Un nostro viaggio a documentare i diversi indipendentismi che hanno interessato gli stati europei parte da un episodio che non ha provocato alcun dibattito televisivo e nessuna considerazione ufficiale. Eppure in questo caso i maggiori giornali italiani hanno fatto il loro dovere riportando una breve ricostruzione dei fatti. Lasciamo quindi la parola all'articolo di luglio pubblicato su LA REPUBBLICA.
L'indipendentista sardo
morto da detenuto dopo due mesi di sciopero della fame
CAGLIARI.
È morto da detenuto
dichiarandosi prigioniero politico. E, come il leggendario Bobby Sands, si è
spento dopo uno sciopero della fame e della sete durato 66 giorni. Si chiamava
Salvatore Meloni, ma per tutti i sardi solo Doddore, 74 anni vissuti fra
progetti di separazione della Sardegna dall'Italia, attentati pianificati e
realizzati, processi e condanne per reati comuni. Una vita spericolata e
controversa conclusa con la più estrema delle proteste: l'ultima pena, quattro
anni e mezzo per una sequenza di evasioni fiscali e un falso, non voleva
accettarla. «Questo — diceva — è accanimento giudiziario, vogliono impedirmi di
lottare per la nostra isola».
Dal 28 aprile, quando i
carabinieri di Oristano l'hanno arrestato dopo un inseguimento a sirene
spiegate, rifiutava il cibo e si alimentava saltuariamente, solo omogeinizzati
e flebo di zuccheri. Nella sua cella un'immagine dell'attivista nordirlandese,
come fosse un presagio.
Tutte respinte le richieste di scarcerazione: malgrado
l'età avanzata le leggi impedivano al tribunale di sorveglianza qualsiasi
concessione a un recidivo come lui, che aveva alle spalle una condanna a 9 anni
per eversione, leader di un gruppo armato che pensava ad attentati esplosivi e
sequestri di persona a scopo politico.
Trasferito il 29 giugno
per accertamenti clinici dal penitenziario di Uta, vicino Cagliari,
all'ospedale Santissima Trinità, stava per essere dimesso. Invece ieri alle
9.30 ha perso conoscenza ed è morto. Oggi il medico legale Roberto Demontis
eseguirà l'autopsia sul corpo di Doddore, l'hanno chiesta i familiari e la
Procura l'ha autorizzata senza ipotizzare alcun reato.
L'esame sarà importante
per capire se a ucciderlo è stato il digiuno oppure qualcos'altro: i test
clinici lo davano deperito ma in discreta salute, i documenti trasmessi al
giudice di sorveglianza Daniela Amato dal carcere e dall'ospedale certificano
la compatibilità del suo stato con la detenzione, è sulla base di quei pareri
medici che il magistrato ha deciso di tenere Meloni in prigione. Eppure è
dimagrito di venti chili ed è morto, per il suo difensore Cristina Puddu e la
famiglia poteva essere salvato mandandolo a casa, mentre in ogni angolo della
Sardegna si è scatenata l'indignazione, fra accuse alla magistratura e
richieste di ispezioni.
Ora, il giorno della sua
fine, si scopre che Doddore Meloni aveva ammiratori nell'isola e fuori. Compresi
politici di primo piano come Salvini, che l'ha salutato in un post: «Buon
viaggio a te, Doddore e vergogna per uno Stato che lascia liberi assassini e
spacciatori, ma incarcera le idee».
Altri leader, come Roberto Calderoli e
Giorgia Meloni, gli tributano stima in contrasto col passato turbolento e a
tratti pittoresco di Doddore, che nel 1981 s'era messo alla testa di un
manipolo di indipendentisti duri per liberare la Sardegna dal giogo della
penisola: le carte del processo per eversione concluso nel 1985 dicono che
ottenne e poi perse anche l'aiuto dei servizi segreti libici, i combattenti
sardi erano destinati ad addestrarsi alle armi sotto la guida di Muhammar
Gheddafi.
Si prese 9 anni di carcere e quando uscì ricominciò da dove aveva
lasciato. Nel 2008 la nuova ribalta: occupata un'isoletta a ovest della
Sardegna proclamò la repubblica indipendente di Malu Entu. Finisce male anche
quella volta, gliela riprendono polizia e carabinieri.
Nel 2014 attraversa il
mare per prender parte al presunto tentativo di secessione del Veneto: lo
indagano insieme ad altri 47 poi viene prosciolto, ma lui chiede di partecipare
comunque al processo.
Finché la stella di Doddore tramonta, oscurata
dall'arresto per un'evasione fiscale da cinque milioni e da 25 procedimenti
penali, uno nato dal suo tentativo di farsi ostaggio di un inesistente
sequestro di persona.
Lo scorso 23 giugno una nota profetica dell'avvocata
Puddu: «Il tempo di Doddore si sta rapidamente consumando e non si deve più
aspettare, altrimenti poi sarà troppo tardi e chi deve decidere della sua vita
dopo ne sarà responsabile di fronte a tutti». Un'inchiesta stabilirà se
qualcuno ha sbagliato.
L'ARRESTO DELLO SCORSO APRILE DOPO UN
INSEGUIMENTO A SIRENE SPIEGATE
Nella foto Doddore Meloni
sventola la bandiera della Sardegna lo scorso 28 aprile, nel giorno
dell'arresto
Mauro Lissia
06 luglio 2017
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