia, che
presuppone un forte afflusso di capitali pubblici, si è palesata
dapprima l'irritazione dei porti liguri e poi la vera e propria
sollevazione dei porti del Sud, Gioia Tauro in testa. Il quartier
generale di Maersk, primo vettore al mondo per traffico container,
posizionato a Monfalcone e Trieste, dove far affluire rispettivamente
3 milioni e un milione di teu all'anno, avrebbe significato la morte
di Gioia Tauro e di Taranto e della loro stessa funzione di scali di
transhipment (dove i contenitori passano dalle meganavi ai feeder).
Il
fatto che in quasi due anni (dal momento del primo annuncio del
progetto di superporto) in quest'area non si sia mossa foglia e
appaia lontana la stessa indispensabile intesa Stato-Regione avrebbe
irritato Unicredit, ma più ancora Maersk inducendole a un cambio di
rotta. Viste le premesse, i tempi per la creazione della megabanchina
di Portorosega con i dragaggi e gli aggiustamenti alla rete
ferroviaria, appaiono oggi elefantiaci e inadeguati. Tutto può
procedere più rapidamente a Capodistria dove gli spazi però sono
nettamente inferiori. Ma qui emerge come Trieste abbia più fortuna
che giudizio perché in qualche modo rientrerebbe comunque
nell'operazione. Dal superporto Monfalcone-Trieste si passerebbe al
porto Capodistria-Trieste.
E'
manifesto l'interesse di Unicredit a finanziare il raddoppio della
linea ferroviaria Capodistria-Divaccia. Ora però, secondo i rumors,
in partnership con Banca Intesa sarebbe interessata anche a
intervenire nella realizzazione del Molo Terzo, secondo terminal
container capodistriano che passerebbe in gestione alla società da
creare assieme a Maersk, mentre Luka Koper non sarebbe intenzionata a
cedere l'attuale Molo Primo. Il Molo Terzo movimenterebbe un milione
di teu, un volume piuttosto basso che dunque potrebbe e dovrebbe
essere raddoppiato a Trieste.
Un
altro milione di teu dunque verrebbe dal Molo Settimo allungato. Ma
qui la concessione è della To Delta di Pierluigi Maneschi.
Starebbero di conseguenza partendo le trattative per l'acquisto della
concessione. Potrà anche darsi però che Maneschi non voglia saperne
di vendere, ma sarebbe pronta la soluzione alternativa: la famosa
Piattaforma logistica tra lo Scalo Legnami e la Ferriera potrebbe
venir destinata ai container anziché alle merci varie.
In
cambio dell'intervento delle banche italiane, Capodistria
acconsentirebbe a che il collegamento ferroviario con il porto di
Trieste non sia riservato soltanto alle merci come voleva il governo
di Lubiana, ma riguardi anche le merci.
FAVOREVOLI - CONTRARI |
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