venerdì 15 settembre 2017

LE DOMANDE DI FAQTRIESTE PER CAPIRE LA RIFORMA DELLA RIFORMA

Dal giorno in cui il ministro Delrio ha ripreso in mano la riforma dei porti l'abbiamo definita la Riforma Puzzle.

Una riforma che affronta i vari argomenti e poi li incastra in un disegno più ampio.

Come ben sanno i nostri lettori la stessa legge di riforma 84/94 che si occupava della portualità ha trovato in ogni scalo una interpretazione e una applicazione diversa. Il tentativo di unificazione delle regole tra tutti i porti entrò in contrasto con le caratteristiche specifiche di ogni singolo scalo. Prendiamo ad esempio la questione del lavoro portuale con la ormai classica divisione tra articoli 16 - 17 e 18.

Di fronte alle tante diverse applicazioni nei vari porti è chiaro che oggi i redattori della riforma hanno la necessità di adattare e inserire nel puzzle della riforma i pezzi giusti. In questi ultimi mesi sembra affermarsi la formula denominata Agenzia del lavoro portuale per disciplinare il settore. Sappiamo bene che sotto la denominazione fortunata di Agenzia del lavoro portuale nei vari porti si stanno producendo situazioni molto diverse tra loro. Livorno storicamente, dai tempi della 84/94 ha funzionato con una agenzia del lavoro in porto, denominazione ora ripresa dal porto di Trieste. In altri porti la costituzione delle agenzie del lavoro è piuttosto legata alla necessità di creare un soggetto in grado di gestire la crisi e portare sul territorio i contributi previsti o contrattati.

Quali sono i nodi che questa fase della riforma dei porti deve affrontare ?

La questione del lavoro portuale, e quindi un correttivo applicabile nel maggior numero di porti, e i criteri per le nomine nei comitati di gestione delle AdSP.


Come orientarsi nella riforma del lavoro portuale ?

Esistono alcuni testi più o meno aggiornati, cercheremo il più recente per metterlo a confronto con la precedente legge e magari chiederemo ai nostri collaboratori di ragionarci assieme.

La questione delle nomine nei comitati di gestione delle AdSP è un ritorno della politica in pompa magna all'interno della gestione dei porti ?

Ci sono almeno due scuole di pensiero sull'argomento : una legata alla professionalità e una legata all'appartenenza partitica. 

Cosa intendi per prevalenza della professionalità ?

Il ministero ha insistito e agito di conseguenza sulla linea di nominare presidenti delle AdSP con professionalità, titoli e caratteristiche e competenze tecniche. Per fare un esempio triestino, il ministro ha delineato talmente bene la professionalità necessaria per gestire un porto che non sarebbe proprio più possibile nominare un anatomopatologo alla guida di un'Autorità portuale.

Quindi sono state richieste verificabili competenze e professionalità per le nomine dei Presidenti delle AdSP. E per gli altri componenti dei comitati di gestione ?

Semplificando al massimo ci sono due posizioni che si confrontano. Una che pretende lo stesso rigore e la stessa richiesta di competenze e professionalità utilizzata per le nomine dei presidenti. L'altra posizione privilegia il rapporto con il territorio e un lavoro di coordinamento con le altre istituzioni e quindi è meno rigida sulle richieste professionali.

Veniamo ora alla parte politica e partitica. Le nomine fatte finora nei comitati di gestione sono state regolari ?

Proprio il fatto che si pensi ad un intervento correttivo ci garantisce che finora le nomine sono state fatte nel rispetto della legge. Se poi qualcuno vuole definire meglio queste regole in un prossimo futuro sarà un altro discorso ad iniziare.

Ma non ci sono state interferenze della politica dei partiti in questa vicenda ?

I partiti esistono, i partiti influiscono sulle decisioni e sulle nomine, questo lo sappiamo bene ma... se qualcuno prova a spiegare con una lettura solo partitica quello che succede nei comitati di gestione non ci riuscirà a far tornare i conti.
Il caso più conosciuto è quello di Livorno dove c'è un aspro contrasto tra Partito Democratico e Movimento 5 stelle sulla nomina del sindaco Nogarin nel comitato di gestione dell'AdSP. Ma semplificare la questione come ha fatto la Gazzetta Marittima e ridurre la vicenda ad un contrasto tra il ministro Delrio e la presidente del FVG Serracchiani risulta profondamente sbagliato. La GM presenta la questione come uno scontro interno al partito Democratico, se volevano fare un confronto paragonabile con la situazione di Livorno dovevano citare la nomina del sindaco di Trieste Dipiazza (centrodestra) nel comitato dell'AdSP.

Quindi la spiegazione politicista non ti convince ?

Credo che ci siano troppe interpretazioni che tirano l'acqua ai vari mulini ma non nhanno una logica. A Trieste in diversi ci hanno manifestato preoccupazioni per il futuro e per la possibilità che questa ridefinizione delle regole delle nomine comporti effetti collaterali anche nel nostro territorio , paventando ritorni di personaggi magari sgraditi. Queste preoccupazioni sono il frutto di ragionamenti localisti che poco hanno a che fare con il dibattito politico un po' più concreto di cui il ministro Delrio ha dato prova.

Queste preoccupazioni nascono da un ragionamento difficile da sostenere dove si immagina che ... PD e M5S si scontrano a Roma e Livorno per mettere in contrasto tra loro esponenti del PD e con il segreto obiettivo di aprire la strada delle nomine nel comitato di gestione a esponenti del centrodestra a Trieste dove nel comitato di gestione è già presente il sindaco Dipiazza. Certe volte le interpretazioni partitiche portano proprio a formulare ipotesi indimostrabili. Lasciamo perdere e torniamo ai contenuti della Riforma come fa in precedente post un nostro esperto.

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